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Rifondazione : emendamento ANIMALISTA alla mozione 1

Publie le lunedì 31 gennaio 2005 par Open-Publishing

Partito della Rifondazione Comunista Parigi

da presentare in tutti i circoli

(a proposito... la mozione 2 sostiene FALSAMENTE che le mmozioni non sono emendabili: falso!)


Integrazione alla tesi 9 del documento congressuale “L’alternativa di società”

dopo il 5° capoverso, aggiungere

Nell’ambito dello sviluppo della cultura e delle pratiche della nonviolenza si situa l’animalismo, con il suo prezioso bagaglio di lotta, profondamente rivoluzionario, contro tradizionalismo, antropocentrismo e logica della mercificazione della vita altrui. Collocandosi in quest’ottica, il nostro partito può iniziare a riconoscere oppressione e sfruttamento, oppressi e sfruttatori, anche al di là dei confini della specie umana. Solo un pensiero radicalmente rivoluzionario quale quello comunista libertario può porsi la prospettiva di lottare per il riscatto dei non-umani da una plurisecolare condizione di schiavitù, imposta con violenza e abuso di potere da un’umanità degenerata, che soggioga il debole non più per necessità ma per egoistico interesse, in nome di un presunto progresso capitalistico.

Solo l’autoimposizione di una nuova etica della pace, coerente con se stessa in quanto non ammette esclusioni, risulta credibile, dunque persuasiva e vincente.

L’allargamento della sfera del riconoscimento dei diritti naturali agli altri animali (posto che quella umana è una specie animale) è punto cruciale per riempire, senza più esitazioni, le lacune della nostra storia politica in tema di nonviolenza e diritti. Se pacifismo e nonviolenza sono le strade da percorrere, non vi è ragione per cui chi non appartiene alla nostra specie non rientri in questo progetto. Si tratta di una svolta culturale che, solo se assunta in tutta la sua radicalità, può minare la logica dell’egoismo imperante che è carattere primo della società borghese.

Non è ragionevolmente pensabile un futuro rivoluzionato senza che prima sia stata risolta la contraddizione tra l’aspirazione a giustizia ed eguaglianza per tutte e tutti e l’immane sofferenza inflitta alle altre specie. La storia insegna che quando i diritti non sono per tutti assumono il connotato di privilegi, e che i privilegi generano conflitto.

Solo le comuniste e i comunisti possono spezzare le catene mentali che hanno imprigionato le coscienze al punto da non riconoscere ad esseri senzienti diritti acquisiti per natura, e non per via divina come il pensiero creazionista religioso riconosce alla specie umana.

Il tutto si inscrive in una prospettiva di sviluppo sostenibile a livello globale, la quale, senza il contributo delle tesi animaliste, non risulta percorribile: la scienza dimostra che solo nella riduzione drastica dello sfruttamento intensivo e del consumo di animali nei ricchi paesi industrializzati risiedono orizzonti di riscatto per le popolazioni del Sud del mondo, le cui risorse naturali (acqua, cereali, petrolio ecc) vengono depredate in enormi quantità per essere impiegate in allevamenti. Ciò detto, oltre che per la promozione dell’alimentazione vegetariana, al nostro partito si impone la lotta contro la sperimentazione animale e in favore della ricerca sui metodi alternativi,contro allevamenti intensivi, caccia, produzione di pelli e pellicce,zoo, circhi con animali e ogni situazione di sfruttamento.