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Perché il Collettivo Bellaciao sostiene Fausto Bertinotti alle primarie

Publie le lunedì 3 ottobre 2005 par Open-Publishing
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Dazibao Elezioni-Eletti Primarie

Perché il Collettivo Bellaciao sostiene Fausto Bertinotti alle primarie per la scelta del leader del centro-sinistra, candidato alla Presidenza del Consiglio

La Redazione del Collettivo Bellaciao

Oltre quattro anni di governo delle destre, che hanno applicato il "Piano di Rinascita" della Loggia Massonica P2, alla quale Silvio Berlusconi é stato associato dal 16.1.1978 fino al suo scioglimento per legge, un piano tendente a dividere i sindacati, indebolire la TV di stato per rafforzare la TV privata, stravolgere la Costituzione, mettere il bavaglio alla magistratura, promuovere la repubblica presidenziale nel quadro degli interessi personali del pluri-inquisito Cavaliere, hanno messo l’Italia in ginocchio.

Il disegno delle destre, fondato sulla riduzione massima possibile del costo del lavoro e sulla generalizzazione della sua precarizzazione, sull’estensione delle privatizzazioni e delle liberalizzazioni, sullo smantellamento del modello di stato sociale ed istituzionale, sulla detassazione della rendita, sulla sudditanza dell’Italia alla superpotenza statunitense é miseramente fallito, devastando il tessuto economico, sociale, dei diritti.

In questa situazione, le forze politiche che si sono opposte al governo Berlusconi in tutti questi anni hanno deciso di rinunciare a logiche identitarie, che consentono ad ognuno di coltivare il proprio orticello elettorale, di mettere da parte cio’ che le divide per valorizzare cio’ che le unisce e dar vita all’Unione, nella consapevolezza che le differenze sono un patrimonio da conservare ed incrementare e non devono costituire un ostacolo all’azione comune: cacciare Berlusconi nell’interesse della stragrande maggioranza del Paese. I risultati del referendum sul TCE in Francia e quello delle recenti elezioni in Germania, con l’affermazione del nuovo partito DIE LINKE-PDS sono di buon auspicio.

Ma la tentazione di un’ipotesi neocentrista é grande: dividere il movimento sindacale ed emarginare la sinistra, proporre un rigore liberale puro, senza Berlusconi, un nuovo patto basato sulla contrattazione dell’arretramento sociale indicato come necessario ed inevitabile per risollevare il Paese é un progetto concreto che una parte consistente della destra e componenti non secondarie della "sinistra" coltivano più o meno apertamente ed al quale é necessario opporsi con forza.

I movimenti in difesa della pace, dell’ambiente, quelli dei giovani, degli anziani, degli omosessuali, delle donne contro il liberismo ed il proibizionismo, in difesa dei salari e delle pensioni, del diritto alla casa, per l’amnistia e la chiusura dei CPT, contro le condizioni incivili delle carceri italiane, contro la privatizzazione dei servizi, per una nuova politica dell’immigrazione e dell’emigrazione - l’elenco non é certamente esaustivo - che si sono battuti perché la politica sia strumento di partecipazione dei cittadini e non di delega ad un ceto autoreferenziale di politici, pongono la necessità di una gestione della cosa pubblica che vada oltre la semplice salvaguardia del mercato, quella di un’alternativa e non di una semplice alternanza, frutto sterile del sistema elettorale maggioritario.

I movimenti espressi dalla società italiana prefigurano un progetto di società basato sulla solidarietà e la non violenza, la cooperazione e non la competizione, lo scambio equilibrato fra l’uomo e la natura e non lo sfruttamento indiscriminato ed illimitato delle risorse, il rifiuto della guerra, la cultura dell’accoglienza e non la discriminazione "positiva" o negativa che sia.

Su questi contenuti Fausto Bertinotti si candida a guidare l’Unione delle forze di centro-sinistra, un’Unione che é condizione necessaria per cacciare Berlusconi ma non sufficiente per uscire dal berlusconismo, dal liberismo, dalla privatizzazione dei profitti e dalla pubblicizzazione delle perdite che significa la svendita del patrimonio dello stato: non dimentichiamo che se Berlusconi e la sua accozzaglia di fascisti, xenofobi e razzisti ha potuto vincere le elezioni del 2001 é anche grazie alle contraddizioni ed ai limiti dei governi di centrosinistra che lo hanno preceduto.

La nostra scelta non chiude il dibattito, ma si colloca in una dinamica che porta alla costruzione del programma dell’Unione che si opporrà alle destre alle elezioni della primavera del 2006, un programma che si costruisce sul fare e con il fare, come é stato in Puglia con l’elezione di Niki Vendola.

Parigi, 2 ottobre 2005