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Nicaragua: sandinismo in fermento

Publie le lunedì 17 ottobre 2005 par Open-Publishing

Dazibao America Latina Giorgio Trucchi

Dichiarazioni contrastanti nella Sinistra Sandinista

Izquierda Democrática e Radio La Primerisima e in mezzo l’interventismo gringo

(Alla fine, traduzione del Manifesto di Radio La Primerísima)

di Giorgio Trucchi

Il Sandinismo, intendendo con questo termine non solo il partito Fsln ma anche tutte quelle espressioni popolari e persone che in un certo modo si sono staccate dal partito, ma continuano a credere nei valori del movimento fondato da Carlos Fonseca Amador, sta vivendo giornate molto intense in previsione delle prossime elezioni presidenziali del novembre 2006.

Dopo l’arrivo in Nicaragua del Vice Segretario di Stato nordamericano, Robert Zoellick e le sue durissime espressioni interventiste contro il Partido Liberal Constitucionalista di Arnoldo Alemán e contro Daniel Ortega (vedi articolo "Offensiva gringa su www.itanica.org ), le reazioni sono state numerose.

Il Partido Liberal ha emesso un comunicato criticando e rifiutando l’atteggiamento di Zoellick in quanto lesivo della sovranità nazionale e si è aggruppato nuovamente intorno al proprio leader, condannato in primo grado a vent’anni di carcere per un’innumerevole serie di delitti.

La posizione non è stata però univoca in quanto due deputati, Carlos Noguera e David Castillo, hanno accettato di riunirsi con il numero due della diplomazia statunitense ed hanno poi rilasciato dichiarazioni molto critiche sull’alleanza o patto con i sandinisti.

Un’eventuale "scissione" porterebbe a quattro il numero di deputati che nell’ultimo anno hanno abbandonato il caudillo Alemán e che si sono alleati con il candidato presidenziale Eduardo Montealegre, che sta cercando di ricompattare la destra nicaraguense contro Daniel Ortega e il Frente Sandinista e che probabilmente potrebbe godere dei favori del governo Bush.

Nei prossimi giorni sarà da verificare quanto l’intervento di Zoellick abbia incrinato la fedeltà che i deputati liberali hanno da sempre dimostrato al loro leader.

Il Frente Sandinista ha reagito in modo composto ma duro, sapendo perfettamente che l’attacco lanciato dal Vice Segretario di Stato era rivolto ai liberali e conoscendo perfettamente la posizione dell’Amministrazione Bush nei loro confronti.

Non è un segreto per nessuno che il governo nordamericano teme un successo elettorale di Daniel Ortega e il Fsln ha più volte lanciato pesanti accuse per la costante violazione della sovranità nazionale e l’interventismo gringo in Nicaragua.

Un po’ sopra i toni le dichiarazioni della deputata Rita Fletes, che si è lasciata scappare la malaugurata frase che "Alemán sarà ladro, corrotto e criminale, ma é il nostro ladro, corrotto e criminale", frase che ha ricordato quella famosa pronunciata da Roosvelt quando disse che "Somoza è un figlio di puttana, ma è il nostro figlio di puttana".

Dello stesso tono è stata la risoluzione del Consiglio Comunale di Managua che ha dichiarato "non grato" Robert Zoellick "per aver violato la Carta Magna delle Nazioni Unite che stabilisce il principio di uguaglianza e il diritto alla libera determinazione dei popoli e indipendenza degli Stati" (16 su 17 i voti a favore e con il solo voto contrario dell’ex candidato a sindaco per il Plc, Pedro Joaquín Chamorro, che evidentemente teme di perdere il visto d’entrata agli Stati Uniti).

All’interno del Sandinismo però, l’alleanza strategica e congiunturale tra Fsln e Plc ha risvegliato pesanti critiche e sembra abbia fatto da catalizzatore per le numerose personalità del sandinismo che, dopo essersi allontanate dal partito e dalla politica, si stanno ricompattando intorno alla figura dell’ex sindaco di Managua, Herty Lewites.
Ex comandanti della Rivoluzione, guerriglieri e guerrigliere storiche, ex ministri e figure di alto livello del periodo rivoluzionario stanno, giorno dopo giorno, ufficializzando la propria adesione al Movimiento de Rescate del Sandinismo fondato dall’ex sindaco.

