Home > Bruxelles impone ticket sui prestiti bibliotecari

Bruxelles impone ticket sui prestiti bibliotecari

Publie le giovedì 17 marzo 2005 par Open-Publishing

Dazibao AGCS-Bolkestein Libri-Letteratura

di Giovanni Stinco

La procedura di infrazione aperta da oltre un anno a carico dell’italia continua a seguire il proprio corso nonostante le sempre maggiori proteste.

Che in europa soffiasse da tempo un tempo un vento liberista è cosa nota. La recente direttiva Bolkestein ne è una dimostrazione lampante.

Questa volta però siamo in presenza di un provvedimento gretto e incivile oltre ogni limite.

Il 16 gennaio 2004, è stato aperto, a carico dell’Italia e di altri cinque stati europei, un procedimento di infrazione riguardante sostanzialmente il diritto di presito di opere sottoposte alla normativa sul diritto d’autore. Il nostro paese, insieme ad Spagna, Francia, Irlanda, Lussemburgo e Portogallo è accusato di non aver recepito o di non aver recepito in modo corretto la direttiva europea 92/100 che garantisce ad "autori e altri titolari" il "diritto di prestito esclusivo" e la "facoltà di autorizzare o vietare il prestito pubblico delle loro opere o di altri oggetti protetti."

L’unica deroga prevista, continua il procedimento di infrazione, riguarderebbe la possibilità di "trasformare il diritto di prestito esclusivo in semplice diritto ad un’equa remunerazione" e di "esonerare talune categorie di istituzioni dal pagamento" del diritto di autore.
Principio fondamentale della direttiva 92/100 è l’impedire la creazione di barriere commerciali e distorsioni della concorrenza unitamente alla garanzia per gli autori di una giusta remunerazione del proprio lavoro.
L’italia però,fino ad oggi, ha continuato a garantire la completa gratuità dei prestiti bibliotecari. Da qui il provvedimento europeo.

Si riscontra per l’ennesima volta l’affermarsi una visione di stampo puramente economistico e mercantile: l libero mercato prima di ogni cosa. Prima anche del diritto alla cultura, diritto fondamentale nell’impianto costituzionale italiano e affermato e garantito in primis dall’articolo 3 della Costituzione stessa: "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese."
Introdurre come viene chiesto un ticket sul prestito dei libri costituirebbe un netto arretramento sulla via del raggiungimento di una piena uguaglianza e libertà dei cittadini, penalizzando le fasce economicamente più deboli della popolazione e, in maniera devastante, gli studenti.

Un mercato interno libero e senza barriere è senza dubbio fondamentale ma viene da chiedersi se su questo altare sia giusto sacrificare ogni diritto e dignità.

E’ accettabile privilegiare il profitto economico alla cultura e all’informazione? E’ accettabile imporre un ticket sul prestito librario o gravare le biblioteche pubbliche di inutili balzelli destinati alle lobby che sui diritti di autore speculano ogni giorno? Si, balzelli. Fino ad oggi e per decine di anni gli autori sono riusciti a mantenersi adeguatamente grazie ai sacrosanti profitti derivanti dalle loro opere senza per questo che si richiedesse il pagamento dei prestiti bibliotecari. Eppure oggi si afferma di operare per garantire un loro diritto. Forse siamo in presenza di una degenerazione dell’originario spirito europeo? La pensa così - fortunamente - il ministro Urbani che mesi fà parlò di "schiocchezza" e del pericolo di "un’ossessiva omologazione nel nome della burocrazia". "un’autentica mostruosità" conclude il ministro che mette anche in evidenza il serio pericolo di un’allontanamento dei cittadini, anche i più europeisti, dalla Comunità europea.

Sembra che questa volta la levata di scudi nei confronti del diritto ad una cultura gratuita e libera sia stata dunque immediata e netta. Purtroppo però le oltre 40 mila firme raccolte contrarie al provvedimento europeo non sono bastate per far rientrare la procedura di infrazione a carico dell’Italia e degli altri paesi e a far prevalere una valutazione politica e culturale della vicenda e dei principi coinvolti rispetto alla rigida e miope osservanza di codici e leggi. Che fare però dunque per non incorrere in cattive future sorprese? Diffondere queste informazioni e aderire e far aderire all’appello presente sul sito dell’Associazione Italiana Biblioteche (questo il link dell’associazione:http://www.aib.it, qui invece è disponibile il form di adesione online e la versione stampabile dell’appello stesso: http://www.aib.it/aib/cen/prestito.htm )

L’avvenuta presa di coscienza dei pericoli insiti nella direttiva Bolkestein ci conforta e ci fa sperare in una uguale o maggiore mobilitazione per la salvaguardia del diritto alla cultura e all’informazione. Anche in questo caso però è necessario che ognuno faccia la sua parte.

Riferimenti:

http://www.nopago.org/

http://www.aib.it

http://europa.eu.int/rapid/pressRel...