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La sinistra contro il rospo e il principe azzurro

par Antonio Recanatini

Publie le giovedì 9 marzo 2017 par Antonio Recanatini - Open-Publishing

Diamo alla donna la possibilità di difendersi dalla prevaricazione maschile. Legalizziamo il possesso delle armi rosa!
Nel frattempo, quando avranno finito di lottare per i diritti della donna, in un sistema che continua, impunemente, a reprimere e negare i diritti di tutti; potremmo legalizzare le armi per altre persone defraudate dal sistema.
Facciamone un far west, tanto non sono i diritti il problema principale, ma la competizione, la supremazia e la misantropia, giusto per accontentare il capitalismo.
L’odio verso i pari e non verso il sistema, verso le alte sfere, è un’esca gigante gettata in mare, in modo che siano in tanti ad abboccare. Tanto più crescono i bisogni, tanto più si selezionano i diritti, per sesso ed età anagrafica, colore della pelle e tanto più l’ignoranza storica riaprirà i varchi del disastro.
Contro il rospo e il principe azzurro è l’imperativo di NONUNADIMENO. Mi auspico, informa corretta, mi auguro, che queste forze alternative, della sinistra indipendente, che appoggiano simili manifestazioni, abbiano un minimo di coerenza e di decenza, istituendo una giornata dedicata a NONUNODIMENO.
L’uomo è un animale in via d’estinzione, ma questo le femministe non lo sanno. Si cura meno delle donne, muore ammazzato cento volte più delle donne e paga con più anni di carcere i reati commessi. Ma questo non si dice, questo non si sa.
I morti sul lavoro sono uomini, la nuova povertà è composta da una fetta importante di separati e divorziati, spesso lasciati in strada.
Chi lotterà per i loro diritti? La destra?
La parità dei diritti va considerata in esteso, non nel particolare e questo i Marxisti, immessi in questa ricorrenza, dovrebbero saperlo, almeno spero!
Bisogna ricollocare l’ideale nel periodo storico, altrimenti saremo bersagli immobili dell’alto reddito, del capitalismo. Dobbiamo cancellare i luoghi comuni e gli slogan trascritti e firmati dalla subcultura, quella che incide pesantemente sulla lotta tra poveri, ma le femministe non lo sanno e la sinistra radical chic s’inchina.

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