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Cumbre de los Pueblos de America

Publie le giovedì 10 novembre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Economia-Budget America Latina USA Giorgio Trucchi

di Giorgio Trucchi

"¡AL-CA, AL-CA!, ¡al carajo!"
"Mar del Plata su sepultura"

Immagini di Che Guevara, bandiere di Cuba e grida di "venceremos" hanno accolto nello stadio "José María Minella" di Mar del Plata il presidente del Venezuela Hugo Chávez, che nel suo discorso davanti a migliaia di manifestanti contrari a George Walker Bush ha affermato che l’idea di realizzare l’Area di Libero Commercio de las Américas (Alca) non ha futuro. (Ascoltate parte del discorso di Chávez su www.itanica.org a partire da lunedí - In fondo Dichiarazione finale del Vertice dei Popoli) "Ognuno di noi ha portato una pala, una pala per interrare, perché qui a Mar del Plata c’é la tomba dell’Alca.

La tomba dell’Alca. Lo diciamo: "Alca, Alca, al carajo!", ha detto Chávez davanti ad una folla infervorata. Il mandatario venezuelano è stato il principale oratore nell’atto del "Vertice dei Popoli", in alternativa al "Vertice delle Americhe".

A Mar del Plata si sono concentrati migliaia di attivista antiglobalizzazione, con alla testa l’ex calciatore Diego Armando Maradona, il leader indigeno boliviano Evo Morales, il cantautore cubano Silvio Rodríguez ed il cineasta bosniaco Emir Kusturica.
Con un saluto ai popoli americani e in modo particolare al leader cubano Fidel Castro, Hugo Chávez ha lanciato un acceso discorso criticando la politica statunitense e l’Alca.

"Alca al carajo!", ha arringato Chávez le migliaia di manifestanti riuniti. "L’Alca è morta ed oggi la seppelliremo ben in fondo nel IV Vertice delle Americhe ed è per questo che ho portato la mia pala".

Lo scenario comprendeva anche tre gigantesche fotografie di Simón Bolívar, il poeta cubano José Martí e l’argentino José di San Martin.

Sulle tribune dietro il palco si sono situati gli invitati illustri: a sinistra una delegazione di 300 cubani e anche le Madri de Plaza de Mayo, artisti ed intellettuali locali.
Il mandatario venezuelano ha fatto il suo ingresso vicino a Maradona ed al cantante cubano Silvio Rodríguez, provocando un’esplosione di applausi e grida.

Un’ovazione di vari minuti, con esclamazioni di giubilo ha accolto Chávez quando ha iniziato il suo discorso.

"Grazie per mi avermi invitato a questo atto. Sono contento di condividere questo giorno storico", ha detto dopo avere invitato Maradona a salire sul palco: "Saluto Diego Armando Maradona, il pibe di oro".

Dopo, Chávez ha invitato sul palco Evo Morales, leader cocalero e uno dei favoriti per le elezioni generali boliviane di dicembre che ha dedicato "un saluto rivoluzionario a tutto il popolo latinoamericano antimperialista.

"Solo uniti potremo sconfiggere l’imperialismo per una vita migliore. Come l’impero ha fallito nel cercare di ostacolare la rivoluzione cubana, fallirà anche nel tentativo di impedire la rivoluzione bolivariana", ha aggiunto il mandatario venezuelano...

Chávez, Maradona e Morales, hanno fatto un simbolico minuto di silenzio per la "morte" dell’Alca. Il minuto non si è potuto realizzare completamente a causa delle grida delle 50 mila persone presenti al "Contro Vertice".

Chavez ha continuato il suo discorso dicendo che "oltre a seppellire l’Alca, i paesi dell’America seppelliranno il modello economico che ci ha imposto l’imperialismo capitalista.

Siamo le levatrici di questi nuovi tempi, della nuova storia, della nuova integrazione".

Piani contro il Venezuela

Chávez ha approfittato dell’opportunità per affermare che "l’impero nordamericano si è indebolito" e ha detto di essere sicuro che ció si dimostrerà dal documento che uscirà dal Vertice de las Americas.

