Home > Manu Chao : " Dopo Genova 2001, in Italia mi perseguitano"

Manu Chao : " Dopo Genova 2001, in Italia mi perseguitano"

Publie le lunedì 7 febbraio 2005 par Open-Publishing

Dazibao Musica-Opera Polizia Repressione

Su "Le Monde" duro atto d’accusa dell’ex leader dei Mano Negra

"Contro di me polizia, allarmismo e diffamazione"

Manu Chao: "Dopo il G8 in Italia mi perseguitano"

ROMA - "Dopo il G8 in Italia, contro di me, tutti i colpi sono permessi". Manu Chao, l’ ex leader di Mano Negra, figura di spicco del movimento no global, si racconta in una intervista a Le Monde 2. E confessa di sentirsi nel mirino quando deve suonare nel nostro Paese. "In Italia - dice il musicista - bisogna sorvegliare i camion, evitare di ritrovarsi con un chilo di cocaina nascosta nel materiale, non rispondere ai poliziotti camuffati da giornalisti nelle conferenze stampa". Quella raccontata dal cantante francese è una realta che vede "poliziotti davanti ad ogni sala dove suono", città "in stato d’ assedio", commercianti "che chiudono i loro negozi".

"La stampa di destra spiega che i vandali, i drogati e i terroristi sono pronti a sbarcare. I manifesti dell’ estrema destra proclamano: ’Arriva il peggio della cultura’. Il condizionamento è ben orchestrato - dice il cantante - . Questo sfiora il ridicolo. In venti anni di carriera, i miei concerti non hanno provocato alcun incidente e non sono stati che feste".

Nell’ intervista Manu Chao nega di essere un leader del movimento no global, e sorride quando lo si definisce "Il Jose Bovè della musica" ("anche se è preferibile a "Il George Bush della musica), La ragione è tattica: "Il movimento sarà forte fino a quando non avrà leader e resterà orizzontale".

"Sono spesso i politici - afferma Manu Chao - che ti costringono ad occupare questo ruolo di leader coinvolgendoti in cose alle quali devi rispondere. Quando al vertice del G8, il ministero dell’ interno spiega su tutti i media che vuole negoziare la sicurezza di Genova con Manu Chao, sono costretto a rispondergli e ad entrare in un ballo che non mi diverte. Ho detto ciò che pensavo di questo comportamento, e da allora in Italia è la guerra".

Ma le conseguenze della militanza no global, accusa Manu Chao, non si limitano all’Italia. "Questa campagna avveniva anche in Spagna, alla fine del governo di Aznar. Ero stato accusato di apologia del terrorismo e di sostegno all’ Eta. Tutto evidentemente falso". E ora con Zapatero? "E’ un politico come gli altri, ma l’ aria è più respirabile".

http://www.repubblica.it/2005/b/sez...