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sul corteo di roma per la palestina

Publie le lunedì 20 novembre 2006 par Open-Publishing
26 commenti

I componenti e le componenti del gruppo Bastaguerra di Roma, per essere testimoni di verità e giustizia, sentono il dovere di segnalare quanto segue a proposito della manifestazione di Roma, intitolata "Palestina libera, adesso !" :

 il clima della manifestazione era sereno e improntato alla solidarieta’ con la causa palestinese, testimoniato anche dalla Comunità palestinese in Italia, protagonista del comizio finale.

 l’elemento politico-chiave era la rottura dell’accordo militare Italia-Israele, rivendicata dallo striscione di apertura e dalla piattaforma della manifestazione.

Pertanto, il fatto che in modo corale tutti i mass-media abbiano enfatizzato il gesto stupido e politicamente distruttivo di un gruppo minoritario in coda al corteo, è servito a oscurare il vero contenuto politico della manifestazione ed a denigrare la generosità politica di quanti/e hanno partecipato al corteo.

A chi serve questa fanfara mediatica ?

Non solo al governo di Israele, ma anche al governo italiano che potrà più facilmente coprire la propria alleanza di guerra con Israele (comprendente tra l’altro l’acquisto di missili israeliani con le spese della nuova finanziaria).

Nel frattempo i massacri continuano insieme all’embargo contro la Palestina, mentre molti cosiddetti pacifisti si riempiono la bocca di parole vuote come conferenza di pace e Forza Onu.

Noi continuiamo, in solidarietà con la Palestina, a dire NO all’accordo militare Italia-Israele.

Roma, 19 novembre 2006, da BastaguerraRoma

Messaggi

  • E vero basta con l’onu e con questa farse istituzionali, torniamo alla lotta....... Si!!!!!!!!

  • A me viene sempre il dubbio che potrebbero essere provocatori di professione (servizi segreti, polizia, carabinieri, fascisti?) che si infiltrano apposta. Guarda caso nessuno dei poliziotti che seguono i cortei cerca di identificarli, come mai?

    • No, non sono provocatori nel senso di gente dei "servizi" o similia.

      Chi sono lo sappiamo, non sono romani, è gente comunque "di movimento" da sempre.

      Il problema a mio giudizio è un altro, è proprio l’impostazione della manifestazione di Roma che era sbagliata, che si prestava ad adesioni ambigue ( le stesse del corteo sempre a Roma del 30 settembre per l’ Irak ) ed anche all’episodio dei fantocci, anche se le "presenze ambigue" non c’entrano con questo episodio.

      Come era sbagliata l’impostazione della manifestazione di Milano, tutta basata sul "forza Onu" e sostanzialmente in sostegno con l’operato di D’Alema e del governo più in generale.

      Io la penso come i compagni di Acrobax che, intervistati oggi da "Repubblica", hanno detto che è inaccettabile dover per forza sciegliere di schierarsi o con l’Onu ed il governo (Milano) o con Hamas (Roma).

      Deve poter esistere una terza via, intelligente ed originale, che riporti il movimento al protagonismo di Genova e del 2002/2003.

      E comunque credo che al momento non siano affatto centrali le questioni internazionali, bensì i problemi del lavoro e della precarietà.

      Come hanno ampiamente dimostrato i numeri della manifestazione del 4 novembre e quelli dello sciopero "autonomo e di base" di venerdì scorso.

      Keoma

  • <>

    No no, erano berlusconi e bondi mascherati da no global.

  • A qualcuno piace fare lo spiritoso ma spiegatemi come mai nessuno li identifica e sono sempre gli stessi dai tempi di Genova e forse anche prima, trovano sempre un giornalista con telecamera lì vicino pronto a riprenderli, i tg di B. li trasmettono dopo pochi minuti con tanto di commenti pronti da tempo,in Parlamento sono pronte le interrogazioni già da giorni prima le manifestazioni(ovviamente dei soliti deputati codini).Mah, ovviamente sarà un caso!

    • No, non sono gli stessi dai tempi di Genova.

      In questo caso, nulla a che vedere con il fantomatico Blak Blok, che dopo Genova non si è più materializzato in nessuna manifestazione, e nemmeno col generico anarchismo ; dietro i fantocci c’erano striscioni firmati da precise realtà politiche e sociali che non avevano alcun interesse a nascondersi, anzi tutto il contrario, e comunque, a differenza di Genova non c’è stata nessuna violenza contro persone o cose ma solo una stupida pagliacciata di esibizionismo piccolo/borghese.

