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Afganistan e Libano : quali proposte?

Publie le domenica 6 agosto 2006 par Open-Publishing

Dazibao Guerre-Conflitti medio-oriente Lidia Menapace

di Lidia Menapace

Avevo promesso di stare un po’ zitta, ma come si fa? il Senato è chiuso, ma la storia non sta ferma. Aggiungo un po’ di considerazioni su come ci si deve cominciare a preparare per ottenere alla fine dell’anno un rientro dall’Afganistan il maggiore possibile; e che cosa si può fare per il Libano, in modo che non resti senza appoggio la decisione del governo italiano di tenere fermo che non si manda nessuno se prima non si ottiene il cessate il fuoco.

Sull’Afganistan due cose già in cantiere e da realizzare sono la seconda conferenza tra le parlamentari afgane e quelle italiane, proposta dalle senatrici dell’Unione (tutte) e che il governo non ha rifiutato, e la composizione e il programma della Commissione di monitoraggio (con adeguata presenza di genere) sul mantenimento di ciò che è stato deciso fino a dicembre.

A mio parere per avere voce in capitolo sul ritiro delle nostre truppe bisogna sforzarsi di inventare presenze anche militari, ma non belliche. Faccio un esempio. Una delle questioni in Afganistan è la coltivazione intensiva del papavero da oppio. Propongo che la si controlli invitando le ditte che fabbricano medicamenti antidolorifici da oppio ad acquistare a prezzo remunerativo per i contadini, sotto controllo N.U. (c’è una agenzia delle Nazioni Unite af hoc, mi pare) il raccolto, a patto che i contadini si impegnino a mettere dal prossimo anno di lavoro altre colture, ad esempio mais per produrre benzina non da idrocarburi.

Per avviare e gestire una operazione di questo tipo serve la Guardia di Finanza, che potrebbe sostituire al ribasso di numero truppe ahimè addestrate ad altri "compiti". Per vedere quali colture sono lì utili si possono inviare guardie forestali e servizio civile addetto alla cooperazione internazionale, dato che l’ Afganistan terra di alte montagne ha grandi foreste e la silvicoltura sarebbe molto utile e potrebbe fornire legname da costruzione, pasta di legno per combustibile ecc.ecc.

Il mio disegno è di proporre sostituzioni che aiutino il popolo afgano a produrre cose utili e sè e agli altri, dato che è un popolo poverissimo e per aiutarlo a sottrarsi alle "soluzioni" disperate o alla sottomissione senza speranza bisogna dargli non prediche sulla democrazia e sulla "superiore civiltà occidentale" o servizi segreti, ma collaborazione, cooperazione e rispetto per le sue tradizioni.

Sono certa che non si può intervenire sulla situazione delle donne che è molto dura e difficile e peggiorata, senza la collaborazione delle donne stesse (ma le afgane sono molto attive politicamente) e senza la collaborazione con altre associazioni di donne musulmane. Come si vede il solo annuncio di questo abborracciato progetto di lavoro sarebbe già utile per molte associazioni che vogliano pensarci e suggerire altro, criticare o demolire questo come irrealistico ecc. e a parlamentari delle commissioni difesa ambiente agricoltura ecc. Coinvolgere molti e molte serve anche perchè le pressioni sul governo è bene che non siano - a mio parere- tutte e solo comandi di andare via tutti e subito senza condizioni perchè non servono. Mostrare che ci sono davvero utilizzi possibili anche di formazioni militari non combattenti è molto importante. Almeno questa è la mia opinione e la giro a Sodano (che presiede la Commissione Ambiente) e a Celeste Nardini (che fa parte della Commissione Agricoltura).

Non voglio essere più invadente di quanto già non sia di natura e mi taccio.

Anzi no, passo al Libano. Per quanto sia comunque straziante, credo bisogni tenere ferma la posizione italiana e francese e rafforzarla anche dai movimenti, perchè se una spedizione viene inviata prima del cessate il fuoco non può essere che una spedizione di guerra a tutti gli effetti e l’inizio forse dell’incendio generale. Allora: cessate il fuoco, allargare le alleanze, appoggiare i governi europei che si trovano su questa posizione, enfatizzare le difficoltà che trovano quelli guerrafondai (Regno Unito e Germania: la famosa cattolica Angela Merkel come la mette col papa?) (so che è poco laico chiederlo, ma pazienza, per una volta che il papa prende una posizione giusta, benchè solo predicatoria, non risulta che abbia dato compiti alla sua rappresentanza diplomatica sparsa in tutto il mondo e molto efficace e rispettata per la sua sperimentata abilità) (nè per il vero che abbia fatto arrivare qualche richiamo a Casini o a Cesa ancora lì a dire che Israele è invaso e minacciato).

Enza Panebianco ha raccolto e inviato articoli e tavole rotonde di esperti su lisistrata e se ne ricavano molte indicazioni utili. Ad esempio l’Europa potrebbe proporre alle N.U. e anche attivare da parte sua, se ogni proposta è sempre bloccata alle N.U. dal veto USA, un embargo alla vendita di tutte le macchine movimento terra, caterpillar o altre, che Israele compra e usa per i muri ecc.; si potrebbe pure mettere l’embargo o (cosa che si può sempre fare anche individualmente o dalla società civile) organizzare il boicottaggio della frutta che viene da Israele come pompelmi ecc.; tutte le misure restrittive di invio o compravendita di armi munizioni investimenti da banche armate sono da sostenere e da mettere nei programmi di iniziative politiche per ottenere il cessate il fuoco. Oggi i telegiornali hanno mostrato soldati israeliani in territorio libanese che ammassavano centinaia di mine antipersona: sono armi vietate e illegali, non si può lasciargliela passare, le stanno mettendo in una terra dove già ce ne sono a non finire.

Vengono ancora dalla Valsella? naturalmente non si può nè deve essere unilaterali e quindi chiedere anche il disarmo degli Hetzbollah, persino quando il legittimo e moderato governo libanese afferma che essi sono l’unica e più efficace resistenza all’occupazione. Come sempre, come già per l’Iraq la resistenza anche armata di un popolo invaso è legittima, ma io non perdo il diritto di giudicarla nei suoi metodi e il metodo terroristico non si può accettare. La resistenza degli Hetzbollah comunque dimostra ancora una volta che gli eserciti regolari sono diventati solo ingombri inutili, che danneggiano a non finire e non vincono nemmeno più guerre. Sarebbe molto importante che iniziative di politica di pace venissero favorite anche da delibere o messaggi dai consigli comunali, provinciali e delle regioni, come ha fatto il comune di Alba.

E per il momento è tutto grazie