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Tom Benetollo e Marco Beltrami

Publie le lunedì 20 giugno 2005 par Open-Publishing
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Dazibao Movimenti Storia

di Pierluigi Sullo

Sono terribilmente stanco di scrivere necrologi, ricordi di persone amiche che se ne vanno. Negli ultimi due anni questo rosario si è allungato, allungato, e ad ogni occasione si tratta di dire qualcosa, perché tacere, limitarsi a piangere il meno possibile, trattenendo il respiro e ricominciando subito dopo, il lavoro, il giornale, quel che c’è da fare, non si può. E’ una scuola durissima, quella di sopravvivere alle persone che amiamo.

Un anno fa se ne andò, proprio il 20 giugno, Tom Benetollo. Morì nel giro di qualche ora, lasciando tutti senza fiato, senza alcuna possibilità di far finta di abituarsi. Dico far finta, perché ci sono assenze che creano buichi nell’anima. E ancora oggi ci sono momenti in cui alzo la mano per telefonare a Tom, quando ho un problema che richiede la sua saggezza, il suo modo apparentemente trasandato di mettere in fila un ragionamento. Poi lascio cadere la mano.

Domenica se n’è andato Marco Beltrami, e mi pento di non essere andato fin lassù, a Imperia, quando me lo chiese, qualche mese fa. Eravamo presi dal nuovo settimanale, pensai che ci sarebbe stato tempo. Anche perché il suo tumore andava e veniva, sembrava sotto controllo, e la sua voce di poco più che trentenne, al telefono, era tranquillizzante, anzi tranquilla. Combatteva la sua battaglia di radioterapie e chemioterapie con apparente serenità. Non lo so, non lo vedevo da almeno due anni, però sapevo che era lì, a fare una piccola cosa preziosa che si chiama La talpa e l’orologio. Chi ha avuto l’occasione di prendere Carta della scorsa settimana, ha potuto leggere che cosa era, quel "centro sociale" di Imperia, e cos’è Imperia, e quanto era difficile tener viva una speranza, aperto uno spiraglio, un società dei volonterosi, in una città simile.

Quando si dice "centro sociale" si allude, lo dico per i giornalisti e spesso purtroppo per la gente di sinistra, a qualcosa che si presume di conoscere. E che è invece molto più complicato dell’immagine che ne circola. Un centro sociale come quello di Marco è una domanda tanto pressante quanto inevasa: cosa c’è, nella vita, oltre ai percorsi obbligati del denaro, in un luogo che invecchia male, che divora se stesso per inseguire il "turismo", che non ha più - come dice il segretario della Camera del lavoro di Imperia, Claudio Porchia - nemmeno una fabbrica, nemmeno un operaio. Cosa resta, se non l’attività di uno come Marco, occupare un edificio e tenerlo aperto a tutti, crearvi una bottega del commercio equo, tenere lo sguardo lungo sul mondo, far circolare libri e idee?

Un giorno del 2001 ero in una città qualunque del Messico, nei paraggi del luogo dove la carovana dei comandanti zapatisti, nel loro viaggio verso Città del Messico, avevano fatto sosta. Ero in un bar, a bere una di quelle straordinarie spremute d’arancia che si trovano laggiù, finalmente un momento di pausa. E nella folla che circolava attorno ai tavolini del bar, nel puzzo di benzina malbruciata e tra i colori vividi del mercato della frutta, vidi una faccia nota. Incredibile, come si fa ad incontrarsi per caso in un angolo di Messico? Era Marco, stanco e pacato, sorridente e tranquillo. Fu la volta che chiacchierammo a lungo, senza altro scopo se non scambiare sensazioni, e ci abbracciammo quando ciascuno riprese la sua strada.
Marco se n’è andato, i ragazzi di Imperia sono più soli. Anche noi che facciamo questo giornale. E anch’io lo sono. Avrò per sempre nostalgia di quel momento, in quella città messicana, quando ci sedemmo al bar sentendoci, nonostante la differenza d’età e di storia personale e di cultura, come dei fratelli.

http://www.carta.org/editoriali/index.htm

Messaggi

  • E’ morto, stroncato da una grave malattia, Marco Beltrami, 41 anni, imperiese, anima del centro sociale La Talpa e l’Orologio di viale Matteotti di Imperia.

    La camera ardente è stata allestita nel centro sociale di Imperia. "Con Marco - ha detto Claudio Porchia, segretario provinciale della Cgil di Imperia - scompare un amico, un compagno di grande sensibilità e intelligenza, che è stato anche un serio e corretto interlocutore del sindacato in generale e della CGIL in particolare.

    Ne ricordiamo il coraggio e l’impegno nelle battaglie sociali e nel movimento pacifista". "Vogliamo ricordare anche - ha proseguito Porchia - la sua capacità di costruire una solidarietà concreta della città di Imperia ed il suo importante contributo nella definizione di una proposta politica, che oggi offre al centro sociale una prospettiva interessante e ’da cogliere’.

