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un brevecommento sulla condanna di previti
Publie le venerdì 5 maggio 2006 par Open-Publishing8 commenti
E così Cesarone Previti è andato in galera ; temendo lo strazio dell’attesa dell’ordine di carcerazione si è costituito ed adesso è a Rebibbia ; giusta conclusione di una storia triste .
Povero Cesarone , che ben 12 giudici ( un GIP, tre del Tribunale, tre della Corte di Appello, cinque della Cassazione ) hanno trovato unanimemente colpevole, indegno delle attenuanti generiche ; che nè leggi ad hoc nè una difesa aggressivissima, scorretta , basata anche su attacchi personali in puro stile mafioso ai giudici ha salvato dal disonore della condanna.
Ma nel suo complesso, che bruttissima storia .
Quando nasce, ormai anni fa , chi è dell’ambiente sa chi è Previti e si stupisce del fatto che ci si accorga di che soggetto egli sia così in ritardo : il noto avvocatone, che al diritto ed alle pandette sostituisce le amicizie, i favori , le minacce, i regaloni, gli inviti , le cene , i viaggi , i biglietti per le partite , le feste ed anche i soldi, tanti soldi, perchè lui di come muovere i soldi è esperto , è capace, è fidato. Il buon Cesarone , un po’ arrogante ed un po’ caciarone , con un senso infinito di impunità da tutto e da tutti , un po’ come il suo miglior cliente , amico e sodale Berlusconi.E così l’Ordine degli Avvocati che dorme, i colleghi che non rischiano di farsi nemico cotanto soggetto, quel brutto senso di nebbia e di appiccicaticcio che si ha attorno ad una certa giustizia a Roma, dove tutti sono amici di tutti , avvocati, giudici, politici, affaristi e tutti si vedono negli stessi posti e fanno le stesse cose ; dove gira la grana , in un paese artificiale , dove il privilegio è sostanza e forma , dove si può tutto senza le regole che valgono per gli altri : il vero Palazzo, per dirla come P.P.P.
Gli è andata a male a Cesarone , ha trovato sulla sua strada un numero di persone per bene che non credeva neppure esistessero; a nulla gli è servito quel potere che ha sempre eserciatato con protervia ed arroganza .
Adesso ci racconta che è condannato innocente, così come ti dicono tutti i pregiudicati un po’ di mezza tacca . i ladri, i truffatori , gli intallazzatori : i mafiosi no, quelli hanno la loro dignità e non strillacchiano la loro innocenza, con contorno di figlie piangenti .
Ciao Previtone , che il carcere ti faccia pensare ; pensare a come il reato che hai commesso è il più schifoso che può commettere un uomo di diritto; a come sei fortunato ad essere in Italia, perchè altrove ti saresti preso vent’anni ; a come hai trascinato nel guano la toga che come avvocato portavi, insozzando una professione che , svolta e vissuta in modo diverso da come tu ed i tuoi difensori avete fatto, è nobile .
Una condanna siffatta in altri tempi o comunque , anche ora, in altri luoghi, porterebbe alla morte civile del condannato, che verrebbe segnato come rifiuto di una società che si ritiene civile ; forse un gesto estremo ridarebbe dignità a chi, oppresso dai rimorsi per una condanna simile , non riesce più ad andare avanti .
Nessuno di noi vuole spingere Cesarone a prendere il curaro ; ma almeno, dato che pare che a lui ed ai suoi amici e sodali, dia fastidio solo il fatto di non essersela potuta cavare come al solito, mediti su quello che ha fatto e , perchè no, si penta e ci dica fino in fondo come le cose sono andate.
Messaggi
1. > un brevecommento sulla condanna di previti: giustizialismo a gogò, 6 maggio 2006, 16:55
"Una condanna siffatta in altri tempi o comunque , anche ora, in altri luoghi, porterebbe alla morte civile del condannato, che verrebbe segnato come rifiuto di una società che si ritiene civile "
Non è la prima volta che resto colpita dalla violenza di
chi si dichiara non violento.
Desiderare la morte civile per qualcuno che società civile è?