Mentre all’interno della Casa Presidencial, Robert Zoellick attaccava duramente l’alleanza libro-sandinista, un’altra guerrigliera storica ed ex deputata sandinista, la comandante Mónica Baltodano, ufficializzava il suo appoggio a Lewites come appartenente alla corrente Izquierda Democrática (I.D.), pur chiarendo che attualmente all’interno del Movimento I.D. non esisteva ancora un’unanimità su questa decisione.

Durante l’intervista concessa a El Nuevo Diario, la comandante Baltodano aveva fatto i nomi dell’ex Direttore del Dipartimento de Relaciones Internacionales, Julio López, dell’ex Capo della Polizia, René Vivas e del Direttore de Radio La Primerísima, William Grigsby.

In un lungo documento reso poi pubblico, Mónica Baltodano e la Izquierda Democrática hanno tracciato il lungo percorso di opposizione interna al partito Fsln e le motivazioni che li portavano ad unirsi al movimento di Herty Lewites (chi volesse l’intero documento me lo può richiedere)

"Il Nostro Frente Sandinista de Liberación Nacional (FSLN), quello di Carlos Fonseca, quello che abbiamo conosciuto attraverso le misteriose scritte sui muri all’inizio degli anni 60, quel Frente Sandinista dei valori, della mistica, che ci ha convinto e ci ha animati a combattere e alla sfida includendo anche la possibilità di morire; il Frente Sandinista della speranza, che ora appare convertito in un partito politico in più, in mano a un gruppo economico e politico dominante della struttura del partito e il cui proposito fondamentale è la disputa di spazi di potere.

Questa trasformazione non è avvenuta all’improvviso. E’ stato un lungo processo che è avvenuto non senza una certa resistenza. Perché esiste una militanza di base cosciente che resiste ancora alla pretesa di annullare il ruolo storico del sandinismo come forza di trasformazione e come forza impegnata a favore degli esclusi.
Ci siamo impegnati molto nella lotta per continuare a mantenere la vocazione originaria di questa forza politica, cercando di riaggrupparci come piccoli gruppi con nomi diversi, come movimenti, come correnti organiche, come correnti di opinione all’interno del Frente Sandinista".

Il documento fa poi un’analisi del processo che ha portato negli anni i membri della Izquierda Democrática ad allontanarsi dal Fsln.

Una storia di opposizione interna iniziata nel 1993, passata poi attraverso l’appoggio alla figura di Daniel Ortega per permettergli di mantenere la conduzione del partito, mentre la maggior parte dei deputati sandinisti e dei membri dei principali organi di partito abbandonavano il Frente e si univano a Sergio Ramírez nella formazione del Movimiento de Renovación Sandinista (MRS).

Poi la prima rottura in coincidenza con le elezioni presidenziali del 1996, quando
Daniel Ortega perse nuovamente.

Tra il 1997 e il 1998 la Izquierda Democrática, sempre secondo il documento di Mónica Baltodano, viene estromessa dalle decisioni importanti e viene dato sempre più spazio a quella che verrà definita la corrente del "Blocco degli Imprenditori Sandinisti" di cui l’attuale candidato presidenziale Herty Lewites era il principale esponente.

ID decide quindi di non candidare propri membri a posto direttivi nelle strutture del Fsln, ma di privilegiare il lavoro con la base.

La rottura definitiva avviene poi nel 1999 quando il partito decide di iniziare una politica di alleanza o patto con il Partido Liberal di Arnoldo Alemán che, secondo il documento, "portarono alla smobilitazione delle forze popolari. Con il patto furono smontate tutte le lotte e la resistenza contro le privatizzazioni, contro le politiche del Fondo Monetario e della Banca Mondiale e i loro Piani Strutturali. L’economia di mercato e le sue ripercussioni si diffusero senza resistenza ed iniziarono negoziazioni sotterranee sul tema della proprietà.

Queste negoziazioni resero ancora più forte il gruppo emergente degli imprenditori sandinisti, di cui facevano parte anche ex leader sindacali che approfittarono della congiuntura per impossessarsi delle proprietà negoziate durante gli accordi di concertazione firmati con il Governo di Violeta Barrios de Chamorro.

