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Povero Musacchio... e "La pratica unitaria non può essere dispersa"...

Publie le mercoledì 16 aprile 2008 par Open-Publishing
15 commenti

Dazibao Partiti Elezioni-Eletti Partito della Rifondazione Comunista Parigi Bellaciao Francia Roberto Ferrario

di Roberto Ferrario

A proposito dell’articolo "La pratica unitaria non può essere dispersa" di Rosso di sera...

Porsi come prima domanda come "spiegare" "ai compagni e ai colleghi degli altri paesi" del Parlamento Europeo la "fine" della presenza nel parlamento italiano di tutto il movimento comunista deve essere senz’altro un’impresa sopranaturale...

Fare la constatazione che con o senza simbolo nelle ultime elezioni i differenti partiti comunisti, nelle elezioni dei differenti paesi europei hanno perso è senza dubbio molto interessante sopratutto se non si fa la constatazione del vuoto di prospettive, di valori, di sogni nei programmi inesistenti proposti da queste formazioni politiche...

Un’analisi a dir poco "semplice" delle differenze storiche tra le nazioni, e le conclusioni che "Noi non abbiamo saputo essere all’altezza di tutto ciò", questo può far immaginare l’idea del duro lavoro per arrivare a questa conclusione...

Ridurre a dei "perniciosi scontri di leadership" le giuste critiche di tutta la base del partito, e ammettere che un congresso è da fare "subito" ma "insieme" sembra che "scopre l’acqua calda"...

Si pone ancora l’idiota idea che rischiamo "la scomparsa della sinistra", questa "sinistra" indefinita e indefinibile, quando il problema è piuttosto la fine del comunismo in Italia...

L’eterna litania del concetto vago e senza contenuti, fine a se stesso, della "pratica unitaria messa in campo", senza programma...

La ricostruzione "della sinistra riguarda il PRC" ma la ricostruzione del partito comunista allora riguarda chi???

L’ultima frase, è una frase fatta, rifatta, masticata e rimasticata, di una banalita infinita dove "Ciascuno deve contare al pari di ciascun’altra, nella riflessione e nella discussione"...

Insomma ci si poteva attendere qualcosina di più di un deputato parlamentare "corresponsabile" della disfatta di Waterloo di Rifondazione Comunista, un po’ più di modestia....

Suona la frase: "responsabile ma non colpevole" e si facile, qualcuno ha ancora qualche posto e figuriamoci se lo molla....

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La pratica unitaria non può essere dispersa

di ROBERTO MUSACCHIO

Sarà dura spiegare al Parlamento europeo, ai compagni e ai colleghi degli altri paesi, il risultato delle elezioni italiane. La sconfitta è dura e cocente. Per noi, simile a quella del PCF alle elezioni presidenziali francesi e a quella di Izquierda unida alle legislative spagnole. E’ bene avere presente questi due risultati, non perché ci "consolano", ma perché possono aiutare ad allargare la riflessione.

Sulle difficoltà delle sinistra alternativa che colpisce sia chi ha mantenuto il proprio simbolo, sia chi, il PCE, ha tentano da tempo la strada di una sinistra federata.

Difficoltà strutturali, cui si assumano quelle del voto utile che anche in quei casi ha prosciugato il loro elettorato. C’è in Italia la sostanziale differenza con la Spagna che il voto utile non è servito a, chi lo chiedeva, il PD di Veltroni, a vincere le elezioni risultando anzi sonoramente sconfitto. E c’è la differenza che il PD di Veltroni non è né il PSOE di Zapatero né il PS francese. E che dunque in Italia, come temevamo, si rischia la scomparsa della sinistra. E non a caso vincono le destre, in primo luogo la Lega e il Berlusconi, che si riposiziona grazie a Tremonti anche in una critica della globalizzazione.

Ma vincono anche le posizioni giustizialiste di Di Pietro. Al Nord la questione sociale viene esorcizzata da quelle securitaria e dal contrasto ai migranti. Noi non abbiamo saputo essere all’altezza di tutto ciò.

Ci è richiesta una riflessione di fondo e a fondo. Per questo sarebbero ingiusti e perniciosi scontri di leadership che renderebbero ancora più tragica una situazione già drammatica. Che richiede subito un congresso del PRC, ma insieme. Una discussione con tutti e tutte coloro che sono stati con noi o vogliono esserlo adesso per impedire la scomparsa della sinistra.

