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– una pausa di riflessione -
di Paolo De Gregorio, 12 gennaio 2010
Spero che non dispiaccia ai miei gentili lettori una riflessione non legata agli avvenimenti quotidiani, perché spesso, quando inseguiamo il fatto del giorno, non abbiamo il tempo di fare quella indispensabile operazione di legare il fatto particolare all’andamento generale dei rapporti umani, per poi fare la verifica inversa, ossia partire dal generale ed arrivare al particolare della nostra vita.
La cosa che manca di più nel formare una “opinione pubblica” decente è la centralità dell’ambiente e della sua crisi, crisi indotta essenzialmente da un sistema economico mondiale, che produce senza regole di sostenibilità ambientale, con enorme uso di peste chimica, con enorme rilascio di Co2 e veleni in atmosfera, che sversa ovunque, senza regole, rifiuti tossici, con la sola ferrea legge del profitto, che vuole uno “sviluppo infinito”, con sempre maggiori consumi e consumatori.
Questo sistema governa il mondo e, come ha dimostrato il fallimento del vertice sull’ambiente di Copenaghen, non intende fermarsi.
Quando si parla di uscire dalla crisi provocata dai truffatori finanziari americani, si parla solo di un ulteriore rilancio di produzione e consumi, ossia si parla di aggravare la attuale situazione, che gli scienziati seri indicano come vicina ad un punto di non ritorno.
In Italia la destra e la “sinistra sparita”, PDL e PD, auspicano esattamente la stessa cosa, ovverosia un aumento dei consumi interni e delle esportazioni, senza tener conto della situazione drammatica in cui ci stanno gettando, come se il surriscaldamento, la diminuzione di risorse, la sovrappopolazione, lo scioglimento dei ghiacci, l’impoverimento del mare, la desertificazione, la fame per un miliardo di persone non esistessero. Purtroppo qualunque avvicendamento al potere politico, se valutato in termini ambientali, è completamente inutile,
Per essere più chiari, se oggi Berlusconi fosse sostituito da Bersani e i suoi alleati, il ciclo capitalista non sarebbe minimamente colpito e la deresponsabilità rispetto all’ambiente continuerebbe.
Oggi siamo di fronte ad un passaggio epocale, destra e sinistra non significano più nulla. Ciò che deve dividere o unire in politica e nella società è tra chi ritiene che l’economia debba essere piegata alla sostenibilità ambientale, e chi vuole continuare a distruggere e inquinare con un consumismo ottuso e irresponsabile.
I primi obiettivi che ogni nazione si dovrebbe porre, e quindi anche il nostro paese, sono l’autosufficienza energetica ed alimentare, che sono quei fattori che consentono di non dipendere da nessuno, che devono essere raggiunti diffondendo sul territorio la piccola produzione, sia agricola che elettrica, con milioni di “fattorie solari” che integrano il reddito agricolo con quello che deriva dalla vendita alla rete di energia elettrica prodotta con il fotovoltaico.
Quindi niente megaimpianti di nessun genere, niente monopoli che speculano sulla energia, ma microgenerazione diffusa.
Scegliere questa strada è una rivoluzione pacifica, possibile, razionale, pulita, di etica ambientale, peccato che nessun partito abbia questo obiettivo.
Abbiamo visto in America, dopo le aspettative mirabolanti, nate con la predicazione messianica di Obama, che prometteva svolte radicali in tutti i settori, soprattutto quello ambientale (per l’indipendenza energetica degli USA), una operazione di stravolgimento da parte del sistema economico di ogni possibile riforma, con l’annacquamento della riforma sanitaria, i soldi pubblici dati alle banche, alle assicurazioni, alle case automobilistiche, aumento dei soldati in Afghanistan, fino al mancato finanziamento promesso per la riconversione energetica. Praticamente una capitolazione totale di fronte al sistema economico dominante, che impone le sue regole, sia ai democratici che ai repubblicani. E’ qui il problema.
