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Realtà? Finzione?: la Rai da Pirandello alla "Ventura"

Publie le giovedì 29 settembre 2005 par Open-Publishing
3 commenti

Dazibao Televisione Enrico Campofreda

di Enrico Campofreda

Lo confesso: guardo poca televisione. E ora che è cogestita dai fascisti sempre meno. Della propaganda di regime ne avevano le palle piene già i miei nonni, che infatti per quello e per fame fecero per anni gli emigranti in America.
Ma ieri sera durante una frugale cena accendo il catodico e frap, si sente la stridula voce della Vanna Marchi delle presentatrici, l’invadente, ingombrante, ubiqua Simona Ventura. Una che passa anche per progressista per aver avuto un singulto d’orgoglio verso l’ex Ministro del Minculpop - per gli amici ‘er bava’ - onorevole Gasparri. Ma ...?

Non avevo a portata di pollice quella ghigliottina di giustizia che è il telecomando e fra un rigatone e l’altro son rimasto attaccato a Raidue. Che riproponeva la terza edizione dell’ennesimo reality show divenuto un cult per il popolo televisivo pagante canone e non: “L’isola dei famosi”. Non vi spiego le regole perché chi lo conosce le sa, chi non lo conosce - come me - non perde nulla. Eccezion fatta per un bello spaccato di regressione antropologica. Ne avrebbe da commentare il povero Pasolini di cui in queste settimane analizziamo le lucide, preveggenti considerazioni sulla trasformazione dell’anima del Belpaese.

Altro che tivù nazionalpopolare, Baudo oramai è robetta da museo delle cere. Il regresso marcia a ritmi e ranghi serratissimi. Per fortuna trascorro per me, e commento per voi, ore di occhi riversi sullo schermo cinematografico perché il piccolo schermo è diventato arma di perversione assoluta. E tutto il guardabile-inguardabile è stato da tempo totemizzato nel Blob giustiano e ghezziano che potrà continuare a vomitare per secoli quella materia non aggettivabile che passa ogni giorno, ventiquattrore su ventiquattro, nel tubo.

E quando mimando Blob dico che: mentre Ventura-Marchi starnazzava e alcuni volti inesplorati con l’idea di diventare famosi dall’isola rispondevano, e tra loro si riconosceva il solo Al Bano - quello di Romina, ballo del qua-qua, della grande famiglia nel ranch pugliese e della figliola fuggita da tale orrore - è comparso (sto blobbando) in lacrime Enzo Paolo Turchi, il ballerino che è riuscito a far ballare anche Carmen Russo (quella di “Carmen porta le buste”). Ecco lui piangeva, qualcuno ha detto come un bimbo, qualcun altro come un uomo sensibile e delle illustri sconosciute o ex tali - come una bionda che anni fa in un “Costanzo Show” litigò (o fece finta?) con Sgarbi e da allora divenne “famosa” - ci regalavano i loro augusti pareri. Le opinioniste disquisivano con Carmen, in studio in veste di moglie, sui veri sentimenti del Turci isolano e isolato.

Taglio per considerare il messaggio lanciato. Realtà? Finzione? Un po’ come “Scherzi a parte” (son veri gli scherzi?). Realtà? Finzione? Ma parlano del nostro Premier in onore del genetliaco che ricorre domani (oggi per chi legge) ? Realtà? Finzione? Ma, non era Pirandello? Era Pirandello. Lo era nella memoria di chi come me ricorda una Rai che trasmetteva teatro, drammi o anche commedie leggere comunque pièces artistiche non fiction o reality vergognosi.

Non sono alla ricerca della Rai perduta, vedendo le fiction sulle foibe commissionate dal sempre bava Gasparri, ci si può indignare ancora di più.

È che la sera coi rigatoni fumanti devo dar fiato al Trovatore.

“Mal reggendo all’aspro assalto...”

Messaggi

  • Ma dai su, è spettacolo... non esageriamo... ;)
    piuttosto chi era quella tipa vestita di verde che diceva cattiverie così brutte?

  • Che bello trovare anime affini, è vero persino la spazzatura schifa ormai la televisione, i danni, molteplici, vanno dalla prima rete all’ultima, senza vergogna quotidianamente ci viene riproposta una serie di abominevoli modi di vivere, Maria Defilippi e la sua tratta delle bianche, Pupo e il pacco, i posti al sole e gli errori di grammatica che si sarebbe dovuta imparare alle scuole elementari, non se ne può. Meglio Montalbano che sarà pure comunista, come Lunardi ha celermente sottolineato, almeno è uomo onesto del Sud, mi dispiace per l’orgoglio padano.Perchè questa italietta che si sottomette al potere mediatico a me sta davvero sui beneamati cabasisi.

  • Sono Giorgio,un altro telespettatore (per fortuna per pochissimo tempo al giorno) che,come l’autore di questo articolo,si interroga sul perchè del degrado nichilistico della nostra informazione,sia essa proveniente dal tubo catodico o da altre fonti.Il dubbio che però frequentemente mi pongo non è relativo alla televisione in sè,ai suoi programmi futili,volgari e fautori della logica dell’ignoranza a tutti gli effettti,bensì al telespettatore,a questo povero individuo che,armato di telecomando,si crede onnipotente e soprattutto (ed è questo il dramma) libero di scegliere. Spesso mi chiedo, con sconforto, se gli abitanti del nostro amato Belpaese non si rendano conto di essere semplicemente delle cavie,l’oggetto di una logica così grande e onnipervasiva da permeare ogni ambito della vita pubblica e privata di ognuno.Io sono convinto che il degrado della televisione (prendiamo come esempio solo questo mezzo di comunicazione),il progressivo ma continuo limitarsi a considerare la pochezza e la stupidità come argomento di importanza cruciale,siano parte di un piano studiato a tavolino,volto a rimbambire la gente,a portarci a non pensare, a non interessarci più delle cose veramente importanti. In questo modo è facile nascondere la caduta a picco dell’Italia in ambito economico,è facile distogliere l’attenzione dei cittadini dal fango gettato sulla cultura,sulla vera cultura,che è ormai ciò che è noioso e che deve essere evitato,è facile tacere la voce delle migliaia di morti nelle guerre in atto, nelle guerre silenziose di sempre,e via dicendo...
    Spero vivamente in un radicale cambio di direzione