Home > MA DOVE VANNO I DS?

MA DOVE VANNO I DS?

Publie le venerdì 4 marzo 2005 par Open-Publishing

Dazibao Partiti Religioni

di Viviana Vivarelli

Già un anno dal ‘Riformista’ D’Alema stabilì che Furio Colombo sarebbe stato buttato fuori Dalla direzione dell’Unità per le regionali. Fatto. Noi non siamo una democrazia, siamo un sistema di feudi. Il sistema dei feudi è formato da: feudatari e gleba. Se sei gleba, guai a far incazzare il feudatario! Devi stare allineato. L’Annunziata sta allineata, dunque prenderà il posto di Colombo. D’Alema imperavit. Gli altri applaudono. La chiamano ’appartenenza’. Nel suo settore ognuno’ appartiene’ a chi comanda in quel settore. Ma Giorgio Gaber diceva: “L’appartenenza non è lo sforzo di stare insieme, non è un insieme casuale di persone sotto qualcuno, l’appartenenza è avere gli altri dentro di sé”. Difficile che sia questa cosa qui, che ha piuttosto a che fare col diritto di proprietà o col plagio. E D’Alema lo hanno pure riconfermato per acclamazione! Un destino infame non essere mai liberi di capire.

Si immagina che la prossima sinistra sarà vacua, salottiera e nautica, tutta stile La Rosa. Se all’Unità si cerca di mettere l’Annunziata, al settimanale l’Espresso non va meglio: l’ultimo direttore veniva da Annabella, il prossimo da Vanity Fair. Decisamente non ci sono più i comunisti di una volta. A quando un incarico politico forte nei Ds alla Cancellieri? I comunisti non mangiano più i bambini, ora spiegano graziosamente come cucinarli, con belle foto e carta patinata. Insomma lo stile Antonella Clerici sta spopolando.

Grande! Il novantenne Pietro Ingrao si iscrive a Rifondazione! Una colonna storica della sinistra italiana! Non prendeva tessere da 15 anni. Applauditissimo da migliaia di giovani no global al Social Forum Europeo di Firenze, che si trovarono in perfetta sintonia con la sua passione civile e politica. Fu lui che disse la storica frase: "D’Alema? Ma siamo sicuri che è di sinistra?"
Il pensiero nuovo apparve. Ma la maggioranza dei Ds non lo capirono.

Ma al cattolicesimo non va meglio. Domina lo stile ‘moderato’ se non decisamente ‘colluso’. La militanza cattolica si separa dalla spiritualità, la devozione dall’etica. Alcuni pensano che essere cattolici significhi avere un certo stile molto perbenino, che evita con cura la lotta, gli attacchi, la critica accesa, soprattutto i riferimenti politici personali, evita anche i contatti a gomito con ‘chi non è eletto’, insomma i Gesuiti piuttosto che i Comboniani, il Cristo di Zefirelli più che quello di Pasolini. Vogliamo chiamarla ipocrisia? Non sta molto bene indicare per nome e cognome i mali del mondo e i loro autori, meglio lasciare aperte amicizie possibili, si può parlare del Male in termini generici, purché non guasti la propria immagine o si può applaudire qualcuno, magari un mafioso, solo perché ci soddisfa piccoli interessi di bottega.

Alcuni pensano che religione significhi stare bene pacificamente in sé, disinteressandosi del mondo, altri forzano la comunità di appartenenza al loro stile ‘moderato’, impegnato ma non troppo. Peccato che lo stile sia la persona. La parola d’ordine è non fare scandalo e non esporsi. Se Cristo fosse con loro, lo emarginerebbero come un terrorista. I Don Vitaliano e gli Zanotelli destano qualche imbarazzo per la loro franchezza. Si ascolta il Papa, ma lo si applica con misura. Come dice Enzo Bianchi su La Stampa: “Il cantante è applaudito, ma le parole della canzone non sono messe in pratica!” Eppure il Cristo ci ha chiamati non all’ubbiedienza ma alla responsabilità. E ancora si devono vedere, nel 2005, episodi medievali come quello della sospensione a divinis di don Vitaliano!!!! Inconcebile! Grosso errore della Chiesa!

L’atto gravemente inopportuno è stato malvisto dai cattolici di mezzo il mondo. Però non si sospese a divinis il vescovo Giordano, primo usuraio del paese, né Marcinkus (scandalo del Banco Ambrosiano con otto morti, implicati 962 nomi della P2, ammanco di centinaia di miliardi dell’epoca), anzi la Chiesa impedì il processo e la punizione. Molto grave! Sembrava che Cristo insegnasse che la fede è scelta e assunzione del rischio della responsabilità, non moderatismo, potere materiale, illusione di onnipotenza e narcisismo elitario. Non si può fare impegno sociale a mezzo. O lo fai o ti chiudi nella tua cittadella assistita. Ma se lo fai, devi affrontarne tutti i rischi, primo: il coraggio, secondo: la commistione.

In questo, moderatismo Ds e moderatismo cattolico non sono molto diversi. Più che posizioni ideologiche, posizioni caratteriali.