      Quanto ad identificarli, credo che la Digos li abbia identificati pressochè tutti, peraltro non erano più di dieci.

      E in realtà credo non abbiano formalmente commesso alcun tipo di reato, tra l’altro i fantocci sono sì stati bruciati, cosa di nessuna rilevanza penale, ma nessuno ha sentito lo slogan su Nassiryia - che forse qualche rilevanza penale avrebbe avuto - che sembra sia stato veramente inventato dai media.

      Come già dicevo, credo che il problema sia nel manico, cioè proprio nell’impostazione, profondamente sbagliata ed ultraminoritaria, di quella manifestazione.

      Non serve invocare ad ogni piè sospinto la repressione statale o gridare un giorno sì e l’altro pure alla "provocazione dei servizi" o della stampa berlusconiana, i problemi vanno affrontati per quello che sono ...... appunto problemi politici.

      Keoma

    • “E in realtà credo non abbiano formalmente commesso alcun tipo di reato, tra l’altro i fantocci sono sì stati bruciati, cosa di nessuna rilevanza penale”

      art.290 codice penale - Chiunque vilipende pubblicamente .... le Forze Armate dello Stato o della Liberazione è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni.

      art. 724 codice penale - chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose .. contro i defunti è punito con la sanzione pecuniaria ...

    • visto che è reato... allora aspettiamoci centinaia e centinaia di denunce negli stadi e nei cortei in cui si beffeggiano le forze dell’ordine, carabinieri ecc. a livorno, per dirne una, ogni evento pubblico calcistico o politico richiederebbe chissà quante denuncie... mah! qua mi sembra che i giornali, come al solito, siano andati a nozze nel creare l’evento... ed i soliti coglioni non si sono sottratti allo spettacolo... c.v.d. .... nulla di nuovo

  • Come al solito i giornali esaltano ciò che fa notizia, tralasciando quello che è stata la manifestazione a Roma. Io concordo sul fatto che la il popolo Palestinese deve riavere la sua terra che gli fu tolta a suo tempo ed Israele non può esistere, non in quella zona del Mondo perchè sarà sempre al centro e causa dei conflitti medio-orientali. Dall’altra parte non posso accettare comportamenti "anti-italiani" come quelli che sono avvenuti durante la manifestazione ad opera di un ristretto gruppo di manifestanti. Spero che queste persone siano state individuate e che si prendano le loro responsabilità. Ingiurie contro dei defunti e bruciare tricolori sono azioni da estremisti cresciuti nell’odio per tutto ciò che non è "rosso", ma il tricolore non è solo la bandiera della destra, delle istituzioni e dell’esercito ma è la bandiera di tutti gli Italiani, sia di destra che di sinistra, belli e brutti, ricchi e poveri, siano essi rossi, neri, verdi o gialli. Il tricolore è il simbolo del nostro popolo intero.

    MILITE IGNOTO

    • francamente io non mi riconosco nel tricolore né nella categoria degli "italiani". E cosa sarebbe? Tutti quelli nati in italia? Tutti quelli cresciuti in italia? Da quante generazioni? mah! Dovevamo rivendicare di essere italiani anche quando andavamo al seguito del generale graziani? Dovevamo dirci fieramente italiani anche quando in nome del belpaese si facevano le leggi razziali? Io non brucio bandiere perchè trovo il gesto semplicemente infantile. non sputo sui morti perché sono i vivi che mi permetto di giudicare e non i morti. Ma il tricolore, l’inno di mameli ed il concetto di patria NON MI APPARTENGONO! Per l’internazionalismo proletario! Viva l’anarchia!

    • Beh penso che tu la pensi così perchè leghi in modo indissolubile il concetto di Patria al fascismo o comunque alla guerra, ma non è così, la Patria siamo noi, sono i nostri valori, la nostra cultura, le nostre leggi e le nostre istituzioni. L’Italia porta ancora le ferite di una guerra civile che formalmente finì 60 anni fà ma a quanto pare non è ancora finita: siamo in un Paese spaccato in due e le parti si combattono in modo antagonistico pensando ai propri interessi particolaristici e non tenendo mai conto del bene comune. Un Paese in queste condizioni non và da nessuna parte. Per quanto riguarda l’internzionalismo proletario non ti sembra che parli di cose ormai passate? Il proletariato così inteso da Marx non può più essere il soggetto rivoluzionario, non ha più la forza necessaria. E a mio parere l’internazionalismo puro non è il massimo, è importante essere coscenti che esiste una sola razza umana, che ogni essere umano ha dei diritti fondamentali qualunque sia la loro origine, la pace fra le nazioni e pari dignità fra i popoli ma abbattere le frontiere nazionali, uniformare le diverse culture porterebbe all’omologazione di tutta l’umanità e sarà la morte di un altro valore fondamentale della modernità: il pluralismo.

