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Uribe sceglie la guerra

Publie le venerdì 4 febbraio 2005 par Open-Publishing

Dazibao Governi America Latina

di Heinz Dietrich tradotto dal francese da karl&rosa

1. Il governo venezuelano ha gestito il rapimento di Rodrigo Granda escludendo che il presidente Alvaro Uribe Vélez vi fosse implicato. Ragioni di Stato e di alta diplomazia favorivano questa posizione. Tuttavia le recenti dichiarazioni del governo colombiano e dei suoi mentori politici a Washington mostrano chiaramente che questa ipotesi é caduca. Un’ipotesi che spegherebbe meglio il piano del presidente colombiano e sarebbe conforme alle informazioni di cui disponiamo oggi é la seguente.

2. Il rapimento non é stato un evento fortuito o un atto commesso da funzionari di terz’ordine, o un atto di pura corruzione, si tratta invece di un’operazione di Washington, eseguita da Uribe con un obiettivo tattico ed un obiettivo strategico: 1. l’obiettivo tattico consiste nel creare le condizioni per la rottura delle relazioni diplomatiche con il Venezuela; 2. l’obiettivo strategico é l’isolamento e la distruzione della Rivoluzione bolivarista utilizzando l’Organizzazione degli Stati Americani (OEA). Il piano prevede quattro tappe.

3. La logistica del rapimento rivela che si tratta di un’operazione pianificata e che, per facilitarne l’esecuzione, Rodrigo Granda era seguito da tempo. L’operazione avrebbe potuto essere realizzata in Colombia o al Forum Sociale Mondiale (FSM) di Porto Alegre, al quale il dirigente colombiano avrebbe certamente assistito. Invece Washington ha deciso di realizzarla a Caracas, nel contesto di due avvenimenti internazionali, per utilizzarla come detonatore di una catena di reazioni destinata a distruggere il progetto bolivarista.

4. Per pervenire a quest’obiettivo tattico, Washington e il suo dipendente colombiano stanno organizzando - a partire dal crimine iniziale - una campagna di menzogne di dimensioni mondiali sui media, menzogne che vanno dalla mancanza di libertà di stampa e di rispetto della proprietà privata al sostegno dato a "gruppi terroristi" come le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC), dalla "sovversione dei governi democraticamente eletti" all’insufficienza della lotta contro "il terrorismo e il narcotraffico" e alla "alleanza militare e strategica" con la Russia.

Attualmente, la menzogna principale della ministra degli Esteri colombiana Carolina Barco é che il governo di Hugo Chavez "protegge" dei capi guerriglieri delle FARC sul suolo venezuelano, permettendo alle FARC "di montare degli accampamenti alla frontiera" e di condurre delle operazioni militari "a partire dal territorio venezuelano".

Il dispositivo di Propaganda File (Dossier Propaganda) di Washington, che si incarica della diffusione delle menzogne della nuova campagna, lavora a tappe forzate, mettendo in azione le sue casse di risonanza: nel Venezuela e in Colombia i partiti e i media dell’oligarchia e all’estero il Mickey Mouse Media (MMM) degli Stati Uniti, alla testa dei quali si trovano la CNN e Washington Post, meticolosamente orchestrati al Senato americano dalla minacciosa Condoleeza Rice - dove ha ripetuto le idiozie ideologiche di Woodrow Wilson per giustificare l’aggressione imperialista di oggi -, l’ambasciatore di Washington a Bogotà, un gruppo di Rambo della "contra" e degli escualidos a Miami.

In una di queste operazioni pianificate per il futuro, chiamata "Operazione Colibri" circolerebbero video manomessi, trascrizioni di supposte conversazioni telefoniche del presidente Chavez con Fidel Castro e con le FARC, l’arresto di supposti terroristi islamici "sostenuti" da Ugo Chavez e risorgerebbero le terribili macchinazioni dell’articolo di US and World Report "Il terrore vicino a casa vostra" (Terror Close To Home), scritto dal capo della sezione America latina, Linda Robinson, e commentato nel mio articolo su www.rebelion.org il 2 novembre 2003.

5. Il vantaggio propagandistico attuale del rapimento, basato sul tentativo di confondere gli aggressori con gli aggrediti, é il preludio di un conflitto armato limitato che Uribe scatenerà alla frontiera per creare il pretesto internazionale per mettere le sue forze armate in stato di "allarme rosso" e per rompere le relazioni diplomatiche con Caracas.
6. Si deve scegliere fra diversi scenari. I più probabili sono quattro: a) che unità paramilitari o delle forze speciali dell’esercito colombiano si travestano da guerriglieri delle FARC e attacchino obiettivi all’interno del Venezuela per "vendicare" il rapimento di Rodrigo Granda, provocando una reazione militare locale venezuelana; b) che forze paramilitari, o regolari travestite da paramilitari, realizzino quest’operazione per distruggere le supposte "basi" delle FARC in Venezuela; c) il rapimento di personalità in Venezuela; oppure d) una combinazione di questi scenari.

