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torniamo alle Ferrovie dello Stato!
Publie le mercoledì 1 luglio 2009 par Open-Publishing6 commenti
Una volta c’erano le ferrovie dello Stato. Non furono mai attive e per questo furono presto "privatizzate", sottratte
alla gestione ed al pubblico controllo ed affidate a "managers" che generalmente non sapevano come fosse fatto un treno. La mania della privatizzazione dei servizi ha contagiato tutti anche la sinistra che, per essere "moderna" deve ripudiare ogni forma di statalismo.
Fino a quando ci furono le Ferrovie dello Stato gli incidenti erano praticamente sconosciuti. Esisteva una cultura collettiva della gestione della ferrovia ed un orgoglio, un senso di appartenenza straordinario.
Anche dal punto di vista dei costi, le FFSS costavano meno di quanto costi oggi TreniItalia,foraggiato anche dalle regioni ricattate sulla questione dei pendolari e delle rete secondarie.
Fate la somma di quante vite umane si sono perse e quanti incidenti gravissimi abbiamo registrato dalla privatizzazione ad oggi e vi renderete conto che non è stato un buon affare.
Ma scommetto che nessuno a sinistra metterà in discussione il regime che ha provocato la sciagura di Viareggio ed altre ne provocherà in futuro
Pietro Ancona
Messaggi
1. torniamo alle Ferrovie dello Stato!, 1 luglio 2009, 08:57
Non mi sembri affatto obbiettivo amico mio!Le ferrovie italianead oggi sono tra le più sicure d’Europa( prova a vedere quanti morti hanno fatto in Inghilterra dalla Thachter in poi). Il problema delle ferrovie è la politica!Si è fatta la privatizzazione ma la si è lasciata a metà perchè le tariffe sono gestite dalla politica sulla base di considerazioni sociali o calcoli sull’inflazione e difatti le tariffe tedesche, inglesi e francesi sono il triplo delle italiane( e non sempre a fronte di un servizio tre volte migliore), decine e decine di tratte non hanno passeggeri e centinaia ne hanno pochissimi( al livello di meno di mille all’anno) ma vengono conservate per ragioni elettoralistiche altrimenti i paesini si sentirebbero isolati anche se ora tutti hanno l’auto, lo stato deve decine di miliardi di euro alle ferrovie ma non paga e l’amministratore non li chiede perchè è scelto dal governo. A questo si aggiungono amministratori che in realtà sono politici trombati ma fedeli al partito, le assunzioni decise "dall’alto" con la complicità dei sindacati,i servizi terziarizzati di cui nessuno controlla la qualità, appalti sempre ai soliti, treni comprati per fare favori( vedi salvataggio fiat) già vecchi prima di uscire ecc.ecc. ed hai una miscela di servizi di cattiva qualità. Anche il fatto che gran parte delle risorse sia state dirottate verso l’alta velocità è stata una scelta politica (suicida a mio parere) di immagine ma anche di distribuzione di appalti che, ovviamente, ha penalizzato il pendolarismo. In sostanza il male delle ferrovie è che agisce ancora come se fosse un ministero ma nessuno se ne prende la responsabilità. Michele
1. torniamo alle Ferrovie dello Stato!, 1 luglio 2009, 10:56
Viareggio, chi sono i colpevoli
di MAURIZIO RICCI
NON ci sono pesci piccoli nella catena delle responsabilità per la tragedia di Viareggio. Questo è quello che sappiamo finora. A muovere il treno è il gigante Fs. I vagoni sono della Gatx, un colosso del settore, che ne gestisce 20 mila. Gli standard di sicurezza a cui devono attenersi sono stati fissati al massimo livello, la Commissione europea di Bruxelles. Il contenuto dei vagoni è gpl prodotto dalla Sarpom, proprietà del maggior gruppo petrolifero mondiale, la Exxon. Che ha affidato la verifica finale degli stessi vagoni di nuovo alle Ferrovie dello Stato, nella veste privata di Fs logistica.
Non ci sono piccoli imprenditori disinvolti e faciloni, piccoli burocrati inesperti o poco competenti. Siamo di fronte ad una serie di protagonisti, con storia, esperienza, mezzi e strutture. Ma ognuno, in questa storia, sembra portare una porzione di responsabilità.