Il patto permise anche si sviluppasse, senza nessuna denuncia ed opposizione del sandinismo, la corruzione più galoppante che si sia mai vista e con la quale crebbe l’enorme capitale economico del gruppo di cui faceva parte lo stesso Alemàn".

Dopo una lunga analisi degli ultimi avvenimenti e delle caratteristiche proprie come Movimento, il documento della Baltodano analizza il perché della decisione di Izquierda Democrática di unirsi al Movimento di Herty Lewites.

"La Sinistra del Fsln, esprimendo il suo appoggio a questo Movimento, è cosciente che l’enfasi fatto fino ad ora è sull’impulso ad un’alternativa elettorale sandinista. Questo non significa però che la nostra adesione sia totale e che si sia d’accordo con tutte le proposte e postulati che hanno fatto conoscere Herty Lewites e gli altri membri fondatori.

Come Sinistra rivendichiamo il diritto ad agglutinare gente attorno a punti comuni e sulla base del rispetto delle differenze che ovviamente abbiamo.

Consideriamo che non sia possibile l’unanimità assoluta del sandinismo amplio, ma che è urgente costruire consenso sulla base della tolleranza, prendendo in considerazione che per il Nicaragua è oggi prioritario agire per rompere la logica del patto che ha approfondito la mancanza di alternative ai gravi problemi che vive la nazione.

In questo senso consideriamo legittimo, come militanti sandinisti, fare un appello non solo alla conformazione del consenso con fini elettorali. E’ meglio vedere questo movimento come un’opportunità per tessere incontri che permettano di unirci in modo permanente intorno a una proposta integrale per la nazione, costruita da un sandinismo che mantiene ancora viva la convinzione del bisogno di costruire un Nicaragua più giusto, più equo, più democratico, più onesto.

E’ necessario agglutinare il sandinismo che non ha rinunciato al sogno di un mondo più solidale, di un sandinismo fedele ai valori e postulati dei nostri eroi e martiri, di un sandinismo fedele alla etica del bene comune, che non cerchi premi e regali e la cui funzione sia quella di far valere genuinamente gli interessi degli esclusi, missione che ha bisogno di mistica, abnegazione, lavoro quotidiano con il popolo, non con affanni caudillescos, ma con il proposito di sviluppare l’unico soggetto capace delle più grandi imprese: questo soggetto é il popolo stesso appropriatosi del proprio destino, cosciente delle cause della sua situazione precaria e dotato quindi, degli strumenti per la propria emancipazione.

Per questo, incorporandoci dalla nostra militanza organica nel Fsln e dalla nostra corrente di Izquierda Democrática al Movimiento por el Rescate del Sandinismo, lo facciamo con la sicurezza che gli sforzi di unità del sandinismo ampio che fino ad ora è rimasto disperso, permetteranno dopo il processo elettorale del 2006 lo sviluppo di nuovi sforzi dal governo che si conquisterà o dall’opposizione, in funzione dei genuini interessi popolari...

Lo facciamo partendo dalle nostre bandiere, quelle che abbiamo sempre difeso e che hanno ispirato ogni ribellione contro lo status quo...".

Il Movimento capeggiato da Herty Lewites, che sta ancora muovendo i primi passi e che potrebbe anche subire un brusco arresto per le accuse mosse dall’attuale sindaco di Managua, Dionisio Marenco, per ipotetici reati amministrativi commessi da Lewites quando era sindaco, ha quindi acquisito un appoggio importante.

Attualmente, a detta di Mónica Baltodano, la Izquierda Democrática non è più la corrente interna al Fsln di prima, quando controllava oltre la metà degli organi di base dell’intera capitale e un discreto numero di deputati. Con il passare del tempo e di fronte alle pressione esercitate dalle alte sfere del partito, la gente di ID è stata estromessa da questi organi e molti dirigenti politici si sono avvicinati alla conduzione del Segretario Daniel Ortega.

