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Appello dei ricercatori europei

Publie le martedì 7 giugno 2005 par Open-Publishing

Dazibao Donne Referendum

di Fedepasta

Ecco il testo integrale del documento di solidarietà ai ricercatori italiani, firmato anche dai premi Nobel Renato Dulbecco et Rita Levi Montalcini, impegnati sulle cellule staminali sottoscritto da alcuni tra i più autorevoli scienziati europei in materia: tra le firme più illustri da citare quella di Ann McLaren, dell’istituto di Biologia dello sviluppo dell’università di Cambridge e membro del comitato europeo di Bioetica, quelle di autorevoli esperti della ricerca sulle cellule staminali e il sostegno dell’ex commissario europeo alla Ricerca Philippe Busquin.

Tra le firme più illustri da citare quella di Ann McLaren, dell’istituto di Biologia dello sviluppo dell’università di Cambridge e membro del comitato europeo di Bioetica, quelle di autorevoli esperti della ricerca sulle cellule staminali e il sostegno dell’ex commissario europeo alla Ricerca Philippe Busquin

In qualità di scienziati europei vogliamo offrire il nostro sostegno ai colleghi italiani, posti di fronte alla prospettiva di una proibizione legale definitiva, che gli impedirebbe di partecipare a pieno titolo al progresso scientifico diretto a scoprire nuove strategie per ridurre la sofferenza umana e curare malattie gravi. Le cellule staminali embrionali umane (derivate dalla blastocisti) hanno enormi potenzialità a beneficio delle persone colpite da malattie degenerative.

Queste cellule sono dotate di proprietà uniche di proliferazione e differenziamento, che le rendono particolarmente adatte per capire i meccanismi patogenetici delle malattie, per sperimentare farmaci e per le strategie di sostituzione cellulare. La comprensione dei meccanismi che forniscono alle cellule staminali embrionali capacità illimitate di proliferazione e differenziamento è un obiettivo di immediata rilevanza ed anche un complemento essenziale alla ricerca sulle cellule staminali adulte, che viene condotta da diversi anni.

Da un punto di vista scientifico non vi è alcuna giustificazione all’affermazione che la ricerca sulle cellule staminali embrionali e quella sulle cellule staminali adulte si escludano l’una con l’altra. Compito degli scienziati è studiare le cellule staminali embrionali e adulte in parallelo, con rigore metodologico e senza pregiudizi.

Rifiutiamo quindi completamente l’affermazione che la ricerca sulle cellule staminali embrionali non sia indispensabile. Non vi è alcuna prova scientifica che possa suggerire che la ricerca sulle cellule staminali embrionali umane non contribuirà alla scoperta di nuove terapie. Al tempo stesso, non vi è alcuna evidenza scientifica che le cellule staminali adulte possano essere attualmente utilizzate per trattare un gran numero di malattie degenerative, quali il morbo di Parkinson o il diabete giovanile.

Se paragonate alle cellule staminali embrionali, quelle adulte mostrano chiari limiti quanto a proprietà di crescita ed espansione, potenzialità di generare cellule e tessuti differenziati, capacità di correggere anomalie genetiche. Alla luce di queste evidenze, e considerando lo stadio iniziale della ricerca sulle cellule staminali sia adulte che embrionali, sarebbe irresponsabile abbandonare prematuramente una delle più promettenti prospettive per il progresso della biomedicina.

Inoltre, scoperte ottenute attraverso lo studio delle cellule staminali embrionali hanno contribuito in maniera sostanziale all’identificazione e propagazione delle cellule staminali adulte.

Ci appelliamo all’obbligo morale di medici e scienziati a continuare una ricerca che sia di beneficio per le persone colpite da malattie invalidanti. Al tempo stesso, riconosciamo e rispettiamo l’opinione di coloro che sollevano dubbi sull’uso a scopo di ricerca di cellule derivati da embrioni umani non impiantati.

Riteniamo, tuttavia, che la soluzione di questo dilemma stia nell’incoraggiare medici e scienziati a prendere in considerazione le opportunità offerte da tutti tipi di cellule, applicando severe regole morali che salvaguardino la sensibilità del pubblico sulla condizione dell’embrione pre-impianto. Questa posizione è ora adottata da un numero crescente di Paesi ed è coerente con i principi della democrazia liberale.

Per molti secoli, gli scienziati italiani hanno fornito un contributo determinante al progresso scientifico in moltissimi campi di ricerca e, particolarmente, in medicina e in biologia.

La comunità scientifica internazionale ha bisogno della loro attiva partecipazione in linee di ricerca dirette a trasformare le fondamentali acquisizioni derivate dalla mappatura del genoma umano in nuove conquiste a favore della salute e del benessere della specie umana. Al tempo stesso, l’Italia deve essere in prima linea nella ricerca biomedica, in modo da ricevere pienamente i benefici derivati dalla scoperta di nuovi farmaci e trattamenti.

Per questi motivi, auspichiamo vivamente che il referendum del 12-13 giugno porti un Sì per il diritto dei nostri colleghi a condurre la ricerca sulle cellule staminali embrionali umane. Sosteniamo, quindi, la loro azione decisiva in favore di questo risultato che interessa l’intera comunità scientifica.