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Lucca’s History X

Publie le martedì 22 novembre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Estrema destra

di Daniele

Lucca. Ieri sera. Un sabato come tanti altri della nostra città. Tre ragazzi, poco più adolescenti, sono di ritorno da un giro di in centro. Sono giovani lucchesi, come i molti che attraversano il centro storico il sabato sera. Gli stessi sorrisi, la stessa vita, gli stessi sogni. Ma sono di sinistra. Sono stati marchiati come "comunisti", "zecche", "tossici". E per una città come Lucca, per i suoi canoni di giudizio e di decenza, questi ragazzi non sono più uguali agli altri. Sono agenti di disturbo, sono ciò che non si vuole vedere e sentire. Sono, spesso, solo dei bersagli vaganti.

I tre si dirigono verso loro macchina parcheggiata a pochi passi dalla prefettura. Non sanno di essere stati seguiti da qualcuno. Salgono con tranquillità in auto. Ed è un attimo: sei, forse sette persone spuntano dal buio. Sono rasati, con bomber ed anfibi.

Circondano la macchina e incominciano l’assalto. Cinghiate, calci, pugni con il moschettone. Il lunotto posteriore che va in pezzi. Il finestrino del passeggero pure. Il ragazzo alla guida cerca di mettere in moto. E’ un gesto inutile: il gelo di questa fredda notte novembrina blocca l’accensione. E’ confuso, spaventato: i vetri sono appannati e non sa bene cosa sta succedendo. Ma riesce a immaginarlo. E allora suona disperatamente il clacson, un grido d’aiuto, un tentativo di attirare l’attenzione, un modo per rompere il silenzio notturno di una città tranquilla e perbene. Niente da fare. Nessuno accorre. Rimangono soli e bloccati, i tre ragazzi, in una macchina che è diventata il bersaglio di una violenza animale, la preda di bestie selvagge e urlanti. L’assalto continua, senza soste. Anche una ragazza, da fuori, tira calci e pugni. Anche lei fascista, prende parte alla mattanza. Viene frantumato il parabrezza davanti. Alcune mani entrano nella macchina, cercano di afferrare qualcuno per portarlo fuori e pestarlo senza pietà. Per fortuna non ci riescono. La scena va avanti per cinque, interminabili, minuti. Poi si affaccia qualcuno da una casa. Arriva una macchina. La squadraccia fugge, si dilegua, sparisce come è venuta, lasciando dietro a se un’auto semidistrutta con dentro tre ragazzi spaventati.

Una storia come tante altre, a Lucca. La stessa scena vista e rivista molte volte, troppe volte. Ragazzi assaliti e picchiati perchè di sinistra, gay, immigrati. Oppure soltanto per passare un pò di tempo. Ragazze violentate con bottiglie di vetro perchè hanno la sola colpa di essere lesbiche. Vetrine di negozi in frantumi perchè hanno osato ospitare presentazioni di libri sugli omosessuali. Storie che solo in parte verrano raccontate dai giornali. Quella di ieri sera resterà una "history X" come tante altre, perduta nella memoria di chi l’ha vissuta, o soltanto di chi ha saputo per passaparola i fatti accaduti, come il sottoscritto. Storie che alimentanto, nell’omertà comune, un’atmosfera avvelenata e una clima di odio, destinato a crescere nell’ombra e poi a degenerare. Storie della mia città, moralista, bigotta e perbene, una città dove l’uovo di serpente rappresentato da Bergman ha trovato un terreno fecondo per crescere e per schiudersi. Benvenuti a Lucca.

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