Nonostante questo e pur riconoscendo le differenze ideologiche con Lewites, la Izquierda Democrática ha continuato negli anni un fitto lavoro con la base popolare nicaraguense e vede in questa alleanza la possibilità di agglutinare e motivare nuovamente la base sandinista che si è allontanata dal partito, ma che molto spesso al momento del voto continua imperterrita a votare per il Fsln non avendo altra alternativa se non la destra che, ovviamente, rifiuta.

Da parte del Frente Sandinista, dopo l’espulsione dal partito di Herty Lewites e dell’ex Ministro degli Esteri durante gli anni 80, Victor Hugo Tinoco, l’atteggiamento è stato quello di minimizzare la costituzione di questo Movimento (e in realtà è molto difficile valutare oggi quanto potrà crescere e soprattutto contare in termini elettorali) e di accusare i suoi appartenenti di essere "agenti della CIA e di venire usati come burattini dagli Stati Uniti per rompere il voto sandinista alle prossime elezioni".

Nei primi sondaggi sul grado di accettazione dei vari candidati alle prossime elezioni, l’ex sindaco Lewites gode sempre di percentuali molto alte, ma il Nicaragua non è mai stato un paese in cui i sondaggi abbiano un grande grado di veridicità e la storica compattezza e fedeltà della massa sandinista è molto difficile che venga intaccata.
La sfida è comunque aperta.

Dopo le dichiarazioni di Mónica Baltodano e l’inclusione del Direttore di Radio La Primerísima, William Grigsby, tra i membri di Izquierda Democrática che avrebbero appoggiato la candidatura di Herty Lewites, i lavoratori e le lavoratrici di Radio La Primerísima hanno fatto circolare e trasmesso un comunicato che definisce la posizione della radio su questo tema (chi volesse l’originale può farmene richiesta)

(Testo e foto Giorgio Trucchi)


MANIFESTO

Al popolo del Nicaragua e specialmente ai e alle militanti della Causa Sandinista
Alla comunità internazionale e specialmente ai e alle militanti della Solidarietà

Noi, lavoratori e lavoratrici di Radio La Primerísima, la Radio della Gente, dichiariamo:

1. Radio La Primerísima è di proprietà dei suoi lavoratori e lavoratrici.
In questo senso, non abbiamo nessun vincolo organico con nessun potere, organizzazione o movimento, gruppo politico, economico o di qualunque altra indole e pertanto, rispondiamo unicamente alle nostre convinzioni, principi, credenze e postulati.
Siamo una stazione radio indipendente, autonoma, legata alla causa sandinista, al servizio delle lotte popolari ed orgogliosamente antimperialista.

2. Come strumento di comunicazione dal popolo, per il popolo e del popolo, Radio La Primerísima è impegnata nel cambiamento di quel sistema economico, sociale e politico che schiavizza la nazione nicaraguense.
Come ci ha insegnato Carlos Fonseca, lottiamo non per un cambiamento di uomini al potere, bensì per un Nicaragua dove tutti godano pienamente delle ricchezze nazionali e del progresso. Questo significa tra le altre molte cose, costruire una società dove l’obiettivo principale sia la felicità di tutti gli esseri umani, sradicando lo sfruttamento di pochi nei confronti della maggioranza.
Significa anche edificare un’autentica democrazia dove i diritti sociali non siano una merce, dove minoranze corrotte non traffichino con i diritti politici, dove i diritti economici siano parte dell’essenza dei diritti umani.

3. Per noi, il diritto all’autodeterminazione dei popoli è irrinunciabile. Nessuno, in nessuna circostanza, può imporre a nessuna nazione o popolo in qualunque parte di mondo, la sua forma di governo o il suo modello di organizzazione sociale.
Ogni popolo è padrone della sua storia e del suo destino.
Per questo, consideriamo come una questione di principio la difesa del popolo cubano, del suo governo e della sua Rivoluzione; del governo costituzionale e della Rivoluzione Bolivariana del Venezuela, dei popoli dell’Iraq, Afghanistan, Haiti e di tutti quelli che soffrono l’aggressione imperialista.

