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Una fetta di pane

Publie le martedì 21 giugno 2005 par Open-Publishing

Dazibao Consumo-Pubblicità Povertà

di Giancarlo Pacchioni

Periferia di Roma, una sera qualunque, una strada buia. Il nome della strada non l’ho mai saputo, una cosa è certa, è buia e poco frequentata, sulla destra roulotte e baracche, sulla sinistra una pizzeria. Parcheggio la macchina, in terra c’è parecchio fango, intorno il silenzio di chi non ha nulla.

Poco distante, su un’altra strada, sfrecciano le auto, missili in città per fuggire dalla noia o anche per finire contro un palo della luce. Le auto corrono veloci, come impazzite, non sarà certo un pedone a fermarle.

La pizzeria è mezza vuota e mezza piena, ci sediamo, vicino a noi un papà ed il suo bambino.
Per me una media chiara, una bruschetta al pomodoro e una pizza con la cipolla, grazie. La pizza è la migliore che abbia mai mangiato, ma impossibile non essere tristi: il papà ed il bambino hanno ordinato, nulla da bere, da mangiare solo una fetta di pane bruscato per il bambino. Famiglia povera la loro, neanche i soldi per pagare una bruschetta al pomodoro, a condire quel dono stupendo solo un filo d’olio. Il papà osserva suo figlio, lo stomaco è vuoto, ma gli occhi sono pieni d’amore. Una immagine stupenda, triste e bella allo stesso momento.

A quest’ora le strade appartengono agli automobilisti, nessuno va in giro a piedi, la strada è larga ed alcuni la scambiano per un circuito. Una macchina corre veloce, una donna attraversa la strada. L’impatto è violento, lei muore sul colpo. Il guidatore scende dall’auto, si guarda attorno incurante e comincia a staccare le casse dell’autoradio, non vuole che le sequestrino insieme all’automobile.
Una donna è morta investita, una vita spezzata da un’auto assassina, alla guida una persona vuota, nessun rimorso, nessuna disperazione, solo la preoccupazione per il suo impianto stereo.

Un papà ed il suo bambino, persone povere che mi hanno regalato una emozione indelebile nell’album dei miei ricordi.

Una vita spezzata da un uomo che vive senza vita, uomo senza volto e senza nome, uomo che non dimenticherò mai, vita sprecata la sua, solo consumo di aria e di cibo, inquinamento ed aumento di entropia, nulla di più. Chissà dove sei ora, con un po’ di fortuna potresti aver centrato un albero.

Immagini dei miei ricordi, comparse nel film della mia vita, sequenze di emozioni contrastanti impresse nella memoria.