La pratica unitaria messa in campo, magari anche tardi e male, non può essere dispersa. La ricostruzione della sinistra riguarda il PRC in quanto tale, la sinistra europea, ma anche i suoi singoli militanti e i tantissimi di altre forze o che sono solo di sinistra. Ciascuno deve contare al pari di ciascun’altro, nella riflessione e nella discussione.

http://www.rossodisera.info/index.p...

Messaggi

  • c’è da domandarsi se Musacchio sa’ cosa vuol dire "IL D0VERE DI MEA CULPA" ...

  • Bravo Roberto

    "La Sinistra-l’Arcobaleno ha pagato carissimo il costo di due anni di governo in cui non ha portato a casa qualsi nulla di ciò che si aspettavano il suo elettorato e la sua gente."

    La "Cosa Rotta"

  • L’articolo di Musacchio è troppo blando...

    Dovrebbe essere costume in politica, che i dirigenti della Sinistra si assumano le proprie responsabilità.

    Le dimissioni, possono essere un importante passaggio nella ricostruzione di un legame con il nostro popolo.

  • ma che cazzo di pratica unitaria stai parlando, ci prendi per il culo o cosa???

    ma quando parlerai di unita dei comunisti???

    un comunista

  • Caro Musacchio

    La pratica unitaria è soprattutto un risultato fallimentare sul piano politico. Paghiamo venti mesi di governo Prodi insensibile alle ragioni dei lavoratori e dei soggetti sociali deboli. E paghiamo il fatto che il nostro atteggiamento, all’interno di quel governo, è stato per larghi tratti a-conflittuale e subalterno.

    La seconda causa di un risultato così disastroso riguarda il progetto politico a cui ha alluso la lista unitaria. Un progetto politico senza anima, che non ha appassionato nessuno, privo di una qualsiasi identità politica. Chi ha parlato in queste settimane della lista unica come del primo passo verso la costruzione di un partito unico della sinistra e ha agito nella direzione di accelerare questo processo, non ascoltando la contrarietà diffusa nel corpo del partito, ha commesso un ingiustificabile errore politico.

    C.G.

    • ma dove era tutta la BASE quando i vertici partivano per la tangente?! Allora si trattava solo di delega in bianco che quando tradita a fatto fare "dagli ai vertici". C’è qualcosa che non funziona in questa logica cari compagni... E’ LA CRISI DELLA RAPPRESENTAZA... della democrazia delegata... che andrebbe colta. ma C’è ANCHE - INNEGABILE - UNA CIRISI DI "VOGLIA DI ASSUMERSI IN PRIMA PERSONA" la delega di se stessi. Facile dare mandato ad uno per poi poter dire "non ha fatto abbastanza"...

    • La base molte volte è in buona fede e da totale fiducia ai "responsabili" dirigenti del partito che ricambiano con delle manovre che di fatto escludono tutta partecipazione democratica sia nel dibattito sia nella gestione "diretta" del partito stesso.

      Dunque non è una delega in bianco, ma il meccanismo che fa che quando uno ha un "posto" per non mollarlo o metterlo in pericolo fa di tutto per non dare nessuna possibilità di "assumersi in prima persona".

      Infatti il problema è giustamente nella democrazia rappresentativa, non è un caso che tutte forme di democrazie dirette sono viste molto male dai "vertici"

      RF

  • Ecco "la risposta" degli amici di Musacchio...


    Liberazione censura: "Perché i tagli a quelle interviste?"

    di Vittorio Bonanni e Tonino Bucci

    Su “Liberazione” di martedì 15 aprile sono apparse due interviste a nostra firma, rispettivamente ad Alessandro Dal Lago e a Marco Revelli. A nostra insaputa e senza esserne avvertiti sono state tagliate alcune frasi sulla base di valutazioni che non hanno nulla a che fare con i canoni giornalistici.

    La domanda a Revelli, «Troppa disinvoltura nel passare da una linea politica all’altra, dal movimentismo al governismo, senza un profilo politico-culturale forte?», è stata trasformata nella versione soft: «Una linea poco chiara, senza un profilo politicoculturale forte?»

    E’ stata invece tagliata la risposta, certo colorita ma non offensiva, di Alessandro Dal Lago, che con riferimento al ceto politico della sinistra, ha detto che «non se ne poteva più di certe facce», ammettendo comunque la durezza dell’espressione usata. Non si vede nessuna necessità giornalistica all’origine di questi tagli.

