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Verso le primarie al buio : senza seggi, regole, garanzie

Publie le venerdì 7 ottobre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Elezioni-Eletti Piero Sansonetti Primarie

Mancano 10 giorni: gli elettori non sanno dove votare.
Alla manifestazione di domenica prossima parlerà solo Prodi (e la par condicio?)

di Piero Sansonetti

Mancano dieci giorni alle primarie, cioè alla consultazione degli elettori del centrosinistra che dovranno scegliere il loro candidato alla presidenza del Consiglio. Però nella macchina organizzativa dell’Unione c’è qualcosa che non funziona. Fondamentalmente due cose non funzionano. Primo: quella che è sempre stata chiamata "par condicio" (e per la quale i partiti di centrosinistra si sono sempre battuti) non esiste. Secondo: la piena libertà di voto non è garantita.

Partiamo dal primo difetto. I candidati sono sette, quattro di loro sono leader di partiti rappresentati in Parlamento (Prodi, Bertinotti, Pecoraro Scanio e Mastella), uno è il capo di un partito che nel 2001 non faceva parte di nessuna coalizione e non superò la soglia del 4 per cento (Di Pietro), una è esponente del movimento dei disobbedienti (Panzino), e infine uno è candidato individuale (Scalfarotto). Ciascuno di questi candidati è sostenuto da un certo numero di partiti, di giornali, di radio e di televisioni. C’è però una enorme sproporzione delle forze, soprattutto a favore di Prodi.

Il quale è sostenuto dai due partiti maggiori della coalizione (Ds e Margherita), e da partiti più piccoli (socialisti, comunisti di Cossutta e altri), da quotidiani potenti come Repubblica e l’Unità, da un numero consistente di radio e tv locali. Poi c’è Bertinotti, che è sostenuto soltanto dal suo partito e dal nostro giornale, "Liberazione", dal momento che il manifesto (che si prevedeva si schierasse col candidato della sinistra radicale) ha preferito una posizione super-partes. Gli altri cinque candidati non hanno mezzi di informazione dalla loro parte, salvo - forse - qualche radio locale.

Domenica si svolgerà a Roma una manifestazione unitaria dell’opposizione, che - a una settimana dal voto - sarà anche un po’ la manifestazione conclusiva delle primarie. Però - fatto assai curioso - in quella manifestazione parlerà solo Romano Prodi. Perché? Si risponde: per dare l’idea dell’unità e perché il leader è lui. Obiezione: ma chi l’ha detto che il leader è lui, se le primarie che servono a nominare il leader non si sono ancora svolte? E chi l’ha detto che si da l’idea dell’unità facendo parlare solo un esponente della coalizione e non tutti i candidati a premier (probabili o improbabili che siano)?

Naturalmente il sistema democratico americano - che ha partorito le primarie un po’ più di un secolo fa per porre un argine allo strapotere dei partiti - non è perfetto, anzi è proprio uno sgabello zoppo. Però lì nessuno metterebbe mai in discussione il principio della par condicio, e la sola idea di tenere - a una settimana da un turno importante delle primarie - una manifestazione unitaria dando la parola a uno solo dei candidati, susciterebbe ilarità più che indignazione.

Poi c’è la questione del diritto al voto. Per avere diritto al voto bisognerebbe avere diritto a sapere dove andare a votare. Se non si conosce l’ubicazione del proprio seggio è da escludere la possibilità che poi si voti. Oggi la quasi totalità degli elettori del centrosinistra non conosce l’indirizzo del proprio seggio, e la stragrande maggioranza di loro non ha la possibilità di conoscerla. I più fortunati - pochi assai - sanno che esiste un sito internet ("www. unioneweb. it") che dà delle informazioni sul voto. Se però andate su questo sito, e con un po’ di fortuna riuscite ad entrare nel luogo dove si dovrebbero trovare gli indirizzi dei seggi, sarete chiamati a cliccare sul nome della provincia dove abitate. Però non è detto che troviate il nome della vostra provincia perché, ancora ieri sera, sul sito non erano state inserite neanche 50 province su più di 110. E poi, come si sa, ogni provincia è formata da centinaia di Comuni, e di questi comuni, capoluoghi a parte, ne troverete pochissimi.

Noi di "Liberazione" abbiamo chiesto di potere avere l’elenco completo dei seggi dove si voterà, in modo da pubblicarli sul giornale di domenica prossima e permettere ai nostri lettori di avere le informazioni sufficienti per andare a votare. Ma l’elenco non lo avremo perché non esiste ancora e non si sa quando esisterà.

Qual è la conseguenza di tutto ciò? Che il cittadino comune non potrà votare. Andranno a votare solo i militanti organizzati dai partiti che - soprattutto in alcune regioni - saranno in grado di conoscere i seggi attraverso le informazioni che forniscono gli apparati. Soprattutto in quali regioni? presto detto: Emilia Romagna e Toscana, cioè le regioni dove sono più forti i ds, vale a dire il partito che sostiene la candidatura di Prodi con tutti i propri mezzi (assai robusti).

Allora che fare? Mancano 10 giorni: proviamo a rimuovere queste anomalie, in modo da restituire alle primarie il loro valore politico, di consultazione di massa, di esaltazione della partecipazione alla politica. Se non ci riusciamo, le primarie avranno un risultato opposto a quello che chi le ha volute - ci sembra di capire - si augurava.

http://www.liberazione.it/giornale/051006/LB12D6DF.asp