    • la patria siamo noi fa molto degregori... ma cosa vuoi che possa accumunare un disgraziato che guadagna 600euro al mese con uno che ne guadagna 6mila o 60mila ?! Cosa vuoi che accomuni un poveretto senza casa con uno che possiede interi quartieri?! i valori che ci accomunano quali sono? maddai. il paese non è diviso in due da prodi/belusconi ma da ben altro essendo questi due pressoché speculari. In nome del pluralismo io devo sopportare di sottostare a chi mi sfrutta e magari ringraziarlo anche per essere "diverso"? Guarda, penso che il nodo vero attorno a cui non ci "prendiamo" sia un altro: io continuo a pensare in termini di combattere lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e continuo a parlare di conflitto di classe... capisco che il termine non è più di moda... mentre tu, credo (e mi scuso se interpreto male) hai sostituito al conflitto di classe con l’idea girotondista di legalità (la svolta di berlinguer, in sostanza) come se questa poi potesse davvero valere per tutti: da chi dorme per strada a chi si fa costruire un vulcano in sardegna. circa l’omologazione che temi... questa è data proprio dalla globalizzazine imposta dal capitale (e mi perdonerai il termine) ciao

    • Ma cosa credi che tutti gli altri che non la pensano come te devono per forza guadagnare 6 mila o 60 mila euro al mese? In Italia la maggioranza della popolazione fa parte delle "classi medie", chi più benestante chi un pò meno, ma non c’è grande differenza nemmeno da te se prendi veramente 600 euro netti al mese. I padroni e gli sfruttati non esistono più come li intendi tu, massimo puoi parlare di dirigenti e dipendenti. La lotta di classe... la società è caraterrizzata da conflitti interminabili finchè ognuno pensa in senso assolutamente individualistico ai suoi interessi senza guardarsi intorno. Non stò dicendo che non ci devono essere conflitti (che sono ottimi catalizzatori di mutamento sociale) ma che questi non devono diventare gli unici motivi di vita delle persone. E poi esistono molte altre cose non fortemente legate al lato economico che condividi con tutti gli Italiani, indipendentemente da quanto guadagnino.
      P.S.: non mi sento un seguace di Berlinguer

      MILITE IGNOTO

    • in questo paese tanto casino per tre fantocci bruciati (da tre altrettanto fantocci)... molto meno casino per 150mila morti sul "teatro di guerra" come amano dirci gli "esperti"...
      condividete anche questa se potete: A Nassiriya i "nostri" spararono su un’ambulanza: nessun reato (ci mancherebbe! sono lì per i valori che tutti ci accomunano).
      PS qualche tempo addietro si parlava anche di fine della storia... poi si scoprì che queta none ra finita... Ora si tiene botta nel dire che è finita la lotta di classe... staremo a vedere... chiamatela come volete... ma staremo a vedere...

    • Che vorresti fare? La rivoluzione? E a quella metà di Italiani che non condividono le tue idee? Glielo imponi?

      MILITE IGNOTO

    • coraggio MILITE IGNOTO... che ami scrivere su un sito che si chiama BELLACIAO... che se era per te ancora l’uomo della provvidenza avevamo... visto che metà italia lo voleva... per non parlare poi dell’alleato con i baffetti... Dammi retta, cambia nome che porta sfiga...

    • Il Milite Ignoto è il simbolo del sacrificio dei soldati italiani durante la 1 guerra mondiale, in nome della Patria e dell’unità nazionale. Non è certo un prodotto del Fascismo. E invece di insinuare il fatto che io sia fascista, neo-fascista o comunque di destra (Berlusconiano?) e che sono venuto qui a provocare in modo fine a sé stesso, perchè non rispondi alle mie domande? O non sai cosa rispondermi? Ad ogni modo io sono qui per confrontare le mie idee con le vostre attraverso un dialogo il più democratico possibile, perchè sono stanco dell’atteggiamento setterio e chiuso sia della sinistra che della destra. Ma se questo è un ambiente da Unione Sovietica, ditemelo subito che evito di parlare ai muri. Spero che non sia così.

      MILITE IGNOTO

    • Si, il Milite Ignoto non è un prodotto del fascismo, mi sembra ovvio visto che il Vittoriano è stato costruito prima della presa del potere di Mussolini, ma di un certo nazionalismo dannunziano sicuramente si.