    Marco è stato sempre vicino alle battaglie in difesa dei diritti del mondo del lavoro ed anche di questo lo ringraziamo".

    http://www.radioamicizia.it/articolo_cronaca.asp?id_art=383

  • Ciao Marco

    Di Marco e dei ragazzi di Imperia mi avevano parlato in redazione: "Ci devi
    proprio andare, fanno un lavoro interessantissimo". E così prendi un treno
    per capire come fanno, una ventina di persone, a tenere in piedi un posto
    che da quindici anni hanno strappato all’Unicredit e alle speculazioni
    degli amici del rais locale, Claudio Scajola (sì, proprio il ministro del
    massacro di Genova), per ridarlo alla città. Come fanno a riempirlo di
    corsi di teatro, libri, mostre, idee, cultura, una bottega del commercio
    equo e solidale, la sede locale dell’AIFO, ecc. Tutto questo è "La Talpa e
    l’Orologio", il centro sociale di cui Marco Beltrami era un instacabile
    animatore insieme a ragazze e ragazzi che ti colpiscono per voglia di fare
    ed entusiasmo.

    E lo scorso 28 maggio ne avevano tutti i motivi visto che erano riusciti a
    riempire una sala a Imperia, in una caldissima giornata pre-estiva da mare,
    per parlare di un’altra città possibile, dove per la prima volta un
    percorso così difficile, come una occupazione, poteva diventare una
    opportunità: il riconoscimento, con l’acquisto da parte del Comune, di uno
    spazio pubblico e dei bisogni che esprime. Quel giorno con me portavo
    l’immagine della Bologna più grigia e odiosa che avessi mai conosciuto,
    così ipocrita e svuotata di ogni spinta ideale, lontana anni luce dal clima
    di quella sala che ha applaudito forte quando al microfono ho potuto
    annunciare che Carmine, Fabiano e Vittorio erano da qualche ora fuori dal
    carcere. Marco era lì, incerto sulle gambe ma contento, con una maglietta
    della marcia del colore della terra del 2001. Abbiamo passato la serata
    insieme alla sua compagna Cinzia e gli altri ragazzi del centro sociale, in
    un delizioso circolo Arci chiamato "Guernica" a ridere, bere, farmi
    raccontare di loro - per l’articolo di Carta - ma anche e parlare di tutto
    quello che succedeva fuori da Imperia.

    L’ultimo ricordo che ho di Marco è la mattina dopo, lui già sveglio in
    cucina che sorseggia un thé, la colazione insieme, un saluto caloroso e
    l’invito "a venirci a trovare questa estate". Nell’aria una canzone dei
    Gang.

    Glielo leggevi negli occhi che non avrebbe mollato, lo capivi dal modo
    fiero e gentile che aveva di risponderti al tuo "come stai?". Per questo
    mancherà, agli amici e all’impegno, a chi lo ha avuto vicino in tutti
    questi anni e a chi lo ha incontrato solo una volta nella sua vita, per
    quella capacità che aveva di lasciarti qualcosa, un ricordo,
    un’impressione, la sensazione di un percorso di vita vissuto con dignità e
    umanità. E in queste ore in cui chi può trova dentro di sè una piccola
    storia per ricordarlo, mi piace pensare che sono le cose migliori che ci
    lascia per continuare a portare avanti gli stessi ideali, le stesse lotte,
    gli stessi principi nei quali credeva anche lui.

    Alle compagne e ai compagni del centro sociale "La talpa e l’orologio", a
    Cinzia e a chi gli ha voluto bene, l’abbraccio più profondo che conosco.

    Marco Trotta

  • "Qui l’avvenire è già presente. Chi ha compagni non morirà"

    Franco Fortini

    Ci stringiamo ai compagni e alle compagne della Talpa e l’orologio.

    Siamo sicuri che troverete la forza di portare avanti quello che avete costruito in questi anni insieme a Marco e che è stato di esempio per tanti e tante tra noi.

    Ciao Marco.

    laboratorio sociale buridda

  • Ricordo Marco, amico e compagno

    Cara "Liberazione", apprendiamo con costernazione della morte prematura
    del compagno Marco Beltrami, uno dei fondatori del Centro sociale "La
    Talpa e l’Orologio" di Imperia. Addolorati per la perdita di un cosí
    valido combattente delle lotte sociali e politiche - stimato e amato in
    tutto il ponente ligure, lo ricordiamo con amore e con dolore.

    Con Marco
    scompare un amico, un compagno di grande sensibilità e intelligenza, che
    dal ponente ligure ha portato le lotte del movimento in tutta Italia, in
    tutto il mondo là ogni volta dov’era necessario… Un compagno, Marco,
    che, nonostante sia stato aggredito nel fiore degli anni da una malattia
    che non perdona, non si è mai stancato di lottare, ma è stato sempre
    protagonista, insieme con i compagni della Talpa e con quelli di
    Rifondazione e del movimento, delle battaglie in difesa dei diritti del
    mondo del lavoro, e anche di questo lo ringraziamo.

    Mancherà a noi, a
    tutti coloro che nel ponente ligure si battono e si sbattono, si
    impegnano, si scontrano con denunce, processi, repressione, perché
    credono che un altro mondo non sia solo possibile ma indispensabile.

    Il circolo Prc Intemelio "Vitó" Ventimiglia (Im)

    Liberazione, 22/06/05