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IL PAPA PARADOSSALE

Publie le giovedì 21 aprile 2005 par Open-Publishing

Dazibao Religioni

di Viviana Vivarelli

“...si direbbe che persino la Luna si é affrettata stasera: guardate là in alto, a guardare questo spettacolo. Gloria Dio e pace agli uomini di buona volontà, Tornando a casa, troverete i bambini.

Date loro una carezza e dite:
“Questa è la carezza del Papa”. Troverete forse qualche lacrima da
asciugare. Abbiate per chi soffre una parola di conforto."
(Papa Giovanni, discorso della Luna)

“Sono un viandante sullo stretto marciapiede della terra, e non distolgo il
pensiero dal Tuo volto che il mondo non mi svela."
(Karol Wojtyla )

Dicono che Woytjla abbandonasse i sorrisi e la faccia benevola delle
manifestazioni di massa, per essere, nei suoi appartamenti, rigido e
scostante, un papa superbo che non dava confidenza ad alcuno.

L’inflessibile Ratzinger ripetera’ il protocollo, un sorriso pubblico accattivante che nasconde una volonta’ di ferro. E gia’ lo precede una nomea di intransigente assolutista che egli addolcira’ con la forza di un linguaggio suadente e pieno di immagini evocative. Sembra sia il tempo dei dittatori che parlano in modo seducente ai sentimenti delle folle, mentre eludono i bisogni dell’uomo.

Intanto gira come impazzita la macchina propagandistica (dov’era quando si chiedeva la pace?) e fa senso sentire il tg1 che inneggia: "Questo sara’ un papa molto amato", come se anche l’amore si potesse comandare come un dogma o inculcare con suggestioni mediatiche. E lo spettacolo di massa continua; la gente, addestrata da Woytjla alle riunione di piazza (strano contrasto con le chiese deserte!), accorre alla nuova moda collettiva, che associa le apparizioni papali ai concerti rock e alle adunate televisive ( si pensi alle 15.000 persone accorse in Liguria per vedere le tre ragazze in barca del telefonino) con tutti i gadget del caso, magliette, cappellini, bandierine, canti, ola, "chi non salta contro il papa e’ "...

Il severo e rigido Ratzinger, il prefetto di ferro, ha gia’ affossato, nella sua collaborazione a Woytjla, ogni continuita’ con Concilio Vaticano II, che non puo’ essergli piu’ alieno, e dunque, per non essere accusato proprio di abiura a papa Giovanni, ne parlera’ molto per non farne niente.

La sua paradossalita’ sara’ da tenere sempre presente con una osservazione spassionata, bastera’ notare come le parole lo tradiscano per polarita’, la superbia si ammanti di dichiarazioni umili, il totalitarismo si vesta di immagini di servizio, "umile servo della vigna", "inadeguatezza"..., un po’ come certi leader nostrani che parlano di democrazia proprio quando si accingono a smantellarne i capisaldi. E poi quelle sottigliezze psicologiche, come prendere il messaggio piu’ popolare di Woytjla, "Non aver paura", per rivolgerlo specificamente a se’, implicandosi nella massa dei fedeli, nel momento stesso in cui invece ne sara’ potesta’ superiore e inaccessibile. Il potere ha questa caratteristica, di rovesciare il senso delle parole, perdendone lo spirito e usandole in modo strumentale.

Come diceva Adorno “L’assenza di significato diventa l’unico significato”.Ecco allora che abilmente si parlera’ molto di spirito, la’ dove si esercitera’ molto il potere, che e’ tutt’altra cosa, perche’ lo spirito e’ amore dell’altro dimentico di se’, il potere e’ amore di se’ dimentico dell’altro.

Vaticano I° fu un’affermazione di totalitarismo, Vaticano II° apri’ il
miracolo di una visione ecumenica e democratica della Chiesa, assolutamente irripetibile; con Ratzinger, gli eminentissimi cardinali manifestano un ritorno all’indietro o una prosecuzione di Woytjla, con posizioni centralistiche e totalitarie, che prepareranno un Vaticano III° molto piu’ affine al I°, in linea con la grande ondata della destra politica , di cui solo pochi reazionari sentivano il bisogno anche nella Chiesa.

