Home > solidarietà ai dissidenti della sapienza
Non posso che solidarizzare con gli studenti che hanno contestato il papa e recriminare con le scelte, tanto opportunistiche quanto prive di preveggenza, del rettore Guarini, uno che farebbe meglio a curare i guasti della sua università, considerata la peggiore d’Italia, invece di cercare furbi meriti attraverso invitati ufficiali!
L’adunata in piazza S Pietro per l’Angelus è stata una pagliacciata che i giusti fedeli e i giusti cittadini non avrebbero dovuto mai vedere. Cosa c’entra col cristianesimo? Cosa c’entrava con un qualsiasi spirito religioso? Ha forse detto il Cristo di idolatrare i capi della chiesa che sarebbe venuta dopo di lui? Ha forse detto che il dovere di un uomo pio è servire il papa? O ha parlato piuttosto di servire ul povero?
In luogo di essere un evento connesso al sacro, questo Angelus è diventato un preciso appello ai politici, affinché esibissero il loro asservimento alla Chiesa, e si potesse contare chi c’era e chi no, dunque un preciso atto politico di primazia sullo stato. E di quali politici si trattasse e che cosa rappresentassero lo prova la presenza di Mastella, che ha addirittura chiesto a Prodi e Napolitano di chiedere scusa al papa. Ma scusa di che? Avrebbero dovuto chiedere scusa perche’ esiste anche in questa Italia qualcuno che dissente e che esercita un legalissimo diritto all’espressione di pensiero che ci viene garantito dalla Costituzione?
I rammarichi ufficiali non sono bastati all’orgoglioso Ratzinger per ripagare il suo orgoglio offeso, l’orgoglio di un papa fuori da qualsiasi tempo, che non ammette che in uno Stato che non è nemmeno il suo qualcuno possa esprimere il suo dissenso contro ldi lui.
Non gli basta lo stuolo di lecchini che si porta appresso? Non gli bastano gli inchini che gli fanno Parlamento e Governo pressoché uniti? Esige e pretende il consenso totale? L’estirpazione di ogni forma di dissenso?
Ma nemmeno un monarca assoluto nel suo regno poteva pretendere tanto!
Siamo all’autodivinizzazione!
Si accorge almeno di quanto questo sia anacronistico e inconcepibile in uno Stato moderno?
Un coro unanime attraversa l’etere: “A questo papa non si permette di parlare!”
Dal momento che l’etere e’ pieno della sua voce che rimbomba con tutti i suoi corifei, di quale smisurata megalomania è affetto costui?
Pannella disse a Porta a Porta: "Da quanto questo papa è stato eletto, il tg1 ha dedicato alla chiesa il 29% del suo tempo, quando alle altre chiese è stata data un’ora la settimana e di notte. Nel tg2 il Governo ha avuto il 34% del tempo e il Vaticano il 32. Come presenza politica il papa viene subito dopo Prodi, seguono Berlusconi, Casini, Napolitano. In nessun paese europeo vediamo una tale occupazione. Come si fa a dire che al papa viene tolta la parola? L’Italia è l’unico paese al mondo dove un’istituzione religiosa ha una tale presenza."
Io ho visto piu’ volte i notiziari delle BBC e mai ho notato la presenza, dico la mera presenza, di un’autorità religiosa. Qua la chiesa straripa.
E Odifreddi insiste: "Abbiamo o no il diritto di manifestare dissenso contro un papa?"
La Cotituzione ci garantisce il diritto di manifestare il nostro dissenso contro chicchessia. Perché il papa dovrebbe avere un trattamento di favore?
Cosa ci combinano le forze armate o la presenza di un papa all’apertura di un anno accademico?
Basterebbe paragonare questo baccano pretestuale al totale silenzio che istituzioni civili o religiose hanno dato alla venuta del Dalai Lama.
Sul papa c’è una attenzione costante che sta sforando ogni soglia di legittimità, per configurare il tentativo pesante di confessionalizzare a forza o Stato. Che i vertici politici si prestino a questa pagliacciata è indegno del loro ruolo e della loro funzione.
Non è la prima volta che questo papa è stato contestato, lo si è fatto in Belgio e in Olanda e c’è stato anche molto clamore in Germania dopo il suo attacco al mondo musulmano. Eppure là non si sono provocate adunate di piazza e appelli ai politici fedeli. Il papa non se lo è permesso. Né i politici avrebbero consentito. Perché qui si deve farlo?
Il docente di fisica Marcello Cini ha detto chiaramente che la venuta di un papa all’apertura di un anno accademico sarebbe stata "incongrua", non rifiutata. Inopportuno era stato il rettore che non aveva messo in conto l’antipatia diffusa per questi atteggiamenti oltranzisti della chiesa e la protervia di Ratzinger. Male ha fatto, perché un rettore come un politico deve valutare i tempi e i contesti e deve sempre tenere in mente che ricopre la propria carica per il bene di molti e non per l’interesse di pochi.
In ultima analisi il discorso del papa e’ stato comunque portato dentro l’università, senza suscitare critica, perché è proprio la sua persona con tutto quello che comporta che è stata contestata.
Come dice Cini: "Non ci sono rapporti tra un’istituzione che pone la verità in modo dogmatico e una che si volge a una costante e prorgessiva ricerca". I due metodi sono antitetici. E lo provano quegli striscioni che in Piazza S. Pietro dicevano che la sapienza è solo del Cristo.
Che significato hanno affermazioni simili di fronte a un corpo di studiosi che dovrebbero ricercare la verità nella natura e non trarla già fatta da un testo sacro. Non riusciamo ancora a separare un’etica religiosa da ciò che significa scienza? Possiamo capire che nel 1600 questa distinzione non fosse ancora ben chiara. Oggi lo è. E non si può portare indietro le lancette della storia.
Galilei diceva: "La Bibbia insegna come si va in cielo, non come vanno i cieli”. Ma Ratztinger rispolvera la Santa Inquisizione, il Sillabo, le maledizioni alla ricerca o alla razionalità, l’indice dei libri proibiti, il creazionismo, l’attacco a Darwin…. Che senso ha tutto questo? E’ peggio che anacronistico. E’ assurdo.
Odifreddi contesta anche la parola "dialogo" di cui i teodem si riempiono la bocca ma che evidentemente non sanno praticare e i cui modi sono avvalorati dalla distruzione fascista dell’aula di fisica.
Cosa vuol dire dialogo? Imporre la propria interpretazione del reale a tutti e non tollerare contraddittori?
Alcuni premi Nobel venuti in Italia avevano chiesto una udienza al papa ed è stato loro risposto di no. Odifreddi ha chiesto di intervistare il papa sul rapporto scienze e fede e gli è stato risposto di no. Questa volontà di dialogo non si vede. Vediamo invece perfettamente una imposizione di tipo totalitario che vuole che il dissenso sia punito e la prola d un solo uomo trionfi, contro tutto e tutti e col totale aiuto dello Stato.