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I diari della bicicletta Parigi e la lezione dei boulevard

Publie le domenica 11 dicembre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Salute Ambiente Francia

di PAOLO GARIMBERTI

Ponte dell’ Immacolata a Parigi con una piccola ricerca sulle piste ciclabili tanto per fare un confronto con quelle milanesi da poco recensite da Fiab Ciclobby.

Incontro casualmente a una cena uno degli assistenti di Bertrand Delanoe, che mi spiega i piani di sviluppo di quello che è stato il cavallo di battaglia del sindaco socialista subito dopo la sua elezione nel 2001: la «condivisione dello spazio pubblico» tra motori, pedoni e ciclisti.

Delanoe è sotto tiro dopo la sconfitta subita da Londra per la candidatura alle Olimpiadi del 2012 e l’ opposizione centra la sua battaglia proprio sui «privilegi eccessivi» di pedoni e ciclisti.

Ma il sindaco si difende contrattaccando: il modello del cosiddetto «boulevard jardiné» del boulevard des Maréchaux verrà esteso ad altre aree cittadine e verranno realizzati dieci «quartieri verdi» nei quali la velocità massima consentita alle automobili sarà di 30 chilometri l’ ora. Ma torniamo alle ciclabili.

Parigi ha piste per 103,7 chilometri, ma «solo» 15,5 chilometri sono in uso esclusivo ai ciclisti, il resto in «coabitazione» con gli autobus. Ora si punta ad aumentare il più possibile la quantità di ciclabili destinate soltanto alle due ruote. L’ esempio più interessante - e aggiungerei invidiabile - è quello di boulevard de Magenta, dove i lavori sono iniziati nel settembre 2004 e dovrebbero finire la prossima primavera.

Prima il viale aveva, per ogni senso di marcia, un marciapiede, una corsia per gli
autobus e due per le automobili. Tra qualche mese, con il nuovo disegno, ci saranno una marciapiede di ben 4 metri di larghezza, una pista ciclabile di 1 metro e 50, una corsia di sosta per i furgoni adibita a carico e scarico di 1,30 metri, una corsia per autobus e una per automobili di 3,30 metri l’ una.

Direte: le strade di Milano non sono i boulevard di Parigi. Vero, ma fino a un certo punto. Quello che conta sono le priorità, poi lo spazio si trova.

La Repubblica 09-12-05, pagina 1, sezione MILANO