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un motivo in più per non pagare il canone

Publie le giovedì 12 febbraio 2009 par Open-Publishing
3 commenti

 un motivo in più per non pagare il canone -
a cura di Paolo De Gregorio, 12 febbraio 2009

Dalla RAI, in tempo di crisi, disoccupazione, cassa integrazione, licenziamenti di precari, ecco un bel segnale di sensibilità e solidarietà sociale: al Festival di Sanremo il leccaculo dei preti, Benigni, per una serata guadagnerà 350.000 euro, mentre il buon Bonolis per quattro giorni si dovrà accontentare di un milione di euro.
Viene così rispettato il ruolo di “servizio pubblico”, dove il pubblico sono i partiti politici e i miliardari,gli unici profumatamente “serviti” da mamma RAI.
Da anni sostengo che, senza una iniziativa popolare che trasformi la RAI (di proprietà dei cittadini e mantenuta dagli stessi), in una “public company” in cui il presidente, con tutti i poteri, sia eletto dai cittadini in concomitanza con le elezioni politiche, canone pagato alla mano, la RAI resterà quello che è oggi, un feudo dei partiti, terreno di ricatti e spartizioni, culturalmente omologata alla peggiore TV commerciale, con cui oggi addirittura stringe alleanze contro la concorrenza di SKY.
Grillo, che di recente invita a non pagare il canone, deve gettare su questo obiettivo tutto il peso del suo movimento, altro che liste civiche e referendum, per non rifluire nel nulla come il compianto Nanni Moretti. Bisogna dotarsi di uno strumento di controinformazione e contropotere mediatico capace di “fare opinione” antagonista al blocco storico che oggi vede unita tutta la CASTA politica, compresa la finta opposizione di Veltroni, con la pesante ingerenza della Chiesa cattolica.
Questo è l’avversario che si ha davanti, esso è dotato di tutti gli strumenti mediatici esistenti, e senza un forte contropotere resterà in eterno a dettare legge.
Paolo De Gregorio

Messaggi

  • perchè secondo te facendo delle elezioni come nelle politiche non diventerà in tutto e per tutto un ministero?E’ vero che molti compensi sono esagerati ma ricordiamoci che la fortuna delle tv commerciali (di cui poi Berlusconi si apprioprò)furono i bassi stipendi che pagavano alla RAI. Forse molti non si ricorderanno l’esodo delle star (Bongiorno per es.), dei registi e dei cameramen che andarono verso "le commerciali" ma io all’epoca lavoravo molto con la rai. In realtà non sono questi stipendi dei " frontman o anchorman come li chiamano in America a fare la differenza ma le innumerevoli " consulenze" affidate, guarda caso, a figli e nipoti di deputati, sono i programmi sconclusionati acquistati da società private, i film prodotti per dare lavoro ad attricette del tutto ignote. Io poi sono contrario al non pagare il canone per varie ragioni, non ultima il fatto che lo vorrebbe proprio Berlusconi. E poi è il più basso d’Europa!!!!!!!

  • Santo cielo ma non ci si può occupare di altro. Quali siano i costi dello show - business sono noti, sono tali in tutto il mondo
    E poi Dio ci scampi e liberi da un Presidente della RAI eletto dal popolo : non so , il buon Fede o Liguori, dato che la gente vota in massa il Berlusca?

    • mi sembrano commenti rinunciatari, che esprimono massima sfiducia nella possibilità di cambiamenti e di fatto favorevoli allo status quo.
      Penso,invece, che potrebbe essere una campagna molto importante per rivendicare principi di democrazia e partecipazione. Stiamo parlando di un "servizio pubblico", realizzato e mantenuto con soldi nostri e non vedo alcuna ragione per non pretendere di partecipare alla sua vita e alle sue scelte, Certo non ho indicato le modalità per realizzare ciò .Grillo indica le modalità per disdire l’abbonamento, ma non propone l’alternativa che non sia il solo web, guarda lontano e non si interessa delle masse che oggi sono prive di uno strumento di informazione veritiero e al servizio del bene collettivo. So benissimo che è una battaglia difficile , che va bene impostata, diffusa e che si può perdere, ma penso che si perde di più a non fare mai niente.
      Quanto al presidente della eventuale public company (io vedrei bene la Gabanelli, ma ci sono anche altre figure positive), non vedo perchè dovremmo continuare con gli attuali metodi, dal momento che per giungere ad un simile risultato occorre un grande impegno, una campagna porta a porta che durerebbe non poco tempo.
      Sono molto critico rispetto a tutti gli operatori dell’informazione non integrati nel filone del pensiero unico, agli artisti miliardari come Fazio, Celentano, Fo, Luttazzi,etc.che, come Grillo, sono incapaci di mettersi insieme, collaborare e fare una campagna del genere per realizzare una vera "public company" dell’informazione pubblica.
      Ricordiamoci che viviamo sotto una dittatura mediatica e che la mancanza di intervento sa di "complicità mafiosa".