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IRAQ/VISTI NEGATI- ALFIO NICOTRA (PRC): "MOTIVAZIONI FINI INACCETTABILI PER UN PAESE DEMOCRATICO"

Publie le lunedì 29 agosto 2005 par Open-Publishing

Incontri-Dibattiti Guerre-Conflitti Discriminazione Partito della Rifondazione Comunista Parigi Alfio Nicotra

Dichiarazione stampa di Alfio Nicotra, responsabile nazionale del Dipartimento Pace del Partito della Rifondazione Comunista:

Le motivazioni del diniego dei visti d’ingresso in Italia degli esponenti dell’opposizione politica irachena fatte oggi sulla stampa dal Ministro Fini sono inaccettabili per uno stato democratico.

Una cosa è negare il visto ad esponenti del disciolto partito Bath di Saddam Hussein. Altra cosa è negarlo- come in questo caso-ad esponenti dell’opposizione politica irachena che erano contro la dittatura prima e che ritengono inaccettabile l’occupazione militare straniera oggi. Non c’è alcun mandato di cattura della magistratura irachena nei loro confronti. Sono esponenti religiosi e politici che esercitano alla luce del sole la loro opposizione. Il 15 Ottobre si voterà in Iraq per il referendum sulla nuova Costituzione.

Almeno che non sia un referendum farsa anche il No dovrà essere messo in grado di sostenere le proprie ragioni davanti al popolo iracheno e davanti alla comunità internazionale. Negare i visti a chi si oppone ad una Costituzione scritta sotto occupazione straniera e che piccona a fondo il tradizionale laicismo iracheno, significa ragionare da potenza occupante e non da Paese che vuole favorire in Iraq un reale processo democratico.

Che il Ministro Fini consideri dirimenti per il diniego dei visti, il giudizio negativo su queste persone espresso dall’ambasciatore iracheno a Roma è anch’esso paradossale. Significa sancire il principio che ogni oppositore ad un determinato governo debba veder precluso il suo ingresso in Italia se l’ambasciata del suo Paese non lo gradisce.

Crediamo però che le vere pressioni su Fini siano venute dagli Usa che non vogliono far conoscere all’estero le ragioni dell’opposizione irachena. Per questo chiediamo che si riveda questa decisione o in subordine si dica quali leggi della Repubblica italiana violerebbero costoro al loro ingresso in Italia.

Roma, 29 Agosto 2005