Consideriamo la tolleranza di papa Giovanni e contrapponiamola agli stretti rapporti di Ratzinger col Sant’Uffizio che fu sempre ostile al Vaticano II. Il Sant’Uffizio fu, nel 1542, la prima delle Sacre Congregazioni istituite dalla Chiesa Cattolica per combattere l’eresia, in pieno clima di Controriforma; derivava dal famigerato Tribunale dell’Inquisizione, e aveva, tra i suoi compiti, l’Indice dei libri proibiti e il controllo della scienza; fu il Sant’Uffizio che condanno’ Galileo costringendolo all’abiura.

Con Vaticano II, il Sant’Uffizio prese il nome di ’Congregazione per la dottrina della fede e dei costumi’, e a capo venne posto proprio il
cardinale tedesco Joseph Ratzinger.E prendiamo il punto fondamentale di Vaticano II: la collegialita’, in luogo della monocrazia assolutistica del Papa, ricordiando, invece, l’estrema durezza con cui, in un convegno al Laterano sul Concilio, Ratzinger liquidò ogni ipotesi di collegialità, invitando a concentrarsi sulla “riforma spirituale”, lasciando intatto l’ordine gerarchico verticale papa-Curia-vescovi.

E poi l’apertura di papa Giovanni al mondo moderno e il suo desiderio di adeguare la Chiesa al nuovio che avanza: “Sappiate cogliere i segni dei tempi”, e di contro, ripetendo l’elenco dei libri vietati, la fissazione di Ratzinger per l’elenco dei peccati sociali e il rifiuto di ogni evoluzione, la moltiplicazione delle condanne: femminismo, libertinismo, relativismo, individualismo, i venti dottrinali, le mode del pensiero, il vago misticismo religioso... un vero manifesto di denuncia che boccia ogni possibilita’ umana di cambiamento e di liberazione e gia’ rivela una prima omelia, che non e’ nemmeno un’omelia ma un programma politico di insolita durezza, un sillabo, che, gia’ in primis, contraddice i propositi di umilta’ e sembra
rivolgersi minacciosamente non ai cattolici ma al mondo intero.

Eppure papa Giovanni aveva detto che la chiesa doveva “trasformarsi in uno strumento di dialogo e cooperazione, contribuendo essa stessa al progresso sociale, all’emancipazione degli oppressi, al disgelo tra i nemici”. Papa Giovanni aveva predicato di “Non intervenire nelle faccende politiche” e come si concilia questo con un Ratzinger che ha minacciato di scomunica gli elettori americani che votavano Kerry? Ancora Papa Giovanni richiama alla solidarieta’ e alla cooperazione,
indicando una via secondo “i segni dei tempi degli uomini di buona volonta’ verso altri uomini che hanno gli stessi diritti di indipendenza”. Cosa dira’ Ratzinger a proposito della guerra preventiva, quando Woytjla ha condannato la guerra all’Ieak ma ha difeso quella al Kossovo?

Ed ecco che anche le aperture democratiche di Papa Giovanni sono bocciate come "orizzontalismo ", un grave errore in cui non si deve piu’ cadere. Ma, per la regola "di’ il contrario di quello che fai", Ratzinger parla proprio di "collegialita’", "comunione collegiale, pur nella diversità dei ruoli e delle funzioni del Romano Pontefice e dei Vescovi", cosi’ come faceva Woytjla, e si e’ visto, in puro stile orwelliano. Del resto viviamo in tempi in cui la paradossalita’ del linguaggio e’ manifesta in ogni campo ed e’ uso chiamare pace la guerra, democrazia il totalitarismo, progresso la reazione, riforma la distruzione... e l’unica guida per un osservatore e’ ormai attenersi rigorosamente ai fatti escludendo le parole doppie e ingannatrici.

