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Fassino, ripensaci: guarda le prove di questi crimini

Publie le giovedì 10 novembre 2005 par Open-Publishing
2 commenti

Dazibao Guerre-Conflitti Televisione USA medio-oriente

di Piero Sansonetti

Leggete l’articolo di Sabina Morandi, che pubblichiamo qui, e provate a restare calmi. Come si fa? Questi hanno raso al suolo Fallujah e arrostito la sua popolazione, e in quegli stessi giorni i loro capi, dalle Tv di tutto il mondo, tuonavano sulla democrazia da esportare, sui valori dell’Occidente, sul cristianesimo, sulla libertà, sui diritti dei bambini e delle donne, sulla legalità internazionale, sul Burqa, sull’arretratezza dell’Islam. Va bene il cinismo della politica, ma c’è un limite oltre il quale il cinismo diventa ributtante, e l’indignazione supera gli schieramenti, i punti di vista, le divisioni tra destra e sinistra. Possibile che i capi politici degli Stati Uniti, a cominciare dal presidente, non sapessero quale operazione militare si stesse svolgendo a Fallujah? Non sapessero che gli Stati Uniti stavano usando le armi chimiche - illegali, illegalissime - contro la popolazione civile, bambini, donne, persone inermi e indifese, esattamente come le aveva usate Saddam, atrocemente, contro i curdi?

Il documentario che la televisione italiana manda in onda stamattina, di nascosto, poco dopo l’alba, non lascia spazio a nessun dubbio. L’esercito degli Stati Uniti, a Fallujah, si è macchiato di gravissimi crimini di guerra e ha usato, senza parsimonia, le armi di distruzione di massa. Capite il paradosso? Gli americani hanno spiegato al mondo che andavano in Iraq per smantellare le armi proibite di Saddam - armi feroci, illegali, inumane - ma invece quelle armi Saddam non le possedeva (e gli americani sapevano che non le possedeva) e le possedevano invece gli americani, che le hanno portate in Iraq e le hanno usate per sterminare gli iracheni di Fallujah.

I crimini di guerra perpetrati dall’esercito degli Stati Uniti ci rimandano indietro di anni e anni. Ai momenti peggiori del Vietnam, alla famosa strage di May Lay (1968) alla seconda guerra mondiale, alle atrocità dei tedeschi, a Hiroshima. Saranno giudicati da qualche tribunale internazionale? No, gli Stati uniti non riconoscono tribunali internazionali.

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Questi documenti agghiaccianti arrivano in Italia negli stessi giorni nei quali, inopinatamente, una parte del centrosinistra, e precisamente il segretario dei Ds Piero Fassino, torna a mettere in discussione la linea del ritiro immediato delle truppe italiane dall’Iraq. Fassino lo ha fatto con una intervista alla Stampa nella quale ha assunto una posizione appena un po’ più filoamericana di quella dell’ultimo Berlusconi (quello che sostiene che lui è stato sempre contrario alla guerra....). Ha detto che il ritiro delle truppe italiane sarà possibile solo se concordato con le autorità britanniche e statunitensi.

Io spero che Fassino stamattina si svegli presto e possa vedere la televisione alle sette e mezzo (terza rete). La certezza che le truppe di occupazione americane hanno commesso gravissimi crimini di guerra, la certezza che si sono macchiate degli stessi delitti dei quali hanno accusato Saddam, la sfrontatezza con la quale hanno tentato di coprire tutto ciò, rendendo inaccessibile Fallujah ai giornalisti, persino ai giornalisti amici, tutto questo servirà a un ripensamento? Voglio dire: in che modo, con la costituzione italiana alla mano, si può ritenere legittima la partecipazione del nostro esercito a una forza di occupazione militare di un paese straniero, sotto il controllo americano, e cioè degli ufficiali responsabili di atroci crimini?

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Abbiamo discusso in redazione se pubblicare alcune delle immagini terrificanti che dimostrano il massacro compiuto dagli americani. Abbiamo deciso di pubblicare una sola fotografia (mettendo altro materiale sul sito di Liberazione online) per un motivo semplice: gli americani continuano a negare di avere usato gli ordigni al fosforo bianco, mentre queste foto dimostrano il contrario: si vedono i corpi di alcune vittime, squagliati dal fosforo, senza che i loro indumenti siano neppure bruciati, perché questa è la caratteristica del fosforo: annientare la vita e non le cose.

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Complimenti alla Rai che ha prodotto un pezzo straordinario di vero giornalismo. Ma al tempo stesso viva protesta nei confronti della Rai per la decisione di mandare questo documento in onda in modo quasi clandestino. E’ chiaro che ci sono state pressioni politiche fortissime, e anche comprensibili; però ci sono delle volte che di fronte al gran lavoro dei nostri giornalisti la politica deve passare in seconda linea.

http://www.liberazione.it/giornale/051108/LB12D6DF.asp

Messaggi

  • Innanzitutto, vorrei ringraziare tutti coloro che si sono prodigati nel rendere noti questi scempi , commessi in nome di una presunta democrazia.

    Secondo, vorrei sottolineare quanto ha dichiarato il Prof. Teodori in un confronto con il giornalista Zucconi a Primo Piano e cioè che il fosforo bianco è stato usato per "illuminare" gli obbiettivi......

    Non so voi, io ormai non ho parole !!!! Quando la finiranno ??????

    Vanni

  • Il fosforo bianco è stato usato durante la battaglia di Fallujah contro obiettivi umani. Dopo l’inchiesta di Rainews 24, questa volta ad affermarlo è una rivista specializzata dell’esercito americano, ’Field Artillery’.

    Le munizioni al fosforo bianco, definite efficaci e versatili, sono state usate a Fallujah negli attacchi soprannominati ’shake and bake’, letteralmente ’scuoti e cuoci’ un’espressione comune in America per i polli da infilare nel forno. Munizioni dall’alto impatto psicologico contro gli insorgenti in trincea, usate quando le armi tradizionali non facevano effetto.

    Lo scrive, con grande precisione e dovizia di particolari, il numero di marzo –aprile 2005 di ’Field artillery’, la rivista ufficiale dell’artiglieria americana con sede in Oklaoma. Gli autori del memorandum for record, un atto ufficiale, pubblicato sotto forma di articolo, sono il capitano James Cobb, il tenente colonnello Cristoper la Court, e il sergente Higt. L’editore della rivista è l’esercito degli Stati Uniti.

    Keoma