      Che certo non è tout cout padre del fascismo ( anzi, molti antifascisti militanti, vedi i mitici Arditi del Popolo, provenivano proprio dall’interventismo nazionalista ) ma che però ne è certamente alle origini politiche, sociali, culturali, ambientali.

      Credo comunque che nella storiografia ufficiale del dopoguerra si sia fatta molta confusione su questo, pochi sanno ad esempio che gran parte dei legionari che seguirono D’Annunzio a Fiume erano di origine anarchica e comunque lontana mille miglia dal fascismo ed anche dal nazionalismo borghese.

      E ancora meno gente sa che gran parte della futura dirigenza della Resistenza, a partire da Pertini, Parri, Bauer, Lussu, Amendola, gli stessi Gramsci e Togliatti, erano nel 1914 convinti interventisti.

      Occorrerebbe, per capire quelle che oggi sembrano assurde contraddizioni, analizzare seriamente e senza schemi preconcetti l’origine indubbiamente e fortemente risorgimentale di tutta la sinistra italiana, ma ovviamente non mi sembra questo il luogo e l’occasione.

      Una volta detto questo ed una volta chiarito che in questo sito, a sicura discriminante - vedi pure il nome - antifascista, non c’è proprio nulla però di "sovietico", mi sembra oggettivo che l’ approccio del nostro "milite ignoto" sia quantomeno di tipo qualunquista, se non peggio ....

      Arriva a sostenere la necessità della distruzione ( o di un impossibile "trasferimento") di Israele, cosa che non passa minimamente per la testa nemmeno ai coglionazzi della sceneggiata dei fantocci bruciati, e poi si incazza come una jena per un improbabile "vilipendio alla bandiera" o al per lui gravissimo "scarso spirito nazionale" degli stessi stupidi giovinastri.

      E non si accorge invece che qua sopra si è andati ben oltre, si è criticata l’intera impostazione, a mio giudizio profondamente sbagliata e tutt’altro che utile ai palestinesi, della manifestazione di Roma.

      Impostazione che oggettivamente aveva già in embrione, anche al di là della soggettiva volontà di alcuni dei promotori, sia le adesioni "ambigue" di gente che in fondo la pensa come il nostro "milite ignoto" - nei giorni precedenti la zona nord di Roma era piena di manifesti tricolori fatti a mano, opera di ambienti della cosiddetta "destra radicale", che invitavano ad andare a quel corteo - sia episodi di stupido ed infantile esibizionismo piccolo-borghese come la vicenda dei fantocci.

      Insomma, il nostro improbabile "milite" dimostra di essere come quelli che quando gli indichi la luna con un dito, guarda il dito e non la luna.

      Un grande nazionalista, prima che comunista, del suo immenso Paese li definiva "imbecilli".

      Io condivido questa definizione.

      Keoma

    • Un giorno dovrò capire cosa vi ha reso così arroganti.... Forse dal fatto che avete "sconfitto" il fascismo e vi vedete come gli eredi spirituali e culturali della resistenza? Io ho espresso delle mie personali opinioni e mi ritrovo simili risposte, insinuanti miei personali legami con "l’uomo della provvidenza", la mia imbecillità e nel modo di esporre trapela, senza tante difficoltà, quasi un senso pietistico del povero milite che guarda solo il dito e non sposta lo sguardo verso la luna. La vostra chiusura mentale mi stupisce ogni giorno di più, vi sentite superiori, sempre vincenti e le vostre parole sono sempre irrispettose della persona con cui dovreste "dialogare". Per quanto riguarda israele sò benissimo che non si può distruggere né trasferire altrove, ho semplicemente detto che la creazione di Israele in quella zona è stato un grande errore e la soluzione dello stesso io non sono riuscito a trovarla. Io non mi sono "incazzato come una iena" ma ho espresso la mia indignazione per queste manifestazioni di estremismo da clima "guerra fredda". Interventismo e patriottismo non sono per forza legati, c’erano motivi diversi dietro la scelta dell’intervento nella guerra. Ed è incredibile che le vostre etichette di qualunquismo e di fascista siano così facilmente applicate, parlante tanto dei fascisti indottrinati, ma voi? In cosa siete diversi da loro? Una storia del fascismo, della resistenza e del dopoguerra tutta falsificata, piena di menzogne, di omissioni e di distorsioni. Immagino già la mia etichetta di Fascista pronta ad essermi impressa per il resto dei miei giorni. Ma se quello che intendete voi per "fascista" è una persona che crede in tutto il suo popolo, nei suoi simboli, nella sua cultura allora premete con forza, marchiatemi a fuoco, che lo sappiano tutti che io non mi nascondo dietro a menzogne, dietro ad un santuario politico, che non seguo un dogma, che sò accettare l’altro (sia esso di destra, di sinistra o di nessuna delle due) e che non accetto nessuna prevaricazione, sia essa con le belle ed erudite parole o sia essa con la forza.
      Comunque questo discorso ha deviato di molto dalla discussione generale io mi fermerei anche qui, a voi la scelta se continuare o meno su questa linea, perchè a mio parere le discussioni si fanno in due.