A parte che sono contro il pentitismo, retaggio di una mantalità cattolica e dei processi da Santa inquisizione,
resta il fatto che la galera non risolve alcun problema.
Come per il Papa "tolto un Previti ce n’è subito un altro".
Questo vale per Previti come per un ladro di galline.
E’ il Sistema Capitalista che produce e Previti da un lato
e il ladro di galline dall’altro.
Tutto questo richiamo al giustizialismo è indicativo di una cosa sola:
di riconoscere lo Stato come super partes,
quanto invece non è così,
in sostanza si salva una presunta innocenza dello Stato punendo il reo specifico.
Per uno come Previti, e per quelli come lui,
basta la punizione di toglierfli i soldi.
A parte che Previti resterà poco al gabbio,
avrà tutti i riguardi del suo status,
potrà farsi venire i pasti magari pure dalla "mensa" del parlamento
e di sicuro non sarà sottoposto a regime di 41bis,
c’è la questione fondamentale che per qualsiasi colpa la galera è TROPPO,
anche per il peggior nemico.
Penso che chi gioisce nel vedere portare qualcuno in galera non ha mai visto una galera nemmeno di fuori:
basta vedere le mura di cinta di una galera per desiderare
di abbatterla.
A parte queste considerazioni mie che sono abolizionista,
resta il priblema politico che troppi nei partiti "sinistri"
demandano le questioni non alla lotta di classe, ma alla
magistratura, alimetando in questo modo la non partecipazione politica
di cui si lamentano da un lato e un clima forcaiolo che non ha nulla
a che vedere con la civiltà
nè quella interna nè quella da esportazione.
Guardate che questo non è un problema da poco,
perchè se ci pensate bene vedete che pure
le guerre sono fatte ultimamente per riportare uno staus di legalità.
vittoria oliva
L’avamposto degli incompatibili
www.controappunto.org
1. > un brevecommento sulla condanna di previti: giustizialismo a gogò, 7 maggio 2006, 09:54
cara Vittoria
il reato di corruzione in atti giudiziari, in sostanza il corrompere giudici , è uno dei reati più infamanti che si possa immaginare ; mina alla base la civile convivenza , rende impossibile una delle funzioni principali dello stato ,cioè la possibilità per chiunque di veder rendere giustizia . Ancora più sconvolgente è che ciò sia stato fatto da un avvocato , da chi cioè ha un ruolo indispensabile nella gestione della giustizia .
In paese di cultura protestante un reato simile è veramente infamante , nel senso che il reo viene espulso dalla società e può rientrarvi solo dopo un lungo percorso di pentimento ; da noi, paese cattolico, finchè non si ammazzano bambini , tutti sono pronti a giustificare, perdonare ,commuoversi .
Io francamente non ce la faccio : chiamami giustizialista, giacobino, ma di fronte a determinati reati ritengo che la pena debbo essere applicata veramente : ma poi, che ragionamento stiamo facendo tutti! La giustizia va rispettata , le pene vanno applicate ,, non vi è una terza via .
E così io penso che costui debba essere, così come prevede la Costituzione Repubblicana, punito e che nel farttempo gli si dia la possibilità di redimersi . Non so quanto il Cesarone voglia redimersi; perlomeno che sia punito ed il carcere è il luogo adatto per subire la punizione da lui stabilita dai giudici
Cara Vittoria ho frequentato e frequento carceri per lavoro , e quindi sfondi una porta aperta quando dici che le mura vanno abbattute ; occorrerebbe sempre trovare qualcosa di alternativo al carcere e tenere la soluzione carceraria come l’ultima possibile , certamente la privazione delle ricchezze , come dovrebbe accadere .
Ma nel frattempo , siccome sono pragmatico, il Cesarone lo si tenga dentro senza mandarlo ai domiciliari .
