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Social forum : l’importante è non sbagliare aeroporto

Publie le domenica 17 ottobre 2004 par Open-Publishing

Forum Sociale Pietro Folena

FSE. Ci sono i socialisti francesi e spagnoli, ma non i Ds

di Pietro Folena

Quello di Londra è il forum europeo più difficile. All’Alexandra Palace, dove si svolge la maggior parte dei principali eventi politici, si susseguono con un ritmo impressionante le grandi assemblee, i seminari, i gruppi di lavoro tutti affollati, uno vicino all’altro. I tavolini messi in fila dove le associazioni espongono le proprie bandiere e le proprie attività più che ad una fiera no-global fanno pensare al socialismo degli albori, all’ottocento. C’è qualcosa di semplice e di utopistico in tutto questo.

Siamo del resto nella Londra culla di quel socialismo e di quelle utopie. E se Ken Livingstone sembra interpretare al meglio le radici antiche del socialismo, in questa Londra dominata dal denaro e dagli affari , segnata dal ciclone liberista come poche altre parti del mondo, dove tutto è privato e non funziona neppure troppo bene, non si vede un’alternativa al fallimento del blairismo. La difficoltà, qui, rispetto a Firenze e a Parigi è tutta politica. Qui c’è una rete di associazioni e di campagne civili di tutti gli orientamenti impressionante come partecipazione e come radicamento. Ma non c’è una prospettiva politica ravvicinata per tutte le domande antiliberiste e contro la guerra. Qualche formazione trostkista, qualche esponente della minoranza laburista...qui è il disastro del grande vuoto ideale e politico lasciato dal blairismo.

Cosi’ si propongono i due lati del problema. Da una parte la corrente liberale e blairiana del socialismo -convinta che sia un ferrovecchio da rottamare- si riunisce in queste ore a Budapest in alternativa alle decine di migliaia di giovani e di cittadini che a proprie spese sono a Londra. Cosi’ si sancisce la presa di distanza dal movimento: e una parte dei Ds partecipa a questa presa di distanza (viene il serio dubbio che fossero tattiche le aperture di ieri).

Dall’altra il movimento, se non incontra o non contribuisce a produrre un progetto politico, rischia di estremizzarsi, di banalizzare le proprie parole d’ordine, di ripetere luoghi comuni del passato. In realtà il movimento fa più cose e incide di più nella società e nella vita di quanto non lo rappresentino le tavole rotonde londinesi.

Ora ci sarebbe bisogno di trasformare eventi come questi in atti politici impegnativi di grandi campagne forti e concrete su temi qualificanti, e di una sinistra che candidandosi a governare uscisse dal letargo ideale e dalle subalternità al liberismo degli anni 90. Ma per fortuna qui ci sono socialisti francesi, spagnoli e di altri paesi europei che non hanno sbagliato l’aeroporto di destinazione, e hanno scelto Londra e non Budapest.

http://www.aprileonline.info/articolo.asp?ID=1985&numero=122