      MILITE IGNOTO

    • Sono stato il primo a parlare di "storiografia ufficiale dal dopoguerra in poi" che ha fatto confusione e che provoca oggi il fatto che nessuno sa chi fossero veramente i legionari di Fiume, chi fossero gli Arditi del Popolo o come tutto il gotha dell’antifascismo fosse stato interventista rispetto alla prime guerra mondiale.

      Curioso quindi il fatto che, anche nei miei confronti, venga rivolta l’ accusa di "conformismo" rispetto alla storiografia ufficiale ..... o di dogmatismo della "tradizione comunista" che chi segue i miei interventi su questo sito sa bene che non solo non mi appartiene ma che spesso è il principale obiettivo delle mie invettive ......

      Una volta detto questo, però, so anche molto bene riconoscere chi, tra la rivendicazione - al di là dei sacrosanti diritti dei palestinesi - della distruzione di Israele e un patriottismo da primi novecento patetico ed assai "d’antan", è quantomeno assai vicino, nei contenuti, a quella cosiddetta "destra radicale" che imperversa negli stadi ed, a volte con esiti cruenti, anche nelle strade delle nostre città.

      O almeno a quel qualunquismo che ha prodotto fenomeni deteriori come il berlusconismo o il leghismo, che nei fatti sono, negli effetti politico/sociali, anche peggiori del fascismo propriamente detto.

      Evidentemente, partendo da una logica schematica e da un pregiudizio di fondo sui frequentatori di questo sito, hai difficoltà a comprendere quanto ho sostenuto nei miei commenti.

      Cioè che la differenza tra me e te è che tu di quella manifestazione romana condividevi pressochè tutto tranne l’incendio dei fantocci ( e magari, in una logica nazionalistica ti scandalizza solo l’incendio di quello raffigurante il militare italico) e lo slogan, che peraltro nessuno dei presenti dice di aver sentito, su Nassiriya.

      Mentre invece io, solidale coi palestinesi ma coerentemente convinto che ogni nazionalismo abbia oggi un significato deteriore, dell’ impostazione di quella manifestazione non condividevo nulla.

