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IL NUOVO “ANTISEMITISMO”

Publie le sabato 16 dicembre 2006 par Open-Publishing
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Lucio Garofalo

di Lucio Garofalo

Da tre mesi circa ha preso il via la spedizione militare in Libano, guidata dall’Italia (sic!), promossa al rango di “superpotenza” dalla cosiddetta “comunità internazionale”, un’ambigua definizione di stampo dalemiano (degna del peggior machiavellismo dialettico) dietro cui si annida l’immenso strapotere dell’apparato bellico-industriale neoimperialista che fa capo all’economia ed alla società anglo-americana, a cui siamo asserviti e subalterni anche noi italiani (insieme ad altre nazioni europee) a partire dalla fine della seconda guerra mondiale.

Ma quali sono stati i compiti assegnati al contingente militare internazionale inviato nella regione meridionale del Libano, al confine con Israele, ed effettivamente assolti finora?

La missione ufficiale era quella di disarmare e ridurre all’impotenza le milizie degli Hezbollah (il “Partito di Dio”) che hanno ben resistito all’aggressione militare di Tel Aviv, condotta soprattutto attraverso i mezzi dell’aviazione israeliana. La resistenza libanese è stata talmente salda, tenace, irriducibile, al punto da costringere il governo di Olmert a ritirarsi dal territorio libanese, per concedere spazio all’intervento della “comunità internazionale”, di cui non sappiamo più nulla in quanto non ci fanno sapere nulla. Ma come si spiega questo silenzio?

In effetti, quello che non era riuscito all’esercito e all’aviazione militare di Israele, dovrebbe essere portato a termine dalle truppe dell’ONU. Si tratta di favorire un vero e proprio lavoro sporco, un’operazione di pulizia etnica, travestita sotto una bandiera riconosciuta a livello mondiale, ovvero sotto una veste “nobile” e “legale”, quale appunto l’egida delle Nazioni Unite.

Sin dall’inizio era chiaro che l’opera del contingente militare internazionale doveva consentire ad Israele di proseguire il massacro terroristico perpetrato ai danni delle popolazioni arabo-palestinesi che vivono confinate nella striscia territoriale di Gaza.

Un eccidio criminale pianificato dal governo Olmert, con la complicità degli USA e il tacito appoggio della “comunità internazionale”. Un massacro intrapreso durante la scorsa estate, mentre si disputavano i campionati mondiali di calcio in Germania, vinti dalla squadra italiana.

Tale evento “sportivo” è servito a distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale e a narcotizzare il movimento “pacifinta”, troppo impegnato a festeggiare e partecipare all’orgia nazionalistica e trionfalistica per il successo berlinese riscosso dalla nazionale di Lippi.

Infatti, in quei giorni le piazze italiane (ma non solo quelle italiane) si sono riempite di gente urlante, isterica, esultante, stordita ed eccitata dalle vicende “sportive”, mentre altrove, nel vicino Medio Oriente, si consumava un eccidio di massa, che è stato ripreso e prosegue tuttora nell’assoluta indifferenza e nel silenzio assordante e vergognoso dei mass-media occidentali, degli Stati cosiddetti “civili”, delle istituzioni politiche che dirigono la “comunità internazionale”.

Come è già accaduto durante l’estate, anche in questo scorcio di fine autunno si sta realizzando un piano, bene orchestrato da tempo, di vera e propria pulizia etnica, di sterminio contro le sventurate popolazioni arabo-palestinesi che abitano nel territorio di Gaza.

Una strage ignorata ed occultata in piena regola, ad arte, dai mezzi di informazione di massa, interrotta in estate proprio grazie al “provvidenziale” e tempestivo intervento degli Hezbollah, le milizie sciite libanesi, gli unici a soccorrere concretamente i palestinesi, distraendo l’esercito israeliano dalla sua atroce e spietata opera di genocidio.

