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Franco Giordano : "L’ottimo risultato di Bertinotti"

Publie le martedì 18 ottobre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Partito della Rifondazione Comunista Parigi Primarie

Interviste. ’’Il popolo dell’Unione ha voglia di partecipare, incidere e decidere’’. Parla Franco Giordano, presidente del gruppo di Rifondazione comunista alla Camera

di Cristina Cosentino

Un risultato che ha entusiasmato e sorpreso anche i più ferventi sostenitori delle primarie dell’Unione. Ieri un fiume di persone si è riversato nei seggi, troppo pochi, per esprimersi e contare, finalmente, nelle decisioni del centro-sinistra. Chi in questi mesi di campagna per le primarie le ha definite inutili, controproducenti, un’americanata, si è trovato di fronte, con più di 4 milioni di votanti, ad un processo democratico reale. Se da un lato il popolo dell’Unione ha voluto indicare il candidato premier, ci sono altre sfaccettature da tenere in considerazione per spiegare una così vasta partecipazione.

Il popolo dell’Unione ha voluto decretare la fine del Berlusconismo, ha sottolineato il disgusto per quei colpi di mano autoritari della Casa della Libertà e lo ha fatto anche con il voto di ieri. Abbiamo chiesto a Franco Giordano, presidente del Gruppo di Rifondazione comunista alla Camera, di commentare il risultato.

 Rifondazione Comunista ha puntato dal primo giorno su queste primarie. Chi ne sanciva l’inutilità è stato smentito dai numeri...

C’è stato un livello di partecipazione così grande da spazzare via le diffidenze e le critiche di chi si era posto in contrasto con questo tipo di esperienza. Il popolo dell’Unione ha voglia di partecipare, di incidere e di decidere. Coloro che pensavano alle primarie come una iniziativa elitaria non avevano occhi per guardare realmente la società italiana, bisogna che cambino gli occhiali e riflettano sul valore e sulla portata dirompente di questa esperienza. Anche il voto a Rifondazione è straordinario, soprattutto in riferimento a questa crescita di partecipazione: con 4 milioni e 300 mila votanti avere una simile tenuta implica una crescita anche dentro la società italiana. Abbiamo ottenuto circa 600 mila voti, che sono quasi la metà dei voti ottenuti alle elezioni europee ed un terzo dei voti delle politiche. Un risultato straordinario, nessun altro candidato ha retto questo livello di partecipazione.

 È inevitabile fare il paragone con le primarie negli Stati Uniti...

A differenza del modello americano, in Italia questa esperienza si è contaminata, così come è accaduto in Puglia per Nichi Vendola, di un lavoro già svolto da una straordinaria stagione di movimenti, il movimento no global, il movimento pacifista, l’esperienza di conflitto sociale, un movimento opinione democratica. Nelle primarie si è innestata anche questa stagione di partecipazione. Il modello americano ha una partecipazione caratterizzata, in prevalenza, dalle lobby di potere, quella di ieri è stata, al contrario, una esperienza di democrazia forte e determinata. Questa deve essere una risorsa anche per il futuro: l’Unione è la partecipazione del suo popolo, non si definisce se non così. Da ora in poi dovremo utilizzare questo strumento non solo sui candidati ma con continuità, anche sulla costruzione delle scelte politiche.

 Come leggere ora, anche sotto l’aspetto qualitativo, il risultato delle primarie?

Ha pesato, soprattutto in quest’ultimo periodo, la scelta autoritaria fatta dalla Casa delle Libertà sulla legge elettorale e sul tentativo di un presunto recupero del deficit di consenso sociale, la verità è che il luogo dove la CdL sta meglio è il parlamento italiano, non sta altrettanto bene nel Paese: la società italiana ha già espresso un giudizio negativo e questo giudizio si è rispecchiato, con grande nettezza, anche nel voto di ieri. È ovvio che il candidato in pectore dell’Unione, cioè Romano Prodi, si sia giovato anche di questa opposizione a Berlusconi; a maggior ragione il voto a Bertinotti risulta ancora più importante all’interno di questa dinamica.

 Per interpretare il desiderio e la partecipazione degli elettori come dovrà presentarsi l’Unione alle prossime elezioni?

Ognuno parli per sé. È evidente che con un risultato di questo tipo Rifondazione Comunista viene incoraggiata a proseguire il suo lavoro, gia aperto nell’ultimo congresso, di innovazione e di costruzione di relazioni unitarie. Nonostante Rifondazione avesse, anche in questa campagna per le primarie, tanti contendenti a sinistra è risultata essere il soggetto che può aggregare delle forze, che può interloquire con pezzi importanti di società. Questo ci incoraggia ad accelerare un percorso di innovazione, un confronto permanente con le aree che si sono mobilitate per la campagna referendaria, a fare emergere anche nella presentazione delle liste l’articolazione di questo fronte che si è battuto per Bertinotti. Esiste nella società un polo di sinistra che si aggrega intorno a Rifondazione, noi dobbiamo cercare di renderlo esplicito anche nella tornata elettorale. Il nostro è un percorso già tracciato, che trova alimento e conferma nelle primarie. Dovranno essere i partiti e tutti coloro che hanno sostenuto Prodi a sciogliere i nodi di come collocarsi nella competizione elettorale.

http://www.aprileonline.info/articolo.asp?ID=6703&numero=’30’