Il locomotore Trenitalia arriva alla stazione di Viareggio ad una velocità di 90 chilometri l’ora. La velocità massima prevista, su quel tratto di binari, è di 100 chilometri l’ora, ma c’è da chiedersi se 90 chilometri l’ora all’ingresso in una stazione non sia una velocità un po’ troppo sostenuta quando si trasportano carichi così pericolosi. In ogni caso, a quanto pare, l’asse del carrello di un vagone cede, la cisterna si apre, il gpl, compresso a 15 atmosfere, schizza fuori con una forza enorme che lo trascina a distanza, si ritrasforma in gas, incontra una scintilla ed esplode. Fosse avvenuto di giorno, anziché di notte, il massacro si sarebbe moltiplicato. Il vagone è della Gatx, società con sede a Vienna. La normativa europea impone una revisione dei vagoni merci - carrelli compresi - ogni 4-6 anni. Non sappiamo ancora dove sia avvenuta. Non necessariamente in Italia: di fatto, nel paese in cui il vagone si è trovato, vuoto, al momento in cui gli scadeva il "bollino" quadriennale. Questo stabilisce la Commissione europea, spesso criticata - evidentemente al di là del dovuto - per l’eccesso di occhiuta scrupolosità. E’ una garanzia sufficiente? Non pare proprio, soprattutto per un veicolo che, presumibilmente, la Gatx, che ci guadagna sopra, si sforza di tenere sui binari e in movimento 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per tutti i quattro anni di durata della revisione. Lo riconosce apertamente il vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, anche se il riconoscimento suona, a questo punto, un po’ tardivo. Tajani ha comunque ragione ad indicare che maggiori garanzie si avrebbero da un sistema di revisione che, anziché su una scadenza a tempo, si basasse sul chilometraggio effettivamente percorso dal vagone e sul carico trasportato, cioè sullo sforzo sostenuto dalla sua struttura.
È la prima grossa falla di sicurezza, portata alla luce dalla tragedia di Viareggio. Ma non è l’unica. Osservano i dirigenti della Gatx che, una volta affittato il vagone, la sua gestione e manutenzione ricadono sotto la responsabilità di chi lo affitta. E la Sarpom sostiene di essersi affidata, per la verifica tecnica dei vagoni, a Fs Logistica. Rispuntano, insomma, le Ferrovie dello Stato, questa volta, però, nella veste di consulente tecnico privato, presente sul mercato, accanto e in concorrenza con altri consulenti, per fornire un servizio a pagamento ad un cliente. Una situazione che, bizzarramente, ricorda quella delle società di rating che, sulla qualità dei titoli-salsiccia all’origine dell’attuale crisi finanziaria, fornivano un giudizio in cambio di un pagamento da parte degli stessi presentatori dei titoli. È assolutamente prematuro individuare in Fs logistica l’anello finale delle responsabilità della tragedia di Viareggio. Saranno le inchieste a stabilirlo o a individuare altrove, come è perfettamente possibile, chi ha peccato di omissione o di leggerezza. Ma è con disagio e sconcerto che si registra come, in questo processo, dalla revisione alla verifica, la sicurezza e, di fatto, la vita delle persone siano affidate ad un processo sostanzialmente di autocertificazione, in cui l’autorità pubblica è presente solo all’inizio e non nel momento cruciale in cui il treno, materialmente, affronta i binari e parte verso le stazioni.
Manca, insomma, una presenza, esterna ed estranea al mercato, che imponga e, poi, controlli in proprio il rispetto delle regole. Non è questa assenza che si può intendere per "liberalizzazione". Un mercato liberalizzato non è una partita senza arbitro: è una partita in cui l’arbitro non gioca, ma accerta e fischia i falli. Anche se avere un arbitro efficiente può rappresentare un costo.
Per le Fs e per chi governa il sistema dei trasporti in Italia, è il momento di riflettere. Le Fs hanno colmato il disavanzo di bilancio pur portando, contemporaneamente, l’Italia nell’era moderna: con l’alta velocità, il Milano-Roma in tre ore e mezza e la concorrenza all’aereo. Ma bisogna chiedersi a quale prezzo: sulla rete, sul resto dei treni, sulla sicurezza. Se il prezzo deve essere lo scandalo quotidiano delle traversie di milioni di pendolari, il collasso di infrastrutture di rete, come due settimane fa sulla Firenze-Bologna, tragedie della sicurezza come a Viareggio, il prezzo è inaccettabile. Un Freccia Rossa efficiente e funzionale e un sistema ferroviario complessivamente obsoleto, fatiscente e pericolante è esattamente la fotografia del sistema ferroviario in India. Del resto, si diceva una volta che le catastrofi in cui, per cedimenti di un materiale obsoleto, muoiono un sacco di persone sono i disastri tipici del terzo mondo. E, adesso, Viareggio.
(1 luglio 2009)
http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/cronaca/viareggio-treno-2/ricci-commento/ricci-commento.html
2. torniamo alle Ferrovie dello Stato!, 1 luglio 2009, 13:16, di pietro ancona
im ragionamento nella perfetta logica berlusconiana! Se tutti hanno una macchina non c’è ragione di avere un servizio ferroviario regionale. !!! Ma bravo! benissimo!