      Keoma

    • SINCRONICI

      Che i sinistri di governo siano (se possibile) più reazionari della destra, lo sapevamo da tempo, e che quindi da loro sarebbero scaturite leggi repressive ancora più fantasiose di quelle del fu Berlusconi era logico aspettarselo..
      Come altrettanto logico era che Rifo, utilizzato il "movimento dei movimenti" per darsi una verniciata di partito di lotta, subito dopo le elezioni, avrebbe poi (nella più completa eredità togliattiana) preferito gli abiti più comodi ed eleganti del partito di governo.
      Al limite l’autocritica la dovrebbero fare quelli che hanno accettato questa contaminazione elettorale dei riaffondaroli, salvo poi gridare al tradimento quando questi si sono accodati al governo in tutte le scelte da questo fatte in nome del "pericolo Berlusconi".
      Il problema che i rivoluzionari hanno non è quindi l’adozione di nuove leggi liberticide, cosa a cui sono di fatto abituati, e che da tempo hanno messo nel conto, ma il fatto che le periodiche manifestazioni antimperialiste vedano partecipazioni dei compagni sempre più limitate nel numero e con una voglia che tende da tempo a scemare.
      Non basta moltiplicare per quattro o per sei il numero dei partecipanti ad un corteo per esorcizzare il fallimento di un iniziativa: se un’iniziativa non va bene bisogna cercare di capire dove si è sbagliato, specialmente se questi fallimenti si ripetono.
      Ed allora noi pensiamo che se molti compagni non vengono ai cortei, non è per qualche slogan, ma per l’impianto stesso dell’iniziativa. Quando gli organizzatori lanciano un appello di sostegno "alla resistenza palestinese, iraqena ed afghana" non si devono meravigliare del fatto che molti compagni non aderiscano, visto che nella mentalità dei compagni non si
      sopporta l’integralismo di casa nostra, è logico che non si sopporta, per esempio, l’ideologia di Hamas, dei talebani ed anche degli stessi Hetzbollah. Già immaginiamo la canea che queste parole susciteranno: questi stanno resistendo contro l’imperialismo e quindi meritano tutto il nostro sostegno e cose di questo tipo. Ma il fatto di combattere contro
      l’imperialismo non è motivo sufficiente perchè si stia dalla stessa parte: uno può combattere contro l’imperialismo, perchè magari si vuole sostituire ad esso e quindi è un mio nemico, non un mio amico; oppure si oppone ad un imperialismo perchè ne preferisce un altro ed anche in questo caso è un mio nemico; oppure è contro l’imperialismo perchè preferisce per ragioni
      recondite un regime di tipo feudale ad un regime capitalista, ed anche in questo caso è un mio nemico.
      (Abbiamo usato il singolare nell’ultima frase perchè il singolare da maggiormente il senso del pensare individuale-collettivo di molti compagni).
      Perchè il compito di un comunista non è quello di sconfiggere a qualsiasi costo l’imperialismo più forte, come se l’imperialismo fosse un progetto politico e non una necessità economica del capitale avanzato: il compito del comunista è quello di far prendere coscienza al proletariato del suo ruolo di merce da cui si deve liberare per assumere il suo ruolo di nuovo soggetto sociale e politico in grado di abbattere il regime capitalista. Che cazzo c’entra il comunista con ideologie nazionaliste, come quelle dei baathisti, o quelle integraliste di sciiti di varie parti (Iran, Libano) o quelle di
      chi inneggia alla guerra santa come Al Qaeda?
      Ma soprattutto che c’entra il comunista con le guerre intercapitalistiche, sia pure di diverse entità e forza?
      Il comunista non è semplicemente un missionario che sta dalla parte del più debole contro il più forte: il comunista è un rivoluzionario che cerca di sviluppare le contraddizioni del Sistema capitalistico e di favorire la presa di coscienza dei proletari per abbatterlo, e quindi demistifica pure gli orpelli, i fronzoli che il Sistema usa per obnubilare le coscienze dei
      proletari. Come può quindi appoggiare movimenti integralisti che mandano i kamikaze in nome di un cazzo di Dio denominato Allah ad ammazzare non solo soldati occupanti, ma addirittura gente al mercato, o gente in cerca di
      lavoro o bambini a scuola?
      Insomma questa guerra non è la nostra e non è nemmeno la guerra dei proletari di quei paesi: cosa volete che cambi per un iraqeno fra il sottostare al regime di Saddam piuttosto che al regime attuale? Per il palestinese è forse meglio morire massacrato dai siriani a Tall Al Zatar piuttosto che dai pezzi di merda israeliani a Gaza? Per il proletario afghano è forse meglio portare il burka talebano piuttosto che il burka tagiko? Come si vede nessuna alternativa entusiasmante da nessuna parte.
      Siccome siamo avanti un pò con gli anni, possiamo dire che questo film lo abbiamo già visto, quando un personaggio di Lotta Continua decise di appoggiare la rivoluzione komeinista in nome della liberazione del popolo iraniano dal dominio yankee rappresentato dallo scià: c’erano addirittura i mujiaiddin del popolo in Iran, allora, che perlomeno conducevano la loro lotta antiamericana su posizioni di sinistra, ma quel personaggio decise che per liberare il popolo iraniano bisognava appoggiare gli ajatollah, beh il risultato è noto, i mujiayddin furono sterminati, e per i proletari di quel paese, lasciamo perdere, va.