Vi ricordate? L’occupazione del Libano ordinata dal governo Olmert ebbe inizio dopo il rapimento di due soldati israeliani ad opera delle milizie degli Hezbollah. Ciò bastò a giustificare l’aggressione militare contro uno Stato libero e sovrano, il Libano, e fu sufficiente per schierarsi dalla parte di Israele, dimenticando i feroci crimini di guerra e i sanguinosi atti di terrorismo commessi contro i Palestinesi. Un metro di giudizio davvero assurdo e sproporzionato, quello di chi ha posto sullo stesso piano vittime e carnefici, giustificando persino l’invasione del Libano in virtù del sequestro di due militari. E’ come se gli USA avessero deciso di bombardare ed occupare militarmente la Sicilia o la Sardegna, quando la mafia o l’anonima sequestri sarda hanno rapito semplici cittadini o militari statunitensi!

Chiunque abbia difeso e difenda tuttora Israele, persino in alcuni settori della sinistra governativa italiana, si arrampica sugli specchi per avallare le assurde “ragioni” di uno Stato che si è confermato criminale e terrorista. Ma è assolutamente impensabile e paradossale, oltre che immorale, appoggiare una posizione ed una linea strategico-politica priva di qualunque fondamento logico-razionale, per cui rischia di ritorcersi contro chi la sostiene.

Penso, ad esempio, a quanti si dichiaravano e si dichiarano favorevoli al disarmo unilaterale degli Hezbollah, auspicando l’immediata applicazione di una risoluzione dell’ONU, ma nel contempo si oppongono al ritiro e al disarmo delle truppe israeliane, che invece hanno violato ripetutamente non una ma molteplici risoluzioni delle Nazioni Unite.

Mi chiedo, infatti, quante sono state le risoluzioni dell’ONU che non hanno mai ottenuto il rispetto e l’attuazione da parte del governo di Tel Aviv e dei suoi alleati storici, ma al contrario sono state tradite e calpestate? La risposta è semplice: tante, troppe!

Tuttavia, per appagare la mia curiosità ho fatto una rapida ricerca ed ho scoperto che in base ad un elenco più “ristrettivo” le risoluzioni ONU violate da Israele sarebbero 32, mentre secondo altri osservatori ed esperti di politica internazionale sarebbero più di 80! L’ultima, in ordine di tempo, è la risoluzione 1544 del 19 maggio 2004, che chiede ad Israele l’immediata cessazione delle violenze commesse nella striscia di Gaza.

A parte tale risoluzione, disattesa come le precedenti, nessuno che davvero conti all’interno della suddetta “comunità civile” ha osato condannare gli atti criminali di vero e proprio terrorismo di Stato, commessi da Israele contro popolazioni inermi (lasciamo perdere gli Hezbollah, stanziati in Libano) quali quelle presenti nella striscia di Gaza.

Nessuno, nemmeno l’attuale pontefice, ha assunto una posizione di netta esecrazione morale e politica nei riguardi della spregiudicata ed aggressiva politica israeliana che si è spinta sino all’invasione e all’aggressione militare contro un altro popolo ed un altro Stato, assolutamente liberi e sovrani: il popolo e lo Stato del Libano.

Rammento inoltre la totale impotenza ed assenza nelle piazze italiane (e non solo italiane) del movimento pacifista, del “movimento dei movimenti” che invece si mescolava e si aggregava alle moltitudini festanti e deliranti che celebravano l’apoteosi degli “eroi azzurri” di Berlino.

A beneficio e ad onore della verità, occorre precisare che in tanti, in Italia e nel mondo occidentale, non si sono esposti temendo di essere tacciati di “antisemitismo”.

A questo punto mi chiedo: ma i Palestinesi, come tutte le popolazioni di stirpe araba, non sono anch’essi di origine “semitica” come lo sono gli Ebrei?

Infatti, secondo il racconto biblico il genere umano si suddividerebbe in tre grandi “razze” o macrogruppi etnici, discendenti dai figli di Noè: Sem, da cui deriverebbero i popoli “semiti”, ossia gli Ebrei e gli Arabi; Cam, da cui discenderebbero i popoli “camiti”, vale a dire gli Egiziani ed altri popoli africani; infine Ar, da cui trarrebbero origine tutti i popoli di stirpe “ariana”, detti anche “indoeuropei”, quali gli Europei (incluse le popolazioni italiche) e via discorrendo.