Un quinto scenario possibile é una variante dell’incidente di Caldas del 1987, quando una nave da guerra colombiana era penetrata nelle acque territoriali venezuelane durante la vertenza riguardante la delimitazione delle acque marine e sottomarine del Golfo del Venezuela, come dimostrazione di sovranità colombiana su quelle acque.

7. Il pericolo di una guerra fra la Colombia e il Venezuela fornirebbe motivi per convocare una sessione urgente dell’OEA, nella quale si cercherà di isolare il Venezuela, per applicare la Carta Democratica Interamericana (CDI) ed altri arsenali rigoristi e intervenzionisti dell’OEA, oltre a sanzioni economiche. E’ il vero piano Uribe-Bush, la prima tappa del quale era il rapimento di Rodrigo Granda.

8. Le date discusse dagli organizzatori colombiani e americani della cospirazione per mettere in atto la provocazione sono intorno al 28 gennaio ed alla settimana fra il 1° ed il 5 febbraio. Le azioni esterne sarebbero accompagnate da una mobilitazione del "fronte interno" della controrivoluzione, facendo leva su gruppi di persone dell’economia sommersa che reclamano terra, lavoro e casa e le cui richieste non sono state soddisfatte dai poteri locali e dai ministeri.

9. Il sostegno intervenzionista aperto dell’ambasciatore americano in Colombia, William Wood, ex assistente dell’Ufficio per gli Affari politico-militari del Dipartimento di Stato; l’affermazione della ministra colombiana degli Esteri secondo cui Uribe non si preoccupa dell’aggavarsi della tensione con il Venezuela ed il brusco rifiuto da parte di Uribe della mediazione offerta dal presidente brasiliano Lula da Silva forniscono elementi supplementari che confemano l’ipotesi.

10. Uribe non é minimanente interessato a regolare il problema del rapimento conformemente alla legge mediante il canale istituzionale bilaterale, perché ogni regolamento di questo tipo lo farebbe entrare in conflitto con i suoi padroni a Washington. Tanto per convinzione quanto in ragione della sua estrema dipendenza cercherà di esacerbare il problema fino ad arrivare al punto di rottura, come ha fatto Bush con la bugia delle Armi di Distruzione Massiccia dell’Irak al Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

11. Per Uribe non é importante che il progetto faccia versare del sangue e violenti la democrazia latinoamericana e il suo Stato di diritto, perché é una persona priva di etica, circondato da alti funzionari di dubbia probità. Identificato nel 1991 dalla Defense Intelligence Agency (lo spionaggio minitare degli Stati Uniti) come amico personale del capo del narcotraffico più potente di allora, Pablo Escobar, é legato al Cartello di Medellin, il suo braccio destro é il ministro della Difesa, ex vicepresidente del Consiglio delle Imprese dell’America Latina (CEAL), corresponsabile dei molteplici crimini di lesa umanità commessi dalle sue Forze armate, in Colombia, e che ha avuto una relazione intima con una trafficante di eroina in prigione. Il comandante della Polizia Nazionale, generale Jorge Garcia, ha mentito a più riprese sull’affare Granda.

12. Il conflitto fra Uribe-Bush e le forze democratiche d’America é di un’importanza determinante per il futuro della regione, perché si tratta dello scontro antagonistico fra la Dottrina Monroe ed il diritto all’autodeterminazione dei popoli latinoamericani, che gli Stati Uniti hanno umiliato per due secoli. Mettendosi dalla parte dell’intervenzionismo nordamericano e della strategia dell’insediamento in America Latina di un regime di stati-gangster, Uribe si é convertito, senza alcun dubbio, in nemico pubblico numero uno dei popoli, della democrazia e dell’integrazione bolivarista di una Grande Patria latinoamericana.

13. Tuttavia la sua manovra é arrischiata e puo’ trasformarsi in disfatta politica decisiva per lui e per il suo progetto neocoloniale e terrorista, il Piano Colombia, se le forze democratiche della regione, come gli stati, i partiti e la società civile sapranno fargli pagare il costo politico del suo crimine di stato. Sconfiggere Uribe non significa solo rendere la pace allo spazio andino, rinforzare gli stati democratici e favorire le condizioni per l’integrazione del Blocco Regionale del Potere Latinoamericano, ma anche aprire le porte ad una soluzione negoziata nella stessa Colombia.

In questa congiuntura, il ruolo del Brasile, dell’Argentina e dell’Uruguay é fondamentale. Se il Brasile, l’Argentina e l’Uruguay difendono i principi ed il sistema della stato di diritto latinoamericano e le sovranità nazionali e se lo stato venezuelano continua ad agire saggiamente, Bush ed Uribe non arriveranno al loro obiettiovo.

Di fronte a questa situazione non c’é posto per errori che potrebbero indebolire l’unione delle forze democratiche antiterroriste del Continente.

http://bellaciao.org/es/article.php3?id_article=364