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VELTRONI E LA MORTE DEL SOCIALISMO
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Con una intervista rilasciata al giornale degli industriali italiani Walter Veltroni ribadisce il suo definitivo
rifiuto del socialismo dichiarandolo morto assieme al Novecento che abbiamo alle spalle e reclamando l’uscita del PD dalla internazionale socialista che, proprio per togliere dall’imbarazzo gli excomunisti italiani e i loro amici della Margherita, ha recentemente cambiato denominazione diventando Asde e cioè alleanza tra socialisti e democratici europei. Il socialismo sarebbe morto -secondo Veltroni- perchè incapace di uscire dal Novecento, di rinunziare alla rappresentanza degli interessi dei sindacati, di capire "la modernità" etc..
Veltroni fa un riassunto della caduta elettorale dei partiti socialisti in Europa e ne trae la conclusione che a stare con loro si perde e quindi si muore.
Vorrei osservare come la perdita di peso e di capacità attrattiva dei socialisti europei sia legato non al loro essere "novecenteschi" cioè rappresentanti degli interessi politici delle classi lavoratrici ma alla fascinazione che alcuni gruppi dirigenti hanno avuto del liberismo nella sua fase reaganiana e tatcheriana. E’ vero che Blair ha vinto in Gran Bretagna diventando "altro" dal laburismo dei suoi padri ma la sua vittoria ha rappresentato una secca perdita per il suo stesso elettorato dal momento che ha perduto molti diritti e molto del peso sociale che aveva conquistato in quasi due secoli di lotta. La socialdemocrazia ha perduto in Germania perchè si è alleata con la DC tedesca e per cinque anni ha prodotto una politica insoddisfacente. In Francia i socialisti si sono divisi: una parte di essi ragiona come Veltroni e cioè non è più socialista e la destra francese ha preso il sopravvento. Altro si può dire delle socialdemocrazie scandinave che vivono ancora del bagliore della grande civilizzazione che i loro programmi realizzati hanno prodotto nel Nord Europa facendone una oasi tra le più avanzate di democrazia dell’uguaglianza e della libertà.
La socialdemocrazia tedesca ha perduto una parte del suo elettorato che ha scelto la resistenza alla contaminazione ed alla subalternità alla ideologia liberista rafforzando il movimento socialista radicale di LaFontaine e dei Verdi.
Secondo il pensiero di Veltroni il PD se si apre a sinistra è destinato a perdere. Veltroni considera il Partito uno strumento elettorale per vincere e governare. Ma il governo in sè non può essere lo scopo di un Partito. La sua vocazione "maggioritaria" che Veltroni privilegia chiudendosi alla sinistra ed alle sue formazioni politiche non può prescindere dai "contenuti" e dai "valori" a meno che non si ritenga che questi siano secondari rispetto il fine unico della vittoria e del governo. Un Partito e l’espressione di un movimento politico che sceglie di rappresentare talune istanze della società e di portarle avanti. Queste istanze sono prevalenti rispetto anche la stessa questione del governo. Un partito può conquistare alle sue idee ed alla gente che rappresenta molto anche stando all’opposizione
come ci insegna la lunga e per certi versi da rivalutare esperienza di opposizione parlamentare e sociale del PCI e del PSI italiani che hanno dato al popolo di sinistra un potere sociale, un welfare, diritti che venti anni di destra berlusconiana aiutata dalla gente come Veltroni,Ichino ed altri non è ancora riuscita a distruggere del tutto. Partiti che decidono di recidere le loro radici dal socialismo per ingraziarsi i ceti produttivi oggi rappresentati da tanti partiti di destra e di centro non sono necessari. Sono un di più che la parte pensante ed avvertita del capitalismo non penso che gradisca dal momento che la depressione salariale e la condanna di oltre quattro milioni di lavoratori al precariato dà connotazioni di povertà ed anche di infelicità alla società nella quale viviamo e ne abbassa il tono e la vitalità. La morte della dialettica politica e sociale con lo spazio parlamentare occupato solo da partiti di centro e di destra e lo spazio sindacale da sindacati collaborazionisti e subalterni paralizza
ed impoverisce la società nel suo insieme. La precarietà chiamata flessibilità ed i bassi salari fanno stagnare la società e ne riducono la coesione sociale, la cultura, la voglia di futuro. No,quello che Veltroni chiama socialismo è il lievito salutare della società europea ed il futuro che il fallimento del darwinismo neoliberista non può dare. Basti guardare l’America di Obama ridotta a nascondere dietro parole "nuove" la logora ed asociale politica di Bush e delle multinazionali.
Leggevo oggi una intervista ad un professore irakeno che vive da anni a Londra esule dai tempi di Sadam Hussein che parlava di un Iraq controllato dagli americani in preda a massacri quasi quotidiani e corruzione. Un Irak diventato un inferno popolato da tre milioni di orfani e di vedove, di altri milioni di sfollati, di una immensa porzione di popolazione costituita da mutilati e feriti di guerra. Gli americani hanno portato il terrore permanente nelle aree che le loro multinazionali hanno deciso di colonizzare:Irak, Afghanistan, sempre di più Pakistan e forse domani Iran. Non c’è differenza tra il drone assassino che mandava il Generale di Bush e quello che manda oggi il Generale di Obama.