2. torniamo alle Ferrovie dello Stato!, 1 luglio 2009, 18:31
Evidentemente il sig. Pietro Ancona non conosce la situazione di molti paesi e paesini italiani. Per andare al paese di mio padre ci vuole un’ora ed un quarto( viaggiando tranquilli) in auto e più di tre andando in treno. Il costo del biglietto del treno è del 30% superiore al consumo di un’auto di piccola cilindrata e simile al consumo di un super-suv, con l’autobus ce ne vogliono due/due ed un quarto. E’ ovvio che il treno sia sempre vuoto ma questo è semplice mercato non c’entra niente la politica. Il treno Lecce- Napoli(Eurostar l’orgoglio delle FS) impiega sei ore ma con i ritardi arriva anche ad otto, con l’auto ce ne vogliono 4. Un mio amico di Lecce si iscrisse all’università di Napoli perchè più prestigiosa( a suo dire) ma col treno ci metteva un’intera giornata solo per fare gli esami ed un’altra per tornare e dovette comprare un’auto con cui ci metteva 4 ore cioè la metà, cosa c’entra con la politica e Berlusconi?E’ un dato di fatto ( e se vuoi ti faccio parlare con alcuni amici sindacalisti FS) che in centinaia e centinaia di paesi e paesini nessuno prende più il treno anche se ci passa lo stesso e questo è uno spreco di materiale rotabile, di personale, di elettricità( anche nell’ottica di riscaldamento globale) e non è da ora ma da molti anni che questo avviene ed il treno è stato ampiamente sorpassato dall’autobus e dall’auto privata.Purtroppo ogni volta che alle FS vogliono tagliare un ramo secco i politici locali si mettono al telefono a sbraitare che così si penalizza la zona anche se sanno benissimo che nessuno usa più quella linea e così paghiamo il biglietto anche per quelli che non usano mai il treno. A mio parere questa è una situazione inaccettabile !Michele
1. torniamo alle Ferrovie dello Stato!, 1 luglio 2009, 19:51, di pietro ancona
le ferrovie costano care e sono lente nella enorme periferia italiana perchè non obbediscono0 ad una funzione nazionale di servizio ma ad una logica che è la stessa che impera su tutte le privatizzazioni. Non c’è paese europeo che abbia una rete tanto obsoleta nelle sue arterie e vene secondarie e tanto distante dai bisogni della gente e del Lavoro. Eppure l’Europa non è socialista ma soltanto più rispettosa dei bisogni della gente..
Dovrebbe essere gestita dallo Stato ed obbedire ad una logica di finalità pubblica come la Scuola la Sanità
Quando non si pagava un signor Moretti fior di milioni di euro le cose andavano assai meglio e c’era maggiore motivazione.
Lo Stato deve dare per scontato un deficit per tutti i servizi addetti al pendolarismo di tutti i generi.
Esiste un ritorno economico generale per il Paese se quello che si spende nel trasporto serve ad oliare al meglio l’economia nazionale.
Ma questo è del tutto fuori delle realtà dal momento che il socialismo è scomparso a sinistra e tutti fanno a gara a chi è più liberista......
2. torniamo alle Ferrovie dello Stato!, 18 luglio 2009, 07:36, di Radio Conga
In realtà i biglietti ferroviari costano troppo. Anzi, essendo Fs di proprietà del Tesoro, essi dovrebbero esser gratuiti od a prezzo politico almeno per giovani ed anziani. Nessuno si preoccupi, chè i privati non arriveranno mai sulle tratte secondarie : tra poco arriveranno sulla Milano-Roma per spolpare Fs della sua tratta più redditizia. Le line regionali sono servizio pubblico sovvenzionato e calmierato dalle Regioni. E qual’è lo scandalo ? Se io fossi il Presidente della mia Regione potrei anche farmi un vanto di offrire gratuitamente il servizio ferroviario ai miei cittadini. La verità è che i parassiti capitalisti vogliono le tratte redditizie per succhiare sangue, e lasciare il servizio a Fs oppure annetterla e passare alle regioni il trasporto pubblico locale. A questi parassiti che succhiano il reddito Nazionale al Popolo italiano ( è inaccettabile che con la meccanizzazione e la rivoluzione informatica un cittadino debba lavorare otto e più ore per un misero stipendio da spendere in favore dei parassiti ) ricordo che il Mondo sta cambiando e nei prossimi anni tutto sarà nazionalizzato, fine della pacchia amici ! Resisti Fs che presto tornarai quella di prima ! Ciao !