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Banlieue, Sarkozy fa il piromane : "Espellere gli stranieri coinvolti"

Publie le venerdì 11 novembre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Discriminazione Polizia Governi Francia

La rivolta delle periferie giunge alla seconda settimana di violenze. Mentre Chirac rinnova appelli al dialogo il ministro dichiara guerra agli immigrati. Sospesi otto poliziotti per abusi

di Daniele Zaccaria

Ibastone e la carota. Da una parte il ministro Sarkozy, che da buon piromane della politica attizza polemiche a ruota libera, impone ai prefetti deportazioni di immigrati anche se muniti di permesso di soggiorno e prospetta leggi speciali per ristabilire l’ordine pubblico. Dall’altra il tandem Chirac-Villepin, più avvezzo alla retorica dell’integrazione repubblicana, che evoca la strategia del dialogo con i quartieri "sensibili" e il coinvolgimento delle famiglie dei giovani beurs per uscire dalla crisi sociale che attraversa i ghetti urbani di tutta la Francia.

La rivolta delle banlieues parigine, giunta alla seconda settimana di violenze metropolitane (ancora molto diffuse malgrado un calo di intensità), sembra dunque che sia riuscita a scindere il coro della destra francese. Schizofrenia o doppio discorso? Probabilmente entrambe le cose. Se è vero che la differenza tra i due approcci ricorda quella tra il poliziotto buono e il poliziotto cattivo durante gli interrogatori nei commissariati, è innegabile che l’esplosione dei ghetti abbia messo in luce due distinte metodologie, due distinte linee politiche all’interno della maggioranza liberal-gollista.

C’è chi crede che l’autoritarismo dello Stato debba essere accompagnato da un linguaggio perlomeno rispettoso della tradizione repubblicana, e chi, al contrario, è convinto che la radicalizzazione dello scontro sia un’occasione unica per ricollocare, dal punto di vista politico e ideologico, l’intero carrozzone della droite, magari partendo dall’approvazione di un vero e proprio "French Act". In quest’ultimo esercizio Nicolas Sarkozy è poi un piccolo campione. L’ordinanza ai prefetti per espellere tutti gli immigrati sospettati di partecipare agli scontri indipendentemente dal fatto che siano o no in regola, l’imposizione di un coprifuoco rimasto nell’armadietto degli orrori della guerra d’Algeria, le retate per degli internauti che nei blog incitano all’insurrezione, sono atti che suonano come l’ennesima dichiarazione di guerra da parte del primo gendarme della République agli adolescenti che incendiano le notti nelle cités.

«Quando si ha l’onore di avere un permesso di soggiorno - ha spiegato "Sarko"- il meno che si possa dire è che non ci si può far arrestare mentre si stanno provocando disordini, le espulsioni sono un atto dovuto». Dichiarazioni che fanno storcere il naso agli "chiracchiani" della coalizione, ma che a sinistra e soprattutto nel variegato arcipelago associativo stanno provocando una vera e propria levata di scudi al fine di proteggere i sans papier. Anche perché le esplusioni forzate riaprono in forme ancora più emergenziali l’antico dibattito sulla "doppia pena" (prigione più rimpatrio), pratica impiegata già a suo tempo dal famigerato ministro Charles Pasqua all’inizio degli anni ’90.

«Dopo averli insultati definendoli "feccia", il ministro continua a gettare benzina sul fuoco proponendo misure sproporzionate che alimenteranno nuovi rancori e concedendo il coprifuoco che il Front National ha domandato», dice Mouloud Aounit presidente del Mrap (Movimento contro il razzismo e per l’amicizia fra i popoli) che accusa apertamente il ministro di voler fare il lavoro dell’strema destra. «Sono provvedimenti inammissibili, che stabiliscono legami abusivi tra le violenze di strada e la presenza di immigrati nel nostro Paese. Inoltre si tratta di misure illegali che entrano in contraddizione con lo stesso diritto francese», spiega Dominique Sopo, responsabile dell’associazione Sos razzismo. Anche Jean- Pierre Dubois, presidente della Lega per i diritti dell’ uomo ha usato lo stesso termine per definire il pacchetto Sarkozy: illegale.

Intanto nelle banlieues della capitale ma anche in altri ghetti urbani del Paese, la rivolta non sembra aver esaurito il carburante, questo nonostante il sensibile calo di veicoli dati alle fiamme la scorsa notte e l’applicazione del coprifuoco per i minori di 16 anni. Nel convulso succedersi di scaramucce e scontri tra le compagnie di celerini e giovani incappucciati, cominciano anche ad emergere dettagli preoccupanti. Ieri, ad esempio, otto poliziotti sono stati sospesi dal servizio perché hanno fatto uso di «violenze illeggittime» nei confronti di alcuni adolescenti a La Courneve, quartiere popolare a pochi passi dallo Stade de France, il tempio pagano della squadra che vinse i mondiali di calcio nel ’98. La squadra black blanc beurs, simbolo di un’integrazione che non c’è mai stata.

http://www.liberazione.it/giornale/051111/default.asp