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Umberto Gay : la violenza e i centri sociali

Publie le lunedì 17 gennaio 2005 par Open-Publishing

Partito della Rifondazione Comunista Parigi

Dal Corriere.

La violenza e i centri sociali. In una sera dell’agosto scorso, una di quelle sere in cui Milano è tanto piacevole, un gruppo di giovani incapaci di sogni scatena violenza e terrore. Squarciano la quiete di uno dei Navigli, seminano paura e terrore, puntano delle persone in un locale. Hanno la testa rasata, i giubbotti neri. Nelle mani stringono le lame, sulle braccia è tatuata la svastica nazista.

Un incubo di invocazioni d’aiuto subito raccolto da un gruppetto di ragazzi a torso nudo che si incontravano nella via di fianco. Sono quelli di Conchetta, del centro sociale più anticonformista di Milano. Non c’entravano niente, i naziskin miravano altri. Poi le lame si sono mosse per uccidere: una a due centimetri da un fegato, un’altra dalle parti del cuore.

Ma quella volta Milano non ha subito funerali. Le nostre bandiere non erano a lutto... Ma non è così. Molte bandiere erano già da mesi a lutto. Sempre in quei dintorni, l’inverno prima, c’era stato un attacco da parte di un padre e due figli che aveva lasciato a terra Davide, morto poi in ospedale. Dax dell’Orso, anche lui papà.

Dall’assassinio di Dax a oggi, gennaio 2005, è urgente che i cittadini di Milano e della Lombardia conoscano una realtà che sembra quasi tenuta celata, comunque mai descritta come sarebbe doveroso. E cioè: un morto, due vivi per miracolo, una discreta quantità di picchiati, centri sociali assaltati a Como, Pavia, Vigevano, Conegliano... un’esplosione contro la sede dei partigiani di Busto Arsizio e, il 21 dicembre scorso, è stato dato alle fiamme il centro sociale di Bergamo «Paci Paciana» (quattro taniche rinvenute) e il 10 gennaio «l’0rso» di via Gola. Sì, avete capito bene proprio il centro che frequentava quel Dax assassinato.

Sono un pubblico amministratore e da più parti cittadini milanesi e lombardi mi chiedono di verificare se è in atto una strategia che punta a esasperare il clima in città contro i centri sociali e a infliggere lutti puntando a reazioni e rappresaglie. Chiediamo risposte alle istituzioni.

Umberto Gay, consigliere regionale di Rifondazione comunista