Uno dei punti del Concilio Vaticano II fu l’ecumenismo, dal greco oikouméne, terra abitata, movimento che tende a riavvicinare e a riunire i fedeli delle diverse confessioni religiose, e in particolare le Chiese cristiane separate alla Chiesa di Roma, il mondo protestante e quello ortodosso, per una più stretta collaborazione e comunione. Papa Giovanni dice: “Credenti e non credenti sono tutti nostri figlioli, appartengono tutti a Dio per diritto di origine”. Ma circa le chiese non cristiane e’ evidente che il pontificato di Woytjla non ha portato ad alcuna forma di rispetto e considerazione, che’ anzi ci sono stati atti di condanna molto espliciti, come nei riguardi del buddhismo o dell’islamismo.

E con le altre chiese cristiane i contatti sono stati solo formali, con un Papa che ha chiamato a se’ come succubi e inferiori i capi delle altre Chiese ma nulla ha fatto per andare loro incontro, mentre restava inflessibile la sua gestione dottrinale. Con Woytjla la Chiesa si e’ ritenuta la prioritaria e assoluta testimone di verita’, escludendo ogni salvezza fuori di se’e arroccandosi nella conservazione senza cambiamento. La “Dominus Iesus” di Ratzinger ribadisce il primato del papa come “verita’ oggettiva”, quindi indiscutibile e immodificabile, in un giudizio per cui le altre chiese sono carenti e con insufficienti mezzi di grazia. Quando la chiesa cattolica ha parlato di dialogo e di incontro ha sempre inteso recessione zero dalle proprie posizioni immutabili, aspettando dagli altri solo una resa incondizionata.

Ora l’appello che il nuovo Papa fa a un incontro con le chiese separate non e’ altro che la volonta’ di ribadire i presupposti ’spirituali’ di Roma. Lo spirito e’ usato come alibi per rafforzare una posizione monocentrica e non per incrementare il dialogo, sulla linea di Woytjla, ma contraddicendo Papa Roncalli.

A questo punto non possiamo che stare a vedere, sperando che il pontificato che si apre non confermi le premesse, ma e’ una speranza molto flebile. Non di nuovi totalitarismi ha bisogno il mondo ma di uomini che hanno fede negli uomini per creare nuovi orizzonti di convivenza e di pace. Avere fede solo in Dio, dimenticando che egli opera anche attraverso il mondo puo’ portare solo a prevaricare il mondo. Dio cammina sulle strade delle genti, interrompere questo cammino pou’ portare a sentirsi Dio, ma questa e’ la vera eresia.

Termino con due citazioni da due lettere di ‘sacerdoti’:

“Ciò che mi addolora è questo appiattimento del collegio cardinalizio
attorno ad una figura algebrica per la quale le "idee" sono come i numeri di un "sistema" che contempla una, ed una sola, soluzione: la sua! Appiattimento senza nessuna guizzo, un osare profetico, uno scommettere sul domani. E’ l’eredità lasciataci da Giovanni Paolo II ( la maggior parte dei cardinali sono di sua nomina!). Ha votato la Paura più che lo Spirito. Un abbraccio a tutti con una buona speranza nonostante tutto.”

“Ha votato la paura; hanno eletto la sicurezza della dottrina; l’orizzonte e’ l’Europa e il mondo come cortile per la riappropriazione delle radici cristiani europee. Risultato? Un Lepantino (piccola Lepanto): un baluardo contro l’aggressione musulmana. L’uomo che cerchera’ di dare una forte identita’ anche culturale al cristianesimo europeo si chiama Benedetto XVI. Si dice che beva limonate: cosi’ mantiene un certo grado di asprezza. Mezzi apostolici: i movimenti da Opus Dei a Cl, da Milites Christi, a Focolarini, da Pentecostali e Spiritici... a Spiritosi e Vanitosi. Forma: contrabbando del
Concilio Vaticano II che sara’ citato continuamente per dissolverlo
definitivamente. Foto di gruppo: una chiesa paurosa, in difesa e
all’attacco. Motto: in culibus mundi”

“PS. Dopo il genovese Benedetto XV, nessun genovese si sarebbe mai chiamato Benedetto XVI perche’ in genovese "Beneito sese (XVI) significa uno fuori di testa o un po’ tocco. Credo che tutti ora abbiano capito che lo Spirito Santo e’ solo un optional”.