4. Noi siamo sandinisti per convinzione e non per obbligo; per impegno autentico con il nostro popolo, non per un salario ed è per queste convinzioni sandiniste e rivoluzionarie che durante gli ultimi 15 anni - durante i quali, l’imperialismo nordamericano ha restaurato il capitalismo in Nicaragua - siamo stati leali difensori dell’eredità storica del Generale degli Uomini Liberi, Augusto C. Sandino, Carlos Fonseca, Rigoberto López Pérez, Ricardo Morales Avilés, Pedro Aráuz Palcios, Arlen Siú, Martha Angélica Quezada, Luisa Amanda Espinoza, Gaspar García Laviana, e tanti e tante eroi ed eroine fedeli fino alla morte alle loro idee di Patria, Libertà e Giustizia Sociale.

Il progetto di paese che hanno creato è ancora vivo, è la soluzione per il Nicaragua. Le idee del sandinismo e l’esempio di chi le hanno rese possibili, sono le pietre miliari per fare del Nicaragua un patria per tutti.

Il sandinismo è onestà, senso dell’onore, amore al lavoro, dignità personale e collettiva, rapporto tra quello che diciamo e quello che facciamo, amore per i nostri simili e per la natura, privilegiare gli interessi sociali al di sopra degli interessi privati.
È anche democrazia elettorale, riforma agraria, previdenza sociale, salute ed istruzione gratuite, pluralismo politico, economia mista, libertà d’espressione senza restrizioni, collocare lo Stato al servizio degli interessi popolari e non di quelli di mercato, dibattere sulle idee, autodeterminazione, antimperialismo, rispetto per la diversità e per le minoranze, autonomia politica ed amministrazione delle proprie risorse per i paesi caraibici, pieno esercizio dei diritti umani per le donne ed i bambini, sradicazione della violenza interfamiliare, verifica dell’operato delle autorità pubbliche, punizione per i corrotti, protezione e stimolo alle cooperative di produzione contadina, delle imprese associative ed autogestite e dell’industria nazionale, proprietà statale delle risorse naturali e dei servizi pubblici.

Questi sono i valori, i principi ed il modello di società nei quali crediamo e per i quali lottiamo.

E perché crediamo e lottiamo per il sandinismo e come sandinisti, esponiamo e dibattiamo quotidianamente e senza ostacoli le nostre idee ed quelle degli altri, benché siano contrarie alle nostre, esercitiamo un giornalismo con professionalità ed impegno, e collochiamo la nostra stazione radio al servizio della gente, come uno strumento di lotta ideologica ed un fattore di cambiamento.

5. Di fronte al caos che vive il paese, propiziato dagli interessi meschini delle classi governanti e delle cupole dei partiti - entrambi corrotti - che litigano furiosamente per quote di potere, mentre milioni di nicaraguensi si dibattono nella peggiore delle miserie, nella fame, nell’emarginazione e nell’ignoranza, e particolarmente davanti alla profonda crisi che attraversa il movimento sandinista, da Radio La Primerísima puntualizziamo:

a) Il capitalismo, nella sua modalità neoliberista, è la principale causa della corruzione, della povertà e del disordine istituzionale.

b) Il governo liberale è inetto. Il Presidente Enrique Bolaños e i suoi alleati dell’oligarchia finanziaria sono colpevoli di alto tradimento, perché il primo ha rinunciato alla sua missione come governante e l’ha delegata ai personaggi dell’imperialismo nordamericano, e i secondi hanno ipotecato il Paese ai poteri di fatto della Banca internazionale e agli organismi multilaterali e alle multinazionali.

I patti e repatti tra le cupole dei partiti, della Chiesa e dell’oligarchia, unite tra di loro e tutte contro il popolo ed il Paese, sono insostenibili. Né il paese lo sopporta né il popolo è obbligato a sottomettersi e finirà per ribellarsi contro tutto e contro tutti.
Hanno trasformato i Poteri dello Stato in odiosi mercati di ladroncelli, dove si traffica con le leggi, i voti, le cariche, le sentenze giudiziali, i soldi del popolo e anche con i diritti umani.

Coloro che detengono il potere nel Frente Sandinista de Liberación Nacional, non rappresentano ormai la maggioranza del movimento sandinista e hanno deformato l’Ideologia Sandinista.
Non sono nemmeno rappresentativi di questo immenso ed abnegato contingente di sandinisti impoveriti e ribelli, quelli che si sforzano per guadagnare i favori degli yankees e dei ricchi, pur di consolidarsi come alternativa elettorale.
Ancora meno quelli che firmano accordi "strategici" con politici corrotti e sfacciati, o quelli che si dicono democratici e vogliono solo togliere i loro vecchi amici dalla direzione del partito, per poi usare gli stessi metodi caudillescos ed autoritari.