      E allora è inutile infognarsi in questa diatriba per slogan truculenti, ma sostanzialmente imbecilli, anche se figli di una moda imperante nel "movimento": quella del tifo. Come si fa i tifosi appoggiando guerre di altri, così si fa i tifosi gridando quegli slogan, che in maniera altrettanto ridicola qualcuno vuole condannare per istigazione, come se quelli fossero slogan programmatici e non semplice tifo, o come se qualcuno volesse ipotizzare che questi urlatori da stadio siano in grado di aizzare iraqeni, afghani ed altri ad ammazzare i militi di casa nostra.
      Ma se rasentano il ridicolo certe ipotesi di qualche pm in cerca di gloria, sono completamente nel ridicolo certe manifestazioni di tifo, e rischiano di sprofondare nel ridicolo anche le periodiche manifestazioni a sostegno di questo o di quello.
      C’è un altro evento che si è affacciato sullo scenario internazionale: la rivolta di Oaxaca, dove gli abitanti di una delle zone più povere del Messico resistono agli assalti dei gendarmi di un governo corrotto ed affamatore. Ma di questa rivolta si parla poco, perchè tutti sono impegnati a tifare per i seguaci di Allah in medio oriente. Eppure questa rivolta messicana è finalizzata ad ottenere condizioni di vita dignitose per i proletari di Oaxaca, non per instaurare un governo integralista cristiano o di qualche altro movimento religioso; insomma si può iscrivere a pieno titolo nella lotta di classe per la libertà e per un sistema più giusto: in parole povere la loro lotta è la nostra lotta.
      Ma a quanto pare non è così per molti, che si autodefiniscono comunisti, che invece preferiscono la resistenza afghana.
      Probabilmente perchè in Afghanistan o giù di lì si spara contro quello che ormai molti considerano il nemico principale: l’imperialismo yankee col suo codazzo di lacchè occidentali e non. Ormai per molti il nemico sono gli americani, non più il capitalismo; ma non solo, il medio oriente viene preferito ad Oaxaca, perchè più mediatico, e perchè qualcuno ha l’impressione che impegnarsi (sia pur come semplici tifosi) in un evento così grosso come "la resistenza iraqenafghanalibanese" vuol dire accrescere il proprio peso politico, in maniera oltretutto più semplice e meno pericoloso che rimboccarsi le maniche per sostenere ad Oaxaca, ma soprattutto in casa propria le istanze di libertà e le lotte proletarie contro questo sistema di merda.
      A nessuno viene in mente di analizzare gli obiettivi che gli artefici di queste "resistenze" perseguono, l’importante è che sparano contro amerikani e affini.
      Eppure a tutt’oggi non abbiamo sentito nessuno di questi artefici di resistenze parlare di migliori condizioni di vita per i proletari, non abbiamo sentito nessuno di loro proporre istanze di libertà individuali e collettive, li abbiamo soltanto sentiti invocare "il Dio Onnipotente" e chiedere le leggi islamiche, sincronicamente ai loro "nemici" che invocano l’esportazione del "credo democratico" e naturalmente dei "valori occidentali". Sincronicamente ambedue i contendenti vogliono il controllo del petrolio e sincronicamente ammazzano i proletari iraqeni, ma anche afghani. Insomma una guerra uguale a tante altre, già viste, fra pezzi di merda in lotta per il Potere o per controllare i beni strategici.
      Hanno tutti lo stesso identico umore (per parafrasare il grande Fabrizio), ma la divisa di un altro colore.Insomma una guerra che non è la nostra, e che sortirà come unico effetto (chiunque la vinca) un imbarbarimento della situazione e condizioni di vita sempre peggiori per i proletari.
      E allora riproponiamo uno slogan, che non abbiamo coniato noi, ma che condividiamo fino in fondo:
      QUE SE NE VAJAN TODOS.
      Se proprio si vuole parlare di medio oriente, perchè invece di bruciare alcune bandiere non le si bruciano tutte? Perchè invece di bruciare in effigie (fantocci) alcuni militari di una parte, non si bruciano in effigie o in fantocci tutti quelli che di questo scannamento giornaliero sono artefici, da Bush a Osama, dai governanti europei a quelli sunniti, da quelli israeliani a quelli sciiti e chi più ne ha più ne metta?
      Non sono contrapposti, sono sincronici, perchè tutti vogliono opprimere i proletari, tutti parlano delle stesse cose: nazione patria religione identità bandiere nemico; tutti hanno in mente cose "grandi": il grande Islam, la grande Euroasia, la grande Israele, la grande Europa, la grande America e così via.
      Ma libertà e liberazione dal bisogno sono concetti che non stanno in nessuno dei loro vocabolari;
      ESCLUSO IL VOCABOLARIO DEI PROLETARI DI OAXACA naturalmente.
      Questa è la nostra scelta di campo, questi sono i nostri valori ed è per questi valori che intendiamo combattere, non certo per una Chiesa, una Sinagoga o una Moschea in più.