"I piani militari per aggredire il Venezuela sono in piena preparazione... l’imperialismo nordamericano, nella sua disperazione, sta creando piani per invadere il Venezuela, ma non bisogna avere paura di questo imperialismo, perché i paesi del mondo uniti sono capaci di sconfiggere mille imperi.

Se all’imperialismo nordamericano venisse l’idea disperata di invadere il Venezuela, comincerebbe in questa terra la guerra dei 100 anni", indicò.

Circa 50 mila persone si sono presentate nello stadio locale dopo una lunga marcia iniziata alle 8 di mattina.

"Questa è la coscienza del nostro popolo latinoamericano in difesa della nostra dignità e sovranità. Ci convoca la lotta per la nostra libertà", ha detto Evo Morales.

"Il momento è molto importante. E’ vero che l’Alca è moribonda come progetto globale, ma non è stato abbandonato", ha detto Ricardo Alarcón, presidente del Parlamento cubano, aggiungendo che "benché non tutti i presidenti dell’America Latina condividano il rifiuto all’Alca c’è un denominatore comune che è il tentativo di affermare la sovranità, per sviluppare la cooperazione.... Una cosa molto importante che non esisteva prima che si creasse un’alternativa che si chiama Alba (Alternativa Bolivariana de las Americas, proposta da Chávez)

Durante la sua esposizione, il presidente Chávez segnalò che il neoliberalismo ha già fatto abbastanza danni e ricordò che questo sistema mercantilista portò al fallimento le economie dell’Argentina e del Venezuela e che quasi scatenò una guerra civile.

Tumulti in marcia vespertina

Integranti di una marcia in ripudio alla visita del presidente Bush, si sono scontrati con la Polizia nei pressi della zona dove si svolgeva il Vertice de las Américas
I poliziotti hanno represso la folla con pallottole di gomma e gas lacrimogeni, mentre i manifestanti lanciavano pietre davanti agli steccati che impedivano di raggiungere la zona del Vertice.

Intanto nel Vertice de las Américas, i 33 capi di Stato del Continente americano non sono riusciti a trovare un accordo ed hanno rinviato la stesura del documento finale tra 30-60 giorni, dato che esistono posizioni molto diverse circa l’ALCA.
In netta opposizione ad essa il gruppo dei paesi che formano il Mercosur.

www.radiolaprimerisima.com

(Traduzione Giorgio Trucchi - Foto La Prensa)


Dichiarazione finale del III Vertice dei Popoli di América

Delegati e delegate delle organizzazioni sociali di tutte le Regioni del continente, dal Canada fino alla Patagonia; lavoratori, contadini, indigeni, giovani e vecchi, di tutte le razze, donne ed uomini degni, ci siamo trovati qui a Mar del Plata, Argentina, per far sentire la voce, esclusa dai potenti, di tutti i popoli d’America.

Come le altre volte a Santiago del Cile ed in Québec, ci siamo trovati nuovamente di fronte al Vertice delle Americhe che riunisce i presidenti di tutto il continente, con l’esclusione di Cuba, perché benché i discorsi ufficiali continuino a riempirsi di parole sulla democrazia e sulla lotta contro la povertà, i popoli continuano a non essere presi in considerazione al momento di prendere decicioni sul nostro destino.

Ci troviamo qui, in questo III Vertice dei Popoli, anche per approfondire la nostra resistenza alle calamità neoliberali orchestrate dall’impero del nord e per continuare a costruire alternative. Abbiamo dimostrato che è possibile cambiare il corso la storia e c’impegniamo a continuare ad avanzare su questa strada.

Nell’anno 2001, nel Vertice ufficiale del Québec, quando ancora l’assoluta maggioranza dei governi si inclinava ciecamente a favore dell’ortodossia neoliberista e dei voleri di Washington, con la rispettabile eccezione del Venezuela, gli Stati Uniti riuscirono ad ottenere che si fissasse il primo gennaio del 2005 come la data fatale affinché entrasse in vigore il suo nuovo progetto di dominazione chiamato Area di Libero Commercio delle Americhe (Alca) e che il Quarto Vertice delle Americhe, da realizzarsi previamente in Argentina, fosse il culmine delle negoziazioni di questo progetto perverso.