Questa politica militare dell’Impero, unita alla politica economica e sociale non può e non è certamente migliore dalla politica che la socialdemocrazia ha dato all’Europa ed al mondo in tantissimi anni purtroppo offuscati da sconsideratezze di gruppi dirigenti come quelli che in Italia hanno fatto degenerare la esperienza positiva dell’Ulivo nella fallimentare esperienza del centro-sinistra di Prodi sconfitta clamorosamente perchè ha tradito il suo elettorato di sinistra (come lo stesso Prodi ha riconosciuto con molta onestà).
Infine voglio dichiarare tutta la mia insofferenza verso le critiche al al novecento i secolo caratterizzato dal socialismo e dai movimenti di emancipazione. Perchè gli ideali del socialismo sarebbero falliti? Perchè l’uguaglianza è incompatibile con la libertà? In un certo senso anche la sponda alla quale è approdato Veltroni appartiene al novecento: che cosa è oggi il liberismo se non
una involuzione del liberalismo novecentesco?
Meglio aprire un dibattito sul novecento prima di voltare le spalle alle rivoluzioni sociali che lo hanno animato. La cultura europea di oggi è figlia dei grandi movimenti socialisti che la impregnano ancora dal momento che la libertà non è ed non sarà mai niente senza eguaglianza e senza una giusta ripartizione del potere economico. Alla base della Germania di oggi c’è la grande lezione dell’austromarxismo e dei grandi pensatori socialisti. c’è il pensiero e l’azione rivoluzionaria di Rosa Luxemburg, di Antonio Gramsci, di Anna Kuliscioff, di Oscar Palme. Il socialismo è stato ed è tanto forte che i programmi degli stessi governi di centro-destra non possono ignorare ed accantonare anche se lo comprimono e vorrebbero sdradicarlo...
Pietro Ancona
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http://www.gregnotizie.it/salvadori-%C2%ABla-germania-insegna-se-il-socialismo-e-di-centro-e-destinato-a-perdere%C2%BB/
Messaggi
1. veltroni e la morte del socialismo, 29 ottobre 2009, 12:22
Forse il socialismo è morto perchè ammazzato da gente come lui, che come una subdola neoplasia si è inserita in un organismo un tempo sano e ora solo salma mummificata !!
Non ci si deve poi illudere del fatto che l’uscita dalla congrega del "mangiatore di cicoria" possa in qualche misura rappresentare una svolta a sinistra del PD !!
Il PD è nato proprio come partito di centro , presuntuosamente definito a "vocazione maggioritaria" dai suoi fondatori, e tale resta e resterà !!
L’uscita di Rutelli era prevista e studiata a tavolino per creare una testa di ponte verso l’UDC di Casini, su cui far poi passare tutto il resto del partito una volta maturate le condizioni favorevoli e cioè dopo la ormai imminente caduta del Berluska !!
Il disegno era chiaro sin dall’inizio : i poteri forti interni e la grande finanza internazionale hanno favorito e momentaneamente sostenuto il Berluska solo per usarlo come ariete e dare il colpo di grazia alla sinistra e renderla extra-parlamentare .
Ora che i giochi sono fatti si può ricominciare a ragionare seriamente e rimettere in gioco i veri amici, quelli seri, che non tradiscono e che possono garantire veramente la coesione sociale, far ingollare ai lavoratori tutti i neccessari bocconi amari e garantire una gestione consociativa del potere a solo ed esclusivo vantaggio di lor signori, il tutto con la benedizione del "pastore tedesco" e della Casa Bianca !!
Bersani , Veltroni e D’Alema sono certamente più affidabili e presentabili : non fanno gaffes, non hanno storiaccie con le escort, non hanno apparenti ed eclatanti conflitti d’interessi , sono altrettanto ricattabili e soprattutto, come molti ex-comunisti, odiano i comunisti !!
MaxVinella
1. veltroni e la morte del socialismo, 29 ottobre 2009, 13:10, di pietro ancona
caro max
condivido!!!
oietro
2. veltroni e la morte del socialismo, 30 ottobre 2009, 06:21
Non dovremmo aspettarci altre conferme da Veltroni! Il burattino della finanza Europea e delle forze egemoni, non sa come rimettersi in gioco. L’unica via di scampo e’ la lotta sul territorio. Lo scontro ed il conflitto. Quello dell’onda, lo scorso anno, fece paura. Si tento’ un’opera di destabilizzazione e ci erano quasi riusciti. Tranne poi l’intervento di comici e soubrette che rovinarono tutto.
Potessimo anche quest’anno organizzare un colpo, destabilizzando il governo sui cardini principali: educazione, studio, cultura, lavoro, giustizia.
Si puo’ certamente ripartire dall’onda, dalla crisi dei lavoratori, dalla precarieta’ degli insegnanti e dalla insoddisfazione dei giudici che sono continuamente sotto pressione e deleggittimati nel loro lavoro.
Sal.