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Morte di Karol Wojtyla: comunicato dell’Unione delle Famiglie Laiche

Publie le mercoledì 6 aprile 2005 par Open-Publishing

Dazibao Religioni

di Union des Familles Laïques tradotto dal francese da Karl&rosa

Morte di Karol Wojtyla: la televisione pubblica France 2 non deve fare la propaganda al Vaticano, le bandiere della Repubblica non devono essere esposte a mezz’asta.

Nel comunicato stampa diffuso venerdi’ 1° aprile alle ore 15, in occasione della morte imminente del capo della Chiesa cattolica, l’Unione delle Famiglie Laiche, ricordando l’azione reazionaria che aveva diretto i ventisei anni del suo regno, concludeva auspicando che la Francia riservasse un trattamento obiettivo e misurato alla morte del Papa.

Le nostre preoccupazioni non erano vane. Da diversi giorni la televisione pubblica, finanziata con le imposte di tutti i contribuenti, é diventata uno strumento di propaganda "non stop" dell’opera di Karol Wojtyla, con una lettura parziale e mutilata della sua azione.

Questa mancanza di misura nel trattamento dell’informazione non ha alcun rapporto con la situazione attuale in Francia. Se la maggioranza dei Francesi rispetta il dolore dei cattolici davanti alla scomparsa del loro capo, molti di loro non sono praticanti, le chiese sono sempre più vuote, e sempre più numerosi sono i cittadini che confessano di non credere in Dio o di dubitare fortemente della sua esistenza. D’altra parte, i credenti non si trovano tutti in seno alla Chiesa cattolica e devono dunque essere trattati in modo egualitario da una televisione pubblica. Infine, molti cattolici non si riconoscono neppure loro nel discorso arcaico che la loro gerarchia porta avanti da ventisei anni.

L’Ufal condivide dunque l’esasperazione della maggior parte delle famiglie davanti alla deviazione dai suoi obiettivi di una televisione pubblica posta al servizio della Chiesa cattolica. Condivide ugualmente l’indignazione di molti militanti e donne davanti all’immagine di uomo di pace e di progresso di Karol Wojtyla che viene data da molti giorni, loro che, in occasione delle loro lotte emancipatrici per il diritto alla contraccezione, all’aborto, alla scelta della propria sessualità o per proteggersi dall’AIDS si sono trovati di fronte le sue posizioni oscurantiste, con le catastrofi umane che hanno accompagnato questo discorso.

Infine, in questo anno, centenario della legge del 1905, che segna la stretta separazione della sfera pubblica dalla sfera privata, l’Unione delle Famiglie Laiche si meraviglia che, fin da domenica mattina, delle bandiere siano state esposte a mezz’asta, su ordine della prefettura, in alcuni comuni della provincia. Anche a Parigi la bandiera francese é a mezz’asta all’Assemblea nazionale, agli Invalidi, al Louvre, all’Hôtel de la Marine, a place de la Concorde, fin da domenica pomeriggio. Se si tratta di un omaggio al capo della religione cattolica, occorre ricordare che la Repubblica non riconosce nessuna religione? Se si tratta si un omaggio al capo dello Stato del Vaticano, occorre ricordare che questo Stato non corrisponde ai criteri democratici tradizionali: niente elezioni, niente Parlamento, niente pluripartitismo? Se queste sono iniziative di uomini isolati che hanno fatto passare le loro convinzioni religiose davanti alla laicità, l’Ufal reclama dal governo che vengano sanzionati. Ma se, come tutto lascia pensare, si tratta di una disposizione governativa, l’Unione della Famiglie Laiche esprime una vigorosa protesta e constata, un anno dopo il voto della legge contro i simboli religiosi nelle scuole, che una frangia importante della destra osa pretendersi laica, ma considera tuttora che la Francia é la figlia maggiore della Chiesa.

L’Unione delle Famiglie Laiche domanda dunque al governo di dare disposizioni affinché, su tutto il territorio francese, nessuna bandiera sia esposta a mezz’asta, in questa occasione, per rispettare i principi laici e la grande diversità di tutti i nostri concittadini.

http://bellaciao.org/fr/article.php3?id_article=13653