Ma il primo Gennaio del 2005 ci siamo svegliati senza Alca e alla fine, il Vertice ufficiale dell’Argentina è iniziato con le negoziazioni dell’Alca stagnate.

Oggi siamo anche qui per celebrarlo!

Tuttavia, gli Stati Uniti non smettono di lavorare sulla loro strategia di affermare la propria egemonia nel continente per mezzo di Trattati di libero commercio bilaterali o regionali, come quello che si è approvato, con uno stretto margine, con l’America Centrale e quello che cercano di imporre ora ai Paesi Andini.

Inoltre, Washington sta lanciando l’Accordo per la Sicurezza e la Prosperità dell’America del Nord, (ASPAN).

Nonostante le evidenze incontestabili delle disastrose conseguenze di più di dieci anni di Trattato di Libero Commercio, questo TLC "bonus" pretende ora perfino di imporre la politica di "sicurezza" degli Stati Uniti a tutta la regione.

Ma il governo degli Stati Uniti non si accontenta di aggiungere i pezzi del puzzle della sua dominazione nel continente.

Insiste nel sistemarli in una cornice egemonica unica e non ha rinunciato al progetto dell’Alca.

Ora, insieme ai governi più fedeli, viene a Mar del Plata con la pretesa di rivivere quel cadavere che è l’Alca, quando i popoli hanno espresso chiaramente il loro rifiuto ad un’integrazione subordinata agli Stati Uniti.

E se la sua strategia a beneficio delle corporazioni nordamericane è stata accompagnata da una crescente militarizzazione del continente e di basi militari statunitensi, ora il genocida George W. Bush è venuto al Vertice di Mar del Plata per cercare di elevare la sua politica di sicurezza a impegno continentale con il pretesto della lotta al terrorismo, quando il modo migliore sarebbe quello di cambiare la sua politica interventista e colonialista.

Nella Dichiarazione ufficiale che verrà discussa dai Governi esiste la minaccia reale che possano passare, anche se in modo sfumato, le peggiori intenzioni degli Stati Uniti.

La stessa Dichiarazione è piena di parole vuote e proposte demagogiche per combattere la povertà e generare lavoro decente; la cosa concreta è che le sue offerte perpetuano un modello che ha reso il nostro continente sempre più miserabile ed ingiusto, il quale possiede la peggiore distribuzione della ricchezza nel mondo.
Un modello che favorisce pochi, che deteriora le condizioni lavorative, approfondisce l’emigrazione, la distruzione delle comunità indigene, il deterioramento dell’ecosistema, la privatizzazione della previdenza sociale e l’Istruzione, l’implementazione di norme che proteggono i diritti delle corporazioni e non dei cittadini, come è il caso della Proprietà Intellettuale.

Oltre all’Alca, si insiste per continuare con gli Incontri di Doha che cercano di concedere più poteri all’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), per imporre regole economiche inique ai paesi meno sviluppati e far prevalere i piani delle multinazionali.

Si continua ad esporre le nostre risorse naturali e i nostri giacimenti energetici al saccheggio, si privatizza la distribuzione e commercializzazione dell’acqua potabile; si stimola l’appropriazione e privatizzazione delle nostre riserve acquifere ed idrografiche, convertendo un diritto umano, come è l’accesso all’acqua, in una merce per gli interessi delle multinazionali.

Per imporre queste politiche, l’impero ed i suoi complici contano sul ricatto del Debito Estero, ostacolando lo sviluppo dei paesi e violando tutti i nostri diritti umani.
La Dichiarazione dei presidenti non offre nessuna soluzione concreta, come sarebbe l’annullamento e il non pagamento del Debito illegittimo, la restituzione di quello che è stato fatto pagare in più ed il risarcimento dei debiti storici, sociali ed ecologici che sono stati usati per indebitare i popoli della nostra America.

