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> Tre "scalate" - Un unico regista

23 dicembre 2005, 22:53

Fiorani, Gnutti, Consorte: un trio da 50 milioni - di GIANLUIGI NUZZI -

Sarebbe questo l’ammontare degli affari realizzati dal banchiere lodigiano e dai suoi due soci attraverso speculazioni di Borsa e compravendite immobiliari

La scalata ad Antonveneta è stata solo una delle operazioni finanziarie, uno degli assalti a grandi società, studiato e compiuto da un’insolita e potentissima alleanza trasversale: Gianpiero Fiorani, il banchiere che dava gli affidi, Chicco Gnutti, l’imprenditore bresciano che guidava la finanziaria di partecipazioni Hopa e, attenzione, Giovanni Consorte, amministratore delegato di Unipol. Che guadagnava in proprio. È questo il quadro che starebbe emergendo a Milano. Un intreccio d’affari, finanziamenti, operazioni immobiliari e plusvalenze su titoli che la «santa alleanza» come l’ha già ribattezzata qualcuno in tribunale, compiva ben prima dell’inverno scorso, quando mosse i primi passi la scalata ad Antonveneta. E quest’ultima potrebbe essere solo «un concertino nel concerto», un episodio, importante, ma non unico. Affari che ora la Guardia di finanza, il nucleo provinciale di Milano, sta ricostruendo con maxi tabelle di riferimento.

La tesi portata avanti dall’accusa è questa: già alla fine del 2001 Gnutti-Fiorani-Consorte erano attivi. Soci occulti ma con mire espansionistiche. Attraverso speculazioni in Borsa, acquisti di azioni su cui, questo è l’ipotesi, venivano realizzate ricche plusvalenze personali.Con frenetiche compravendite immobiliari tra Gnutti e Consorte, interponendo Marino Ferrari, il prestanome di fiducia di Fiorani, come «cuscino» fiduciario. Parecchi affari, quindi, ben superiori a quei 10 milioni di euro di plusvalenze su operazioni no risk che sarebbero stati incassati da Consorte grazie agli utili garantiti da Bpi.