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ECONOMIA PER BALLE

Publie le giovedì 25 agosto 2005 par Open-Publishing

Dazibao Governi Carmelo R. Viola

di Carmelo R. Viola

Ho sentito un lungo “onesto” discorso di Tremonti su quella che egli - come tutti gli economisti postsocialisti chiamano appunto economia mentre si tratta, come ebbi a scrivere allo stesso, di predonomia, artescienza predatoria mutuata dalla giungla. Ebbene, un’economia costruita sulla predonomia, non può essere che un insieme di balle, che io definisco tout court una “ridicologia economica”. Il prendere di mira Tremonti è solo perché la sua seriosità rende tutto più ridicolo e più vero.

Queste affermazioni possono sembrare gratuite e presuntuose, ma sono certo che non lo sono. Non solo a scuola credo di avere imparato quella scienza-base per i rapporti tra esseri ragionevoli ai fini della soluzione dei problemi di convivenza, che si chiama logica.

Ebbene, se escludiamo il caso e la forza, credo che un discorso di convivenza - ovvero di scienza sociale - si ponga in termini semplici e asciutti:

1 - quali sono i diritti umani a cui l’uomo debba potere rispondere per sentirsi tale e non un animale antropomorfo (antropozoo);

2 - in che modo l’uomo deve potere rispondere a tali diritti.

E’ ovvio che si tratta di diritti naturali, cioè biologici, che l’uomo non inventa ma scopre.

Il primo di tali diritti è la sussistenza fatta di alimentazione e, oggi, anche di assistenza sanitaria. E’ ovvio che il diritto di sussistenza accompagna il soggetto sin dalla nascita fino alla sua fine. Ogni neonato ha diritto alla sussistenza per il solo fatto di essere nato. Ebbene, tutte le dotte “chiacchiere” di Tremonti (e non certo solo di lui) non citano nemmeno lo stato del neonato. Secondo la ridicologia dei vari Tremonti il neonato non esiste e non esiste nemmeno il diritto come “imperativo biologico”! E non si può parlare che di ridicologia specie quando il donchisciotte dell’economia delle balle sostiene che il Centro-sinistra ha fatto la migliore politica del lavoro e la migliore riforma delle pensioni! Il tutto riassumibile nella vergogna del “mercato del lavoro”!

Proprio perché usano un termine per un altro, i vari Tremonti non sanno che economia (di cui mi sono occupato ultimamente nel Quaderno 21 del Centro Studi Biologia Sociale) presuppone ordine e distributività tanto che il migliore Stato è quello economico in quanto capace di non abbandonare il neonato a sé stesso, il giovane all’occupazione casuale e provvisoria e l’anziano all’elemosina, tre crimini della predonomia e teorizzati dal capitalismo e, in specie, dal neoliberismo.

Bollare ogni intervento statale come comunismo e, peggio, come stalinismo, è solo imbecillità. Infatti, la funzione naturale dello Stato è quella di realizzare l’economia a favore della collettività mentre il gioco a chi fa più soldi, ovvero l’imprenditorialità, è l’animalità predatoria trasferita al livello umano chiamando competitività l’agonismo e facendo finta d’ignorare che le guerre (come quella dell’Iraq) sono forme di predazione competitiva su larga scala!

Signor Tremonti, invece di abbandonarsi alla ridicologia predonomica, ci dica come va trattato il neonato perché non subisca la povertà della famiglia, il giovane perché “si sistemi” e produca ed abbia la certezza de domani, e l’anziano perché non faccia il mendicante e perché giovani ed anziani non si rivolgano alla struttura della mafia per non morire di fame. Il resto (a partire dal Pil e dal debito pubblico) sono balle.

Che il voto elettorale sia anche per Lei un marcatore di tale balle, è una balla esso stesso perché l’elettorato non è necessariamente competente in scienza sociale e perché allo stesso si può far credere ciò che si vuole come, per esempio, che le cose siano cambiate. Non è cambiato nulla se non le modalità predonomiche o predatorie degli uomini di affari, che dspongono di una maggiore scelta di dettagli (e che dettagli!) dei loro paradisi terrestri dai quali paradisi continuano a far credere dipendano il lavoro e il benessere della collettività, meno. s’intende, la crescente disfunzione dei servizi pubblici e la crescente pericolosità degli stessi per riduzione di personale e di manutenzione (per esempio dei mezzi di locomozione).

Il neoliberismo, la cui formula governativa è il bipolarismo, è meno socialità statale e più criminalità privata: questo, mi pare, signor Tremonti, non l’ha detto.

Carmelo R. Viola
Centro Studi Biologia Sociale
crviola@mail.gte.it