    Pensavamo inoltre che a pochi minuti dalla notizia che eravamo praticamente scomparsi da Camera e Senato si potesse osare un po’ di più, usando anche espressioni forti o mettendo in discussione una linea che certamente qualche problema avrà pur creato se siamo arrivati a questo punto.

    L’impressione, invece, è che ci sia stata dunque una valutazione “politica” finalizzata a cancellare espressioni ritenute sconvenienti. Ci auguriamo che questa impressione venga smentita. In caso contrario non sarebbe questo l’atteggiamento migliore per riflettere seriamente sulle cause di una sconfitta elettorale così pesante e voltare davvero pagina.

  • Care compagne e compagni,

    naturalmente vi ringrazio per l’attenzione che avete rivolto alle cose che avevo scritto.
    Dire quello che si pensa espone alle critiche che, tanto più quando hai una funzione pubblica, sono legittime.
    Non per questo posso rinunciare a quello che penso e che è naturalmente molto di più di quello che scritto in poche righe. Fatico un pò a riconoscermi nel "povero Musacchio" che vuole esprimere forse una forma di contestazione. Sono solito rivolgermi a tutte e a tutte in modo diretto ma senza irrisioni.
    Nella mia vita è capitato in anni ben diversi (1975) di scegliere di fare il funzionario di partito piuttosto che andare a lavorare dove avrei potuto. Un tempo si chiamava "una scelta di vita". Oggi è indubbio che tutto è diverso. Comunque ho saputo a suo tempo licenziarmi dal PCI quando si è deciso di scioglierlo e scommettere sulle mie idee.
    Oggi, a cinquant’anni, faccio il parlamentare e spero di farlo bene. La condizione dei parlamentari è molto criticabile, ma comunque ritengo un danno grave non averne eletti alla Camera e al Senato. Siamo dentro un sconfitta pesante per la nostra gente e per le nostre idee ed io ho imparato, da comunista, che la prima cosa da fare è riflettere a fondo mantenendo ragioni di solidarietà. Naturalmente siamo tutti dimissionari per il congresso e credo che in quella sede la discussione debba essere franca e libera come quella su tutte le decisioni da prendere ivi comprese le composizioni delle prossime liste elettorali.
    Non rispondo nel merito a tutti i punti, ma cercherò di fare una riflessione più compiuta nei prossimi giorni.
    Fraterni saluti,

    Roberto Musacchio

  • caro compagno Musacchio

    va tutto bene quello che dici ma un punto fermo è che I MASSIMI RESPONSABILI DELLO SFASCIO DEVONO FARSI DA PARTE.
    Dovrebbero capirlo da soli senza neanche stare lì a dirglielo gli altri e mica stare a fare le vittime di chissà che.
    Basta con la gente per tutte le stagioni. Chi ha scommesso sulle arcobalenate approfittando della sua posizione nel partito con un sacco di forzature e di fatti compiuti adesso deve semplicemente riconoscere che è stato un FALLIMENTO e quindi andarsene e passare la mano. Tutto qui. Senza drammi e senza vittimismi.

    E tu e gli altri fatevi un bel bagno di umiltà una buona volta, scendete dal limbo dove vi siete rinchiusi, che ne guadagneremo tutti, anche voi, che se no, l’anno prossimo tocca a voi, di essere cacciati dal parlamento.

    • Pensi che ti rivoteremo Musacchio?
      Ancora un anno e poi a casa,non credo che troveremo grandi tracce del tuo passaggio al parlamento europeo.
      Tornate a frequentare la gente e mettervi al servizio del popolo altro che sinistra di Cashmire.

    • Sono una nuova recruta che da pochi anni cerca di capire come funziona un circolo locale e devo dire che da quando ho iniziato a farne parte non ho assistito ad altro che regolamenti di conti e polemiche la crisi di un microcosmo mi ha dato un’idea di quella a piu larga scala del partito,penso che noi ci battiamo con delle idee ed abbiamo di fronte delle multinazionali, passiamo piu tempo a fare autocritiche che a studiare come un sistema che ci sta dividendo funziona veramente per fare delle vere proposte nelle quali la gente che ha delle difficolta si riconosca ed aderisca