Noi, i e le delegate dei vari popoli d’America, siamo qui non solo per denunciare, ma siamo qui anche perché stiamo costruendo alternative popolari, a partire dalla solidarietà e l’unità dei nostri popoli, costruendo tessuto sociale dal basso, dall’autonomia e diversità dei nostri movimenti con il proposito di raggiungere una società inclusiva, giusta e dignitosa.

Da questo III Vertice dei Paesi dell’America dichiariamo:

1) Le negoziazioni per creare una Area di Libero Commercio delle Americhe (Alca) devono essere SOSPESE IMMEDIATAMENTE E DEFINITIVAMENTE, e lo stesso con Trattato di libero commercio bilaterale o regionale.
Assumiamo la resistenza dei popoli andini e del Costa Rica contro il Trattato di Libero Commercio, quella dei paesi dei Caraibi perché gli EPAS non significhino una nuova era di colonialismo mascherato e la lotta dei paesi dell’America del Nord, Cile ed America Centrale per ritirarsi dai Trattati di questa natura che pesano già su di loro.

2) Ogni accordo tra le nazioni deve partire da principi basati sul rispetto dei diritti umani, la dimensione sociale, il rispetto alla sovranità, la complementarietà, la cooperazione, la solidarietà, la considerazione delle asimmetrie economiche favorendo i paesi meno sviluppati.

3) C’impegniamo a favorire e appoggiare processi alternativi di integrazione regionale. Come l’Alternativa Boliviariana delle Americhe (Alba).

4) Facciamo nostre le conclusioni e le azioni nate nei fori, laboratori, incontri di questo Vertice e c’impegniamo a continuare ad approfondire il nostro processo di costruzione di alternative.

5) Bisogna annullare, immediatamente e senza condizioni, tutto il Debito Estero del Sud che è illegittimo, ingiusto ed impagabile. Ci presentiamo come creditori per riscuotere il debito sociale, ecologico e storico con i nostri popoli.

6) Facciamo nostra la lotta dei nostri popoli per la distribuzione equa della ricchezza, con un lavoro dignitoso e con giustizia sociale, per sradicare la povertà, la disoccupazione e l’esclusione sociale.

7) Decidiamo di promuovere la diversificazione della produzione, la protezione delle sementi originarie come patrimonio dell’umanità, la sovranità alimentare dei paesi, l’agricoltura sostenibile ed una riforma agraria integrale.

8) Respingiamo energicamente la militarizzazione del continente promossa dall’impero del nord. Denunciamo la dottrina della chiamata Cooperazione per la Sicurezza Emisferica come un meccanismo per la repressione delle lotte popolari.
Respingiamo la presenza di truppe degli Stati Uniti nel nostro continente, non vogliamo basi né poli militari.
Condanniamo il Terrorismo di Stato Mondiale dell’Amministrazione Bush che pretende bagnare di sangue le legittime disubbidienze dei nostri paesi.

9) Condanniamo l’immoralità del governo degli Stati Uniti che, mentre parla di lottare contro il terrorismo, protegge il terrorista Posada Carriles e mantiene in prigione i cinque patrioti cubani. Esigiamo la loro immediata libertà!

10) Ripudiamo la presenza in queste degne terre latinoamericane di George W. Bush, principale promotore della guerra nel mondo e ispiratore del credo neoliberista che colpisce perfino gli interessi del suo paese.
Da qui mandiamo un messaggio di solidarietà agli uomini e donne statunitensi degni che provano vergogna per avere un governo condannato dall’umanità e che resistono contro venti e maree.

Dopo il Québec abbiamo costruito una gran campagna e una consultazione popolare continentale contro l’Alca e siamo riusciti a frenarla.
Oggi, davanti alla pretesa di rivivere le negoziazioni dell’Alca e aggiungendoci anche gli obiettivi militaristi degli Stati Uniti, in questo III Vertice dei Popoli dell’America, ci assumiamo l’impegno di raddoppiare la nostra resistenza, rafforzare la nostra unità nella diversità e convocare ad una nuova e più grande mobilitazione continentale per seppellire l’Alca per sempre e contemporaneamente costruire, sull’onda di questa spinta, la nostra alternativa per una America giusta, libera e solidale.

Mar del Plata, Argentina, 4 novembre del 2005