Si parla tanto a sproposito di libertà e democrazia, ma nel mondo siamo tutti sotto la dittatura del sistema capitalista che ha i mezzi mediatici ed economici (leggi corruzione) per imporre le sue convenienze.
Devono nascere ovunque movimenti politici che abbiano l’obiettivo di piegare l’economia alle esigenze dell’ecosistema e a quella sostenibilità che deve essere alla base di un equilibrio tra uomo e ambiente.
I mezzi economici per farlo ci sono, basta finirla con le ottuse spese militari, e usare questo denaro per fermare il riscaldamento globale con una diffusione mondiale delle celle fotovoltaiche. Con l’elettricità non si illumina soltanto, ma si cucina, ci si scalda, ci si rinfresca, si tiene in funzione un frigo, ci si sposta con auto elettriche, si fa funzionare il personal computer.
E’ di questo obiettivo strategico che abbiamo bisogno, ed è ora di alzare la testa dai vecchi e morti teatrini della politica, per guardare ai veri problemi e alla loro soluzione.
Paolo De Gregorio
Messaggi
1. una pausa di riflessione (?), 13 gennaio 2010, 00:22, di http://sollevazione.blogspot.com/
Caro Paolo,
per fare le cose che dici tu non bastano i movimenti, ci vuole il potere. Ovvero: anche solo per fare le riforme necessarie che indichi ci vuole una rivoluzione, una rottura sistemica. O mi sbaglio?
http://sollevazione.blogspot.com/
1. una pausa di riflessione (?), 13 gennaio 2010, 17:04, di paolo de gregorio
No non credo più alle rivoluzioni marxiste per i risultati che hanno portato.
Il potere dalle oligarchie capitaliste è passato al partito, ma il modo di produrre non è stato messo in discussione. Siamo passati dal padrone privato al padrone partito (vedi anche la Cina).
Parlo di una strategia che abbia come obiettivo il superamento del lavoro salariato, attraverso il piccolo modo di produrre.
Ho fatto l’esempio delle fattorie solari, in mano a un singolo o a una famiglia, ma mi riferisco anche al lavoro in piccole cooperativa di soci (cooperative vere non spa sotto mentite spoglie, in cui si ripropongono i ruoli padroni-dipendenti).
So che nella situazione attuale è difficile, ma respingo la teoria di chi dice che è utopistico perchè non è vero.
Certo non mi riferisco a un cambiamento che oggi riguardi tutta la società, chi non sente il peso della schiavitù del lavoro salariato non è il destinatario della mia proposta. Mi rivolgo a chi invece questo peso lo sente, a chi è in difficoltà come agricoltore per il ricatto mafioso e della grande distribuzione..
Le piccole imprese agricole oggi sono circa 1.500.000 e da quelle si potrebbe cominciare, per realizzare fattorie solari. Potrebbero essere seguite da chi non ne può più della vita nelle squallide periferie delle grandi città e si può vendere l’appartamento per trasferirsi in campagna, e da chi non ne può più del lavoro salariato, A questi mi riferisco quando parlo della possibilità di realizzare milioni di "fattorie solari" con il fotovoltaico incentivato.
Una vita del genere porta ad una mentalità libera, non ricattabile dalla mafia o dal potere, la coscienza dell’autosufficienza alimentare ed energetica fa vivere meglio ed evitando le grandi monocolture lega l’agricoltura ai bisogni del territorio-
Non bisogna pensare alle campagne del passato, associate spesso alla povertà e all’ignoranza, ma a quello che oggi è possibile fare con tecnologie che sono a disposizione, pannelli fotovoltaici, internet che non ti fa sentire isolato.
Se si creano rapporti tra persone con sensibilità affine, non in concorrenza tra loro tutta la vita può diventare soddisfacente, creando interi territori liberi dalla schiavitù salariata.
ciao
paolo