Questi invece sono brani della lettera di un ‘laico’: “ E a noi, a chi sta da "una certa parte" (chi e’ di un’ altra religione, o segue altri percorsi spirituali, chi e’ - per un sadico e incomprensibile disegno della "provvidenza divina" - gay o transessuale, chi convive da non sposato, chi crede nel dialogo e nella tolleranza, chi non crede nei dogmi, e molte donne che vorrebbero per sempre finiti certi tempi...) ci e’ arrivato un sottile brivido gelido nelle ossa. Quel volto, con quel sorriso tirato e quegli occhi glaciali, hanno evocato un’ancestrale e inquietante sensazione....un’essenza antica, fautrice per molti secoli di sofferenza, morte, guerre, sangue, roghi, punizioni, perversioni, che ritornava. Pronta e muoversi secondo il
suo DNA, che sotto la superficie, attraverso i secoli e nonostante il
Concilio Vaticano II, non ha mai smesso di esistere.

Pronta a dichiarare di fare tutto in nome appunto dello stesso DNA di Cristo, del suo messaggio, della sua vita, di quel concetto di Amore (con la A maiuscola) che quando Gesu’ lo insegno’ fece tremare strutture e ipocrisie religiose vecchie di secoli, sterili, inumane, orribili. Pronta a seguire un programma ben preciso (e forse spietato), pur se costretta ad adeguarsi al terzo millennio e a fare a meno di un potere temporale. Benedetto XVI, "l’umile servo nella
vigna del Signore", ben incarna tutto cio’.

In molti hanno poi percepito che la delusione si e’ sparsa anche tra molti cattolici, pur se celata dietro silenzio o frasi di circostanza. E’ difficile per molti il "Gaudium" per questo nuovo vescovo di Roma. Dopo questo primo attimo di disagio si fa strada la speranza che poi tutto verra’ ridimensionato, che comunque questo Papa crociato, come l’ha chiamato qualcuno, dovra’ comunque fare qualche compromesso rispetto il suo ferreo integralismo. Che se vorra’ avere rapporti col mondo e le sue realta’, le genti (che non sono solo quelle che
abitano lo stato del Vaticano), le culture diverse, dovra’ elaborare qualche forma di diplomazia. Ma sara’ cosi’?... L’ uomo, nel suo rapporto con la religione, spesso non riesce a ricordare che "il sabato e’ stato fatto per l’ uomo, e non l’ uomo per il sabato"... Si rispettino tutte le diversita’, le realta’, le identita’.

Non c e’ bisogno di essere degli esegeti o dei teologi: basta leggere i Vangeli per afferrarlo. Cristo parlava e agiva con accettazione, apertura, amore, rispetto, non-giudizio....Non sentiamoci
intimoriti da questo vescovo di Roma, guardiamolo dritto negli occhi, con sfida e orgoglio, stima di noi stessi, dei valori che portiamo e che rappresentiamo, delle nostre sofferenze piccole e grandi. Non lasciamogli la soddisfazione di sentirsi detentore di chissa’ quale autorita’ e chiave di salvezza assoluta. “

"In una convivenza ordinata e feconda va posto come fondamento il principio che ogni essere umano è persona cioè una natura dotata di intelligenza e di volontà libera; e quindi è soggetto di diritti e di doveri che scaturiscono immediatamente e simultaneamente dalla sua stessa natura: diritti e doveri che sono perciò universali, inviolabili, inalienabili."

(Papa Giovanni XXIII, Papa per grazia di Dio e riconoscimento degli uomini)