Noi sandinisti abbiamo bisogno di recuperare la nostra identità politica e questo sarà possibile solo se costruiamo un nuovo strumento dove il dibattito ideologico sia il metodo per trovare consenso, dove i candidati alle cariche pubbliche siano selezionati tra i e le migliori militanti e con limiti di tempo al loro periodo, dove la lotta popolare sia parte della loro essenza organica, dove i dirigenti rendano conto scrupolosamente delle loro gestioni politiche, dove chi occupa una carica nel partito non sia allo stesso tempo un capitalista o un borghese, dove i leader siano esempio di onestà, responsabilità ed umiltà.
Un’organizzazione così, potrà solo essere costruita con la partecipazione di tutti/e le/i sandinisti, con procedimenti democratici, senza esclusioni ma con l’egemonia degli interessi popolari.

Noi condividiamo il criterio che le elezioni da sole non sono state, né saranno la soluzione ai problemi del paese. Crediamo che i cambiamenti radicali di cui ha bisogno il Nicaragua, saranno possibili solo se cresce la coscienza della gente, specialmente dei più poveri, e se si traduce in azione politica trasformatrice e permanente.
L’informazione e la formazione, producono coscienza; la coscienza produce partecipazione; la partecipazione produce i cambiamenti. Dai cambiamenti sorgerà la giustizia sociale e con essa potremo tutti esercitare il nostro diritto a cercare la felicità nel modo che ci sembrerà migliore.

A Radio La Primerísima non ci prendiamo impegni con le persone né con candidati, siano essi caudillos o apprendisti caudillos, bensì con le idee e i progetti.
Come abbiamo fatto durante le ultime sette elezioni, appoggeremo le migliori proposte per risolvere i problemi del paese, e in ogni caso, queste devono essere conseguenti con l’ideologia sandinista: antimperialismo, giustizia sociale, pluralismo politico ed economia mista.

6. Radio La Primerísima ha un curriculum impeccabile di impegno e coinvolgimento con le cause popolari. Sono stati quindici anni durante i quali abbiamo sostenuto in modo belligerante la lotta dei maestri, dei lavoratori della sanità, dei contadini, dei militari ritirati, degli studenti universitari, delle donne organizzate, dei cristiani impegnati, delle cooperative dei trasporti, dei pensionati, delle vittime del Nemagón.
Abbiamo resistito e vinto le lusinghe, le bustarelle, le offerte per comprare la nostra politica informativa, i ricatti per farci sottomettere ai potenti, le minacce di morte, gli attentati terroristici, l’asfissia finanziaria, il boicottaggio pubblicitario, l’intolleranza ideologica, il ricatto e le furiose cariche da parte delle minoranze di fanatici politici.

È stato un lungo periodo dove - molte volte da soli - abbiamo rivendicato il nostro carattere sandinista ed antimperialista, mentre quelli che qualche tempo fa deteneva il potere all’interno del sandinismo, naufragavano nei torrenti di denaro e nella corruzione del neoliberismo.

Siamo stati anche pionieri nella denuncia contro i patti e il cogoverno, nella lotta contro la corruzione e contro i corrotti, portavoci indomabili di chi da posizioni rivoluzionarie si sforza per la democratizzazione interna del sandinismo e lottatori instancabili per recuperare la maggioranza sociale affinché un’altra volta sia possibile una rivoluzione popolare in Nicaragua.

Non siamo noi che dobbiamo appoggiare un candidato, movimento o partito. Sono i candidati, i movimenti ed i partiti che si dicono sandinisti che sono obbligati ad impegnarsi con il progetto rivoluzionario

7. Quest’anno, Radio La Primerísima compirà il 20 esimo anniversario della sua fondazione. Sono 20 anni al servizio della gente e siamo disposti a continuare seguendo la stessa strada di impegno e responsabilità nei confronti della causa degli oppressi.