      L’Avamposto degli Incompatibili

      www.controappunto.org

    • Si ma anche i "proletari" (anche se vorrei sapere come sono da voi identificati) fanno parte di una Patria, una Nazione, un popolo e sono rappresentati da una certa bandiera! Vi scagliate ( L’Avamposto degli Incompatibili) tanto contro le religioni e l’imperialismo, ma il comunismo non è forse sempre stato una fede? L’unica fede "giusta" e "veritiera"? In cosa si distingue dall’intregalismo islamico e dalla dottrina cattolica?

      MILITE IGNOTO

    • Non abbiamo scelto il popolo di Oaxaca, ma "i proletari di Oaxaca". Ancora non
      hai capito che il concetto di popolo come lo intendi tu, cioè tutti quelli
      che si trovano a vivere comunitariamente in un dato posto è un artifizio?
      Che esistono quelli che sfruttano i proletari, e i proletari sfruttati, i
      poveri e i ricchi e così via? E che non hanno tutti gli stessi interessi?
      La rivolta di Oaxaca non è la lotta indistinta di tutti quelli che vivono ad
      Oaxaca, ma dei poveri, dei proletari che vivono ad Oaxaca. Che poi questi
      siano la grande maggioranza in quel territorio, è un altro discorso.
      Cque non si tratta di tifo, ma di stare dalla stessa parte della barricata:
      quando vado ai cortei organizzati dai precari Atesia (quelli autoorganizzati
      intendo, non quello del 4 Novembre) sto facendo la stessa lotta di Oaxaca;
      quando organizziamo il supporto legale per i proletari nelle zone in cui
      siamo presenti, o quando si fanno i comitati antisfratto e così via stiamo
      facendo la stessa lotta di Oaxaca. Per questo dicevamo che quella è la
      nostra guerra.
      Quando il capo di Hamas o qualsiasi altro personaggio di quella zona
      manda la gente a farsi saltare in nome di Dio Onnipotente non sta facendo la
      mia stessa guerra. Capita la differenza?
      La cosa dirimente è l’invio delle truppe o il fatto che, per esempio, in
      Italia si stanno restringendo gli spazi di libertà per tutti, che in Europa
      sia stata approvata la legge antiterrorismo, prima ancora che sia approvata
      la costituzione (che secondo i parametri della cosiddetta democrazia
      borghese dovrebbe essere l’atto fondativo di una comunità), che dovunque
      stanno peggiorando le condizioni di lavoro (Atesia insegna), che in Europa,
      per fare un altro esempio sia stata approvata la Bolkenstein, e così via? Il
      fatto che accanto a queste cose mandino pure i militi in altre parti è un
      altro aspetto della questione.
      Ma sul serio credete che i soldati in Iraq siano stati mandati per il petrolio
      all’ENI? Al massimo sono stati mandati per garantire agli yankees il
      controllo dei flussi del petrolio: ma detto fra noi l’ENI ci ha guadagnato o
      ci ha rimesso con la guerra in Iraq?
      Guarda che Saddam stava facendo accordi in Europa per farselo pagare in euro
      e non in dollari!!!
      L’unico vantaggio del "sistema Italia" (come lo chiamano eufemisticamente
      tutti i governanti) è che nessuno parla di precarietà, di impoverimento, di
      restringimento degli spazi di libertà perchè tutti impegnati a parlare di
      Iraq, terrorismo e sicurezza.
      Bell’affare, veramente!?!
      huambo

      www.controappunto.org

    • Della propaganda in tempo di guerra (4).
      Lessico universale ragionato
      di Gaspare De Caro e Roberto De Caro

      Patria, amor di (cfr. anche Nazionalismo, Sciovinismo)
      Patriottismo dolce. Si è tenuto recentemente a Fiesole un convegno promosso da alcuni autorevoli personaggi, correnti e sottogruppi della Sinistra per accreditare l’idea che ciò di cui ha maggiore urgenza il Paese è una buona iniezione di patriottismo, proprio la Sinistra apparendo ai convegnisti particolarmente anemica da questo punto di vista (cfr. U. Rosso, E la Margherita lancia il «patriottismo dolce», in la Repubblica, 19 nov. 2006). Si tratterebbe, sostengono a Fiesole, di «patriottismo dolce», senza escandescenze o efferatezze par di capire, essendo la variante hard evidentemente da lasciarsi ad altri, secondo le regole dell’alternanza.
      CONTINUA...

      articolo comeleto inoltrato ora su Bellaciao o reperibile su www.carmillaonline.com

    • Certo non intendevo dire che i vostri fini siano gli stessi di quelli dell’integralismo islamico, ma i mezzi non sono poi tanto dissimili... spero che ormai si sia superata la massima: "il fine giustifica i mezzi".
      E ribadisco che la vostra visione di popolo è:

      1) Semplicistica e riduttiva
      2) Dogmatica
      3) Anacronistica

      Un consiglio: aggiornatevi un pò sul mutamento sociale (veloce nella modernità, nei Paesi occidentali)

      MILITE IGNOTO

    • e allora se vuoi stare al passo con i tenpi frequenta i siti del riformista o il foglio di ferrrara, magari il filosofo cacciari e l’ultimo tremonti no-global... tutto un sacco moderno ed al passo con i tempi. E’ un problmea tuo. buonanotte