Buster Brown
2. > un brevecommento sulla condanna di previti: giustizialismo a gogò, 7 maggio 2006, 10:55
Mi pare che la tua riposta sia una conferma di quello che ho detto!
cito le tue parole
"rende impossibile una delle funzioni principali dello stato ,cioè la
possibilità per chiunque di veder rendere giustizia"
evidentemente partiamo da due presupposti diversi, tu vedi lo Stato come una
entità super partes, appunto, io come codificazione legislativa della classe dominante, cioè della borghesia, partendo da questo presupposto, provato del resto storicamente; non si tratta di un dogma! so che per la classe subalterna non c’è alcuna possibilità di avere giustizia.
Evidentemente tu credi nella democrazia borghese, io no.
Del resto io non apprezzo la cultura protestante come non aprezzo la cultura cattolica, in finale il moralismo dei protestanti è su base meramente economica, i reati di tipo economico sono puniti in quanto minano la struttura capitalista, non per le considerazioni moraliste che fai tu.
Magari poi come in nei paesi bassi vediamo che i pedofili sono protetti dalle autorità.
Quindi non è un discorso etico, l’etica non interessa al sistema capitale.
Del resto mi pare che pure questo discorso della durezza verso i reati economici è superato da scandali tipo Enron o Cirio che sono diffusi in tutto il mondo dall’America alla Cina all’Italia alla Russia agli emirati Arabi.
E’ il Capitale in sè che è criminale e criminogeno, e produce crimini e criminali.
Per questo non gioisco, nè mi commuovo, per un Previti in galera perchè so che non risolve il problema, nè mi bastano i contentini.
A parte le consideraziooni generali sulla galera che ho fatto prima.
Non rispetto nemmeno la giustizia perchè so che è la giustizia del capitale non la giustizia della classe a cui appartengo, le leggi sono fate tutte contro la classe di cui mi sento parte.
No non credo che tu sia un giacobino, non trovo niente di Saint-Juste;-)
sei solo un giustizialista, per me.
A parte che non ho simpatia nemmeno per chi "lavora" in carcere,
visto che per un verso o un altro fanno parte della controllo sociale.
Comunque ho notato che hai glissato sul finale del mio post che mi pare poneva una questione importante o no?
vittoria oliva
3. > un brevecommento sulla condanna di previti: giustizialismo a gogò, 7 maggio 2006, 20:19
Quell’augurio da non fare mai
di Enzo Biagi
Quando un uomo viene condannato dalla giustizia e va in galera nessuno si deve permettere di sorridere e di essere contento. Qualcuno potrebbe legittimamente pensare, però, che la giustizia ha fatto il suo corso. Mi riferisco all’avvocato Cesare Previti, già deputato e senatore di Forza Italia, ministro della Difesa nel primo governo Berlusconi, per il quale la Corte di Cassazione ha stabilito che per i prossimi sei anni dovrebbe stare in galera.
La condanna si riferisce al processo Imi-Sir e la motivazione della pena a Previti è di corruzione in atti giudiziari: in poche parole avrebbe «comprato» dei giudici. Questa sentenza è la sconfitta di un sistema di potere che negli ultimi anni, utilizzando leggi ad personam, ha cercato di scavalcare la giustizia. Peggio, spesso l’ha demonizzata. Il legale di Cesare Previti ha detto: «Ci hanno lasciati soli».
E’ vero, sono finiti i tempi d’oro e delle amicizie di ferro, dimenticate le crociere sul «Barbarossa», tutti con le magliette a righe, Cavaliere e signora compresi. Sembra che nel giro di un mese sia crollato un mondo. Le uniche parole dell’avvocato Previti, commentando la sua situazione, sono state: «Un innocente va in galera».
Tutti quelli che si sono trovati all’ingresso di un carcere, più o meno, hanno reagito così, ma sono convinto, nonostante quanto ho scritto tante volte, che ci sia nelle parole di Previti un fondo di verità. Mi spiego: se si vive e si lavora in un contesto dove la linea di demarcazione tra il lecito e l’illecito si fa sempre più sottile, si può avere la sensazione di essere nel giusto anche quando non lo si è.