Quanto finora spiegato, sarebbe accreditato dall’antica tradizione biblica.

Da questo punto di vista, quello che da sempre identifichiamo e riconosciamo come “antisemitismo”, ossia il razzismo e la persecuzione contro gli Ebrei, dovrebbe ricevere un’estensione semantico-concettuale, oltre che storico-politica, nella misura in cui dovrebbe includere anche gli atteggiamenti di ostilità e la politica terroristica condotta da Israele, con l’appoggio anglo-americano, ai danni di un altro popolo di “razza semitica”: i Palestinesi.

I principali responsabili di questa nuova versione dell’antisemitismo, sono il governo israeliano e il sionismo internazionale, nonché i suoi tradizionali alleati, gli Stati Uniti d’America e la Gran Bretagna, ed ora anche il governo italiano retto sull’asse Prodi-D’Alema-Bertinotti.

In conclusione, io credo che il nuovo, vero “antisemitismo” nell’epoca odierna, consista e si traduca nella politica di sterminio, di pulizia etnica e di persecuzione razziale, condotta dal governo di Israele e dall’intero establishment sionista internazionale che fa capo alle ricchissime banche ed alle potentissime lobbies ebraiche statunitensi, e non solo statunitensi, in quanto sono sparse un po’ ovunque nel mondo, nonché al famigerato Mossad (gli efficientissimi servizi segreti israeliani), ai danni di un altro popolo di origine “semitica” presente sul nostro pianeta: gli Arabi, e nella fattispecie particolare i Palestinesi.

Messaggi

  • Come faccia il sig. Garofalo ad equiparare la situazione mediorientale al vero antisemitismo (quello che ha colpito gli ebrei di ogni parte del mondo, quello di Auscwitz) ancora non lo capisco. E neanche perchè il signore in questione si ostini a negare il fatto che (già prima del criminale Ahmadinejad, o come cavolo si scrive) i paesi arabi rifiutano persino l’esistenza dell’Olocausto, contravvenendo a precisi dettami di provenienza ONU.
    Così come faccia ad ignorare che dal Libano siano partiti (dal 2000, anno del ritiro israeliano) migliaia di razzi verso le città israeliane lo capisco ancor meno.
    E come faccia il sig. Garofalo a ricordare solo le risoluzioni ONU non rispettate da Israele e a "dimenticare" le risoluzioni ONU disattese da Iran, Siria, Hamas e compagnia bella, questo fatto mi è ancora inspiegabile. Un’altra "dimenticanza" è l’omettere che le risoluzioni ONU si dividono in "vincolanti" e "non vincolanti".
    Forse il sig. Garofalo non sa che ce n’è una, la 181, vincolante, accettata dal nascente Israele e rifiutata dagli arabi.
    Infine, forse il sig. Garofalo non ricorda che le argomentazioni (inconsistenti) sull’esistenza di presunte "lobby" ebraiche e sioniste le ho lette nei testi di personaggi non certo raccomandabili.
    In conclusione, prima di scrivere certe cose si informi. Piero Masia

    • Non sono mai stato un sostenitore acritico della resistenza palestinese nemmeno negli anni settanta e meno che mai lo sono oggi quando la maggior parte di questa, come di quella irakena ed in misura minore quella libanese, esprime oggettive posizioni feudali e reazionarie.

      Però trovo veramente curioso che le Risoluzioni Onu nei confronti di Israele, quando non sono direttamente bloccate dal veto Usa in Consiglio di Sicurezza, sono sempre "non vincolanti".

      E invece quelle nei confronti di altri, anche fuori dal Medio Oriente, siano invece sempre "vincolanti".

      Già la credibilità generale dell’ Onu è quella che è, ma certo tutto ciò che riguarda Israele e Palestina la rende ancora meno affidabile.

      E comunque che esista un problema palestinese dovuto all’occupazione di Israele di quote di quel territorio almeno da 40 anni, non può certo essere negato da nessuno e prima o poi fatalmente sarà la scusa e l’occasione per qualcosa di molto brutto.

      Ch coinvolgerà fatalmente per primi gli israeliani ......

      Keoma