Home > Ecuador, "cacelorazos" contro il presidente: duri scontri con la polizia

Ecuador, "cacelorazos" contro il presidente: duri scontri con la polizia

Publie le mercoledì 20 aprile 2005 par Open-Publishing

Dazibao Movimenti Governi America Latina

di red

«Que se vadan todos» (se ne vadano tutti), «Lucio fuera» (via Lucio). Così come era accaduto nel dicembre del 2001 a Buenos Aires, anche nelle principali città dell’Ecuador, la protesta contro il governo di Lucio Gutierrez si combatte in piazza a suon di coperchi e pentole (i cacelorazos). Dall’inizio del mese, da Quito a Guayaquil, migliaia i dimostranti si sono radunati nelle piazze del Paese (seguendo il tam tam della radio popolare Luna) per chiedere le dimissioni del presidente che sta applicando una durissima politica di rigore così come chiesto dal Fondo Monetario Internazionale. Tanto che nel paese latino americano, importante produttore di petrolio, le condizioni della popolazione rimangono tra le più critiche della regione.

In particolare le proteste anti governative sono scoppiate all’inizio del mese dopo che la Corte Suprema ha rigettato l’incriminazione per corruzione dell’ex presidente Abdala Bucaram, un alleato di Gutierrez, riportano alla memoria i moti che hanno portato alla caduta di ben due presidenti dal 1997 a oggi. Domenica scorsa il Parlamento ha votato le dimissioni della Corte Suprema, solo quattro mesi dopo la nomina di una serie di giudici vicini al presidente. E le proteste nelle strade si sono intensificate per chiedere le dimissioni immediate di Gutierrez e nuove elezioni.

Accusato di metodi dittatoriali e di violare la costituzione Gutierrez però, anche dopo le ultime ingenti manifestazioni di piazza, non intende dimettersi e risponde alle manifestazioni di piazza usando le maniere forti e convocando lo stato di emergenza. Nell’ultima manifestazione di martedì a Quito, sedata dalla polizia con l’uso di gas lacrimogeni, un fotografo cileno di 70 anni è morto d’infarto dopo una carica delle forze dell’ordine. I disordini sono scoppiati vicino al Palazzo Carondelet, sede del governo, quando 400 persone tra circa 15.000 dimostranti sono riusciti a sfondare il recinto allestito dalle forze dell’ordine per impedire loro di avvicinarsi all’edificio. La Croce Rossa ecuadoriana ha riferito di aver assistito almeno una cinquantina di feriti, ma non ci sono bilanci certi al momento. Alexis Poncer, portavoce dell’ Associazione latinoamericana dei diritti umani (Aldhu), ha annunciato che la sua organizzazione presenterà imeditamente una denuncia penale contro Gutiérrez per 47 violazioni dei diritti umani denunciate nel corso del suo governo.

Tra i più strenui oppositori di Gutierrez le popolazioni indigene dell’Ecuador, rappresentate dalla Conaie (Confederazione delle nazionalità indie dell’Ecuador). Il presidente ecuadoregno era stato eletto nel gennaio del 2003 anche grazie all’appoggio degli Indios i cui rappresentanti erano per la prima volta entrati a far parte dell’esecutivo come ministri. Ma l’illusione di un nuovo Chavez ecuadoregno (anche Gutierrez è un ex colonnello passato alla politica dopo essere stato brevemente arrestato per un tentato colpo di Stato) era presto svanita quando Gutierrez si era piegato senza riserve alle richieste del Fmi di tagli netti alla psesa pubblica nonché a una totale sottomissione agli Usa.

http://www.unita.it/index.asp?SEZIO...