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Grandi cortei ovunque per il 25 Aprile

Publie le lunedì 25 aprile 2005 par Open-Publishing
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Dazibao Manifestazioni-azioni Storia

Liberazione: 70mila a Milano, 30mila a Roma. Ciampi: la Resistenza vive nella Costituzione.

di Marco Fiorletta

La rinuncia del premier di partecipare insieme al Presidente della Repubblica alla manifestazione organizzata a Milano per il 60° della Liberazione, ha scatenato le polemiche. Il corteo è partito intorno alle 15 dai Bastioni di Porta Venezia dove era fissato il raduno. In testa numerosi leader del centrosinistra: il segretario dei Ds Piero Fassino, quello di Rifondazione comunista, Fausto Bertinotti, il leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, e quello dei Comunisti italiani Armando Cossutta. Sotto il gonfalone del Comune di Bologna, anche l’ex segretario generale della Cgil, Sergio Cofferati, ora sindaco del capoluogo emiliano. Numerosi i parlamentari del centrosinistra e i sindacalisti presenti alla manifestazione. Hanno aperto il corteo centinaia di gonfaloni dei Comuni di tutta Italia seguiti da un "mare colorato" di bandiere e striscioni di partiti e movimenti. Tante le bande musicali, e gruppi improvvisati che allietavano la manifestazione trasformandola in una festa di popolo.

Erano almeno 70.000, secondo le stime, le persone presenti. Grandi applausi e acclamazioni per Piero Fassino. «È una grande manifestazione di democrazia», ha detto il segretario dei Ds. Ci sono le bandiere rosse che il sindaco Gabriele Albertini avrebbe preferito non vedere, ma ci sono anche tantissime altre bandiere e striscioni a colorare la folla immensa che gremisce piazza Duomo. Bandiere della pace, di Cgil, Cisl e Uil, della Margherita e bandiere tricolore si alternano a quelle dei Ds, ad altre con il volto di Che Guevara e la scritta "Hasta la victoria siempre", o con la falce e il martello.
"Giù le mani dalla Costituzione" recita lo striscione che i Ds hanno presentato in questa come in molte altre piazze.

E quello della Costituzione è uno dei temi più ricorrenti negli slogan e nei cartelli spesso fatti in casa: ’per la libertà, per la Costituzionè si legge su un foglio di carta preparato da Giovanna, casalinga che da anni non si perde un 25 Aprile. "Le pecore vanno al mare, i cittadini a votare" si legge su un cartello della fantomatica "Unione atei e agnostici razionalisti". "No alla Costituzione del regime neofascista per un’Italia socialista" recita il cartellone del Partito marxista leninista.

«Non dimentichiamo mai che la Costituzione è la base della convivenza civile dell’intera nazione», ammonisce il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in una piazza del Duomo gremita in ogni anfratto. Ciampi ricorda più volte il concetto della Costituzione. Essa attuale negli anni immediatamente successivi alla Liberazione, «superando divisioni politiche e ideologiche».

A Roma
Ciampi aveva già espresso nella cerimonia della mattinata in Quirinale, a Roma, questi concetti. «Lo spirito della Resistenza vive nel testo della Costituzione Repubblicana», ha detto Ciampi. Una cerimonia formale, un po’ ingessata, alla quale, in questo caso, ha partecipato anche Silvio Berlusconi, che non è andato invece a Milano. La presenza di Ciampi, invece, ha evidenziato ancor più lo “sgarbo” di Berlusconi.

È tutto il centrodestra, con l’eccezione dell’Udc, d’altronde che rifiuta di riconoscere il valore di questa giornata. Insistono sulle tesi di una festa “politicizzata” (il forzista Bondi lo ha ripetuto di nuovo anche lunedì mattina), sul riconoscimento dei “combattenti” collaborazionisti repubblichini. Tutt’altro sentimento rispetto a quello che ha ispirato il discorso di Ciampi, che ha ricordato come l’Italia del 25 aprile 1945 è legata da un «indissolubile legame» all’Italia che il 2 giugno 1946 tornò a elezioni politiche libere dopo la dittatura e scelse la Repubblica, avviando un percorso che si
sarebbe concluso il primo gennaio 1948 con l’adozione della Costituzione tutt’ora vigente.

Ma il “sentire” della classe di governo, per fortuna, non sembra essere granché condivisio nel Paese. In attesa della manifestazione milanese, che si preannuncia imponente, in tutta Italia si sono svolti cortei e manifestazione. La più importante è stata probabilmente quella romana, dove parecchie migliaia di persone, forse 30 mila, hanno sfilato da Porta San Paolo, dove il 10 settembre 1943 ci fu la resistenza dei militari italiani contro i tedeschi, al Campidoglio. E se il corteo era aperto, come sempre, dai reduci della guerra partigiana, ormai sempre meno per evidenti ragioni anagrafiche, con loro a tenere lo striscione di apertura, anche molti giovani. E moltissimi giovani erano anche nel corteo.

Al grido di «ora e sempre Resistenza» e «giù le mani dalla Costituzione» sfila organizzato dall’Anpi, dal centrosinistra e dai sindacati. Una festa, più che un corteo con il camion che diffondeva le canzoni più note della Resistenza, e la banda di ottoni che seguiva il medagliere dell’Anpi del Lazio e accompagnava lo striscione di apertura.

«Mio nonno ha lottato contro i tedeschi e i fascisti - racconta Laura di 16 anni - e mi ha trasmesso valori come la pace, la libertà e il rispetto dell’altro». Della stessa opinione Claudio, un diciasettenne: «Facciamo parte dell’Unione degli studenti e il nostro essere qui significa non dimenticare ma anzi tenere nel cuore i pezzi di storia che devono rimanere sempre presenti, come il 25 aprile del 1945».

A manifestare, accanto agli uomini e alle donne che vissero quel 25 aprile, gli aderenti a Emergency che indossano magliette bianche con su scritto «Articolo 11» e il testo della Costituzione italiana che recita «L’Italia ripudia la guerra». Bandiere di partito sventolano insieme a quelle arcobaleno della pace, mentre in sottofondo piccoli gruppi di giovani con trombe e tamburelli animano il corteo. C’è anche lo striscione degli etiopi di «Exodus» che recita «Memoria del sacrificio e della lotta del popolo etiope contro il fascismo».

http://www.unita.it/index.asp?SEZIO...

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    (25 aprile 2005)