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Fausto Bertinotti : VOGLIO... i beni comuni, la valorizzazione della cultura, la difesa del territorio (11)

Publie le mercoledì 12 ottobre 2005 par Open-Publishing

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di Fausto Bertinotti

Vi sono beni che per la loro fruizione vanno preservati dal mercato e dalle logiche del profitto ma vanno garantiti come beni naturali fruibili per tutti: parliamo dell’acqua, del territorio, dell’energia, della qualità dell’aria, dell’inquinamento provocato dal dissesto del territorio, dagli inceneritori, della mobilità, della città vivibile.

Ma parliamo anche dei beni immateriali che caratterizzano in termini crescenti il nuovo capitalismo alla cui logica vengono piegati, determinando così una nuova servitù della cultura e della scienza. La liberazione della cultura e produzione culturale da questa nuova servitù è un compito prioritario del programma anche perché esse non si configurano più come realtà separate e autonome rispetto al processo produttivo ma quali fattori decisivi, in un senso o nell’altro, dello stesso carattere dello sviluppo.

In Europa e in Italia, in particolare, non si può prospettare una fuoriuscita dalla crisi e dal declino se non facendo della cultura una delle componenti essenziali nella costruzione di una economia sostenibile e socialmente progressiva. Anche ciò che viene chiamata la "economia della conoscenza" non è affatto il regno neutrale della modernità, quanto il termine di nuovi e antichi conflitti che investono la natura della proprietà e le disuguaglianze tra ricchi e poveri. Qui le aziende realizzano i loro profitti attraverso brevetti, marchi di fabbrica e accordi di non divulgazione.

Al contrario, la costruzione dell’informazione e della conoscenza e la progressiva sottrazione della ricerca al dominio sempre più esclusivo del mercato, sono gli obiettivi imprescindibili per difendere l’ecosistema terrestre e combattere le disuguaglianze sociali.

Anche i beni naturali, come l’acqua, l’aria, il territorio, sono stati spesso privatizzati e liberalizzati in un mix distruttivo e socialmente impoverente.

Spesso sono queste le cause dell’aggravarsi delle conseguenze di cosiddette catastrofi "naturali" che "naturali" non sono affatto ma sono provocate proprio da quelle politiche.

Una nuova politica di ripubblicizzazione dei beni comuni è una grande opportunità non solo per garantirne la fruibilità a tutti ma anche come occasione di una diversa economia, di occupazione legata alla valorizzazione del territorio e ad una economia connessa alla ricchezza della terra e della naturalità.

Occorre abbandonare la cosiddetta "politica delle grandi opere", che devastano il territorio e creano uno sviluppo drogato che finisce con la costruzione dell’opera medesima che si fa "cattedrale nel deserto" e che vada contrastata la deregolazione del governo del territorio e in campo urbanistico, la politica dei condoni, la svendita di beni naturali, paesaggistici e ambientali.

In alternativa, bisogna investire in grandi opere di civilizzazione come quella di garantire l’acqua potabile in tutte le realtà del Paese e nella più grande opera di ammodernamento infrastrutturale di cui abbiamo necessità: la messa in sicurezza del territorio a partire dalla difesa del suolo, la riforestazione delle montagne e rinaturalizzazione delle coste e degli argini.

Allo stesso tempo, è necessaria una politica nuova nel campo dei rifiuti. Il punto decisivo, la priorità vera deve essere la diminuzione dei rifiuti prodotti, il riuso, la raccolta differenziata e il riciclo.

L’obiettivo deve essere almeno quello di rispettare le tappe previste dalla normativa comunitaria, ad oggi totalmente disattese.

Analogamente, occorre intervenire per realizzare gli obiettivi di diminuzione di emissione di gas serra previsti, a cominciare, come primo passo, dal raggiungimento degli obiettivi di riduzione previsti dal protocollo di Kyoto che, fino ad oggi, sono rimasti sulla carta.

Le vertenze territoriali sono il sale di una nuova cultura politica della partecipazione.

Accanto alle nuove municipalità e al bilancio partecipativo, rappresentano la grande novità di questi anni che va ulteriormente valorizzata.

Rifondazione Comunista Parigi (Bellaciao)

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