07 maggio 2006 www.corriere.it
4. > un brevecommento sulla condanna di previti: giustizialismo a gogò, 8 maggio 2006, 13:16
per meglio chiarire la mia esperienza ,ho frequentato e frequento il carcere ma non svolgo ovviamente alcun controllo sociale nei confronti di chicchessia non facendo parte del personale della struttura nè comunque di associazioni che operano nelle carceri ; ed ancora per specificare , il Previti non è stato condannato per un reato economico ma per una cosa ben diversa , per un reato contro l’amministrazione della giustizia .
Ammetto pure che tu abbia ragione , che il diritto è sovrastruttura della società capitalistica ( o aggiungo io religiosa e confessionale ) , e che quindi nessuna speranza esiste di una giustizia di classe ; di conseguenza posso apprezzare anche la tua indifferenza rispetto ad ogni problema della giustizia, e quindi debbo supporre indifferenza anche relativamente per esempio alla pedofilia, condannata nel XXI secolo ma ampiamente e liberamente praticata nell’era precristiana ; però io sono un pratico che si accontenta di fare o di tentare di fare le cose , ed allora sono in attesa che tu mi fornisca , anche con poche parole, un’ipotesi operativa . Vedi, se ti è possibile , di non rispondermi con frasi fatte o slogan, perchè, appunto, mi piace essere concreto .
Buster Brown
5. > un brevecommento sulla condanna di previti: giustizialismo a gogò, 8 maggio 2006, 19:45
Io non rispondo con frasi fatte, cerco di argomentare non in maniera prolissa, magari, quanto non si tratta di documenti; detesto le frasi fatte al più faccio battute;-).
Allora ti dico subito che non sono indifferente alla pedofilia, tutt’altro. In effetti hai toccato un argomento scomodo, ma non per me!, proprio ora che sono usciti casi di pedofilia da parte di ONG.
Ci mancava questa ciliegina (si fa per dire!!) sulla torta per avere il massimo del disprezzo per le ONG.
Vuoi delle proposte operative?
visto che sei un tipo "concreto" non so quanto la concretezza sia poi tale, senza analisi!
Allora per persone comne Previti o Berlusconi, io ci metto pure altri non necessariamente della Cdl, basta togliergli i soldi e mannarli a faticà, che so, fare il bracciante agricolo al posto di qualche rumeno: una bella serie di giornate per la pulitura di cardi dai terreni
a 50 euro non sarebbe male per lui e Berlusconi, il quale potrebbe pure essere messo a picconare la sua stracazzo di villa in Sardegna, in questo modo otteresti il recupero che ti sta tanto a cuore;-))))
e in più anche un ottimo esempio educativo ed etico!
Per i pedofili, basterebbe lascir decidere le cose ai genitori delle vittime, e questo vale pure per gli strupatori.
Fra l’altro otterebbero un trattamente più umano di quello che gli tocca subire dai detenuti comuni!
Ora so che a qeusto punto a te sorgono dei problemi, scometto che su Previti e Berlusconi sei d’accordo, sul fatto che chi abbia subito un torto si faccia giustizia da se non sei d’accotdo e magari te ne esci con "ritorno al medioevo".
Quindi, come vedi, occore che argomento le mie posizione, non posso fermarni all’operativo e basta!
Perchè esiste la istituzione carcere nei secoli?
come mai questa istituzione regge anche col cambiare delle società?
Perchè evidentemente si basa su qualcosa di reale.
E cioè che chiunque ha subito un torto, un "vulnus" vuole una riparazione, la esige, e mi pare pure normale.
A questo punto interviene lo Stato che demanda a sè questo diritto, dice ci penso io a regolare i conti, e su
questo presupposto si regge tutto l’apparato repressivo, economico, legislativo e così via.
Detto questo debbo pure dire che in una società diversa la cosidetta pedofila non esisterebbe, e tu sbagli a paragonare questo obbrobrio dei giorni nostri coi costumi dei greci o delle società non cristiane.
In quanto la pedofilia, così detta, è un MERCATO, con un suo fatturato, non indifferente, come il mercato degli organi, quello della riduzione in schiavitù e così via.
Come vedi da qualsiasi parte si veda la cosa si torna sempe a bomba; ops mi è scappata una parola incriminabile;-)))))
si torna cioè al prblema di fondo del Capitale e della merce.
ciao Buster Brown
spero che non vai nelle galere come volontario di una ONG o come psicologo;-))))
senza rancore ma in chiarezza
nerce rara al giono di oggi
vittoria oliva
L’avamposto degli Incompatibili
www.controappunto.org
6. > un brevecommento sulla condanna di previti: giustizialismo a gogò, 9 maggio 2006, 17:46
ciao vittoria
è stato un piacere discutere con te : al di là del fatto che non siamo d’accordo sei schietta e chiara , merce rarissima da sempre
buster brown
7. > un brevecommento sulla condanna di previti: giustizialismo a gogò, 12 maggio 2006, 19:17
PAPILLON – REBIBBIA
ASSOCIAZIONE CULTURALE – ONLUS
SIAMO DAVVERO TUTTI UGUALI ?
Crediamo che, ormai, sia noto a tutti che da venerdì 5 maggio l’ex ministro Cesare Previti deve essere annoverato tra gli “ospiti” di Rebibbia.
Con non poco sconcerto apprendiamo che all’illustre ospite è stato riservato un trattamento particolare, sconcerto che permane nonostante il senso di umana solidarietà che nutriamo per qualsiasi “cittadino detenuto” che varchi questi cancelli a prescindere dal suo stato, censo e livello.
L’apprendere dal Messaggero di sabato scorso che, stante il suo stato di ultra settantenne, l’ospitalità del signor Previti sarà breve, da tre a sei giorni, ci induce a pensare che, finalmente, qualcosa sia cambiato in tema di concessione dei benefici ai detenuti e che presto molti altri detenuti ultrasettantenni ne potranno godere con altrettanta certezza e celerità.
E’ invece con notevole rammarico che dobbiamo rilevare i disagi patiti in questi giorni dalle famiglie dei “normali” detenuti che hanno visto, soprattutto nella giornata di sabato scorso, la propria attesa per il colloquio prolungarsi per oltre cinque ore, come riportato dallo stesso quotidiano romano, a causa delle illustri personalità precipitosamente avvicendatesi a far visita al signor Previti e che hanno fruito di canali di accesso tanto rapidi quanto preferenziali, il tutto alla faccia e con buona pace dei tanti familiari che hanno dovuto attendere il termine delle “visite di stato” per poter incontrare i propri congiunti.
Pur rallegrandoci che il cittadino detenuto Cesare Previti abbia potuto avere il necessario conforto dei propri amici fin dai primissimi istanti di detenzione avremmo preferito che quegli stessi parlamentari del centro-destra avessero, nel passato, avvertito la stessa impellente necessità di venire in visita a Rebibbia a manifestare la propria solidarietà a prescindere da ogni personalissimo affetto.
Da ultimo ci sia consentito il chiederci quale effetto potranno avere i proclami con i quali, anche da qui, il “cittadino detenuto” Previti continua a protestare la propria innocenza.
Ci chiediamo se essi verranno valutati dal Magistrato di Sorveglianza secondo la comune prassi e, dunque, interpretati come una colpevole mancanza di quella consapevolezza del proprio torto, ritenuta, da sempre, elemento fondamentale ed imprescindibile dell’avvenuto processo di recupero del detenuto necessario per la fruizione dei benefici e delle misure alternative.
La brevità dei tempi ventilati dalla stampa se da un lato ci rallegra come per qualsiasi altro cittadino detenuto, dall’altro ci fa ritenere che ben altre e diverse saranno le “valutazioni” su cui si fonderà la concessione dei benefici richiesti dai legali del signor Previti, “valutazioni” per il cui apprezzamento, sicuramente, sembra siano più che sufficienti quei, “diagnosticati”, tre, massimo sei giorni di “prognosi morale”.
Lasciamo ad ognuno di voi la risposta a quell’interrogativo con il quale abbiamo aperto questa riflessione.
Roma, 9 maggio 2006
PAPILLON