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Fausto Bertinotti : VOGLIO... uscire dalla precarietà (8)

Publie le domenica 9 ottobre 2005 par Open-Publishing
1 commento

Dazibao Elezioni-Eletti Partito della Rifondazione Comunista Parigi Fausto Bertinotti Primarie

di Fausto Bertinotti

La precarietà e l’insicurezza non riguardano più fasce sociali determinate o gli esclusi dal processo produttivo (i disoccupati, i sottoccupati, ecc.). La precarietà e l’insicurezza divengono oggi la condizione generale cui il neoliberismo condanna tutte e tutti, a partire da chi lavora.

Le condizioni di sfruttamento del lavoro sono cresciute in modo esponenziale con le leggi che hanno consentito di poter dissimulare in forme di lavoro fintamente autonomo e indipendente, forme di lavoro in realtà subordinato, di assumere con contratti che prevedono il licenziamento già al momento dell’assunzione, di poter prendere il personale quando è possibile scaricarne il costo sulla collettività e cacciarlo allorché finisce quell’opportunità.

L’insieme di queste misure, portate alle estreme conseguenze con la legge 30, ha peggiorato in maniera spesso drammatica la condizione di lavoro di milioni di persone, ha esteso nei fatti l’orario e lo sfruttamento del lavoro senza più i freni di una legislazione di garanzia, ha devastato la condizione di sicurezza del lavoro, come dimostra il bollettino di guerra quotidiano delle morti bianche e degli infortuni.

La precarietà e l’insicurezza si estendono dai tempi di lavoro ai tempi del non lavoro e di vita, dai tempi di produzione a quelli della riproduzione.

La precarietà è la condizione delle donne che vivono con sempre maggiore difficoltà il rapporto tra lavori sempre più flessibili e marginali e la privazione dei servizi sociali derivanti dalle controriforme e dai tagli operati dal governo.

La precarietà e l’insicurezza sono la condizione di vita di milioni di anziani che subiscono le conseguenze dei tagli alle spese sociali, all’assistenza, ai diritti di cura alla persona, dell’erosione del valore delle pensioni.

La precarietà e l’insicurezza investono milioni di famiglie che sono in affitto e che subiscono il ricatto dell’innalzamento speculativo degli affitti, senza più controllo pubblico, che vivono il dramma dello sfratto senza possibilità di alternativa al marciapiede e la carenza di alloggi a canone sociale, che fa dell’Italia il fanalino di coda dell’Unione Europea in materia di politica sociale della casa.

La precarietà e l’insicurezza sono quelle prodotte da una istruzione pubblica che si dequalifica e che vuole riprodurre una selezione di classe, relegando le classi popolari in un percorso formativo subalterno agli interessi delle imprese.

La precarietà e l’insicurezza sono quelle vissute da una intera generazione di giovani impedita a poter pensare un proprio progetto di futuro.

La precarietà e l’insicurezza sono quelle di una condizione di vita metropolitana che, anche attraverso i tagli agli enti locali, crea ghetti e barriere e forme nuove di esclusione sociale.

La precarietà e l’insicurezza sono quelle vissute da milioni di migranti che, anche allorché con permesso di soggiorno, vivono la difficoltà e assai spesso l’impossibilità, di accedere a servizi fondamentali, come la stabilità del lavoro e la casa.

Avere un’idea di società e un progetto per l’uscita da questa condizione di precarietà e insicurezza è il cuore della Riforma proposta.

Essa non è solo un’idea o un progetto astratti ma si incarna in proposte che indichino fin da ora l’avvio di un percorso concreto:

 Per aprire la strada a una vera alternativa è necessario un elemento forte di rottura con il ciclo neoliberista, in altre parole, che occorra togliere gli impedimenti principali all’avvio di un nuovo percorso.

 Prioritario è cancellare le controriforme del governo delle destre che impediscono come macigni l’avvio di una nuova fase, vanno quindi abrogate la legge 30 sulla precarietà del lavoro, la legge Moratti sulla scuola, la legge Bossi Fini sui migranti. La cancellazione e il vero superamento di queste leggi rappresenterebbero la dimostrazione fattiva della volontà dell’avvio della nuova fase.

 Una legge sulla democrazia nei posti di lavoro che renda i lavoratori i protagonisti e i depositari della parola decisiva sulle piattaforme e gli accordi, permettendo loro di votarli con un referendum.

 Realizzare una serie di riforme strutturali in campo sociale con l’obiettivo di ricreare elementi forti di protezione e tutela.

 Sull’assistenza sanitaria, come sull’assistenza tout court, il valore su cui aprire una nuova stagione politica - un vero e proprio vincolo - deve essere dato dai diritti e non dal mercato: diritti esigibili e uguali per tutti, a Bolzano come a Siracusa, per tutte le persone presenti sul territorio nazionale, incluse le politiche di riduzione del danno. In questa prospettiva, vanno aumentate le risorse destinate alla sanità e alle politiche sociali, a partire da un fondo "dedicato" per le persone non autosufficienti.

 Sulla casa, l’obiettivo da perseguire consiste nell’eliminazione del libero mercato degli affitti e nell’incremento dell’offerta di alloggi a canone sociale.

Elemento centrale di questo nuovo welfare debbono essere i governi locali, le municipalità e lo strumento del bilancio partecipativo.

 Il pieno rilancio della scuola pubblica, a partire da adeguati finanziamenti e dall’obiettivo di elevare l’obbligo scolastico a 18 anni, la rinascita del sistema universitario e di un polo pubblico della ricerca rappresentano momenti essenziali del recupero di un sapere sottratto alla mercificazione del profitto.

Rifondazione Comunista Parigi (Bellaciao)

se volete contattarci... scrivere qui : bellaciaoparis@yahoo.fr

Messaggi

  • Roma, lì 18 ottobre 2005

    Preg.mo Segretario della Rifondazione Comunista

    On. Fausto Bertinotti

    Egregio onorevole,

    chi le scrive sono nove giovani disoccupati, impegnati nel progetto finalizzato all’occupazione stabile denominato “Cantiere scuola lavoro” avviato il 18 aprile 2005, presso l’Agenzia Lazio Lavoro, ente strumentale della Regione Lazio e finanziato da quest’ultima.

    Per far parte del progetto, oltre ad avere necessariamente lo stato di disoccupazione, abbiamo dovuto sostenere e superare delle prove scritte e dei colloqui nell’ambito di una selezione pubblica prevista da un bando che prefigurava l’inserimento di 10 figure professionali diverse.

    Il cantiere scuola lavoro in questione, regolato dalla legge regionale 25 luglio 1996, n. 29 e da una deliberazione del Consiglio regionale del 20 dicembre 1996, n. 290, ha una durata di 560 giornate lavorative, articolate in 36 ore settimanali in parte dedicate alla formazione sia on the job che in aula (280 ore /annue), al termine delle quali le attività proseguiranno mediante l’attivazione, da parte dell’Agenzia Lazio Lavoro, di procedure concorsuali per la stabilizzazione occupazionale di almeno i tre quinti dei cantieristi.

    Come specificato dalla legge regionale, i cantieristi non istaurano alcun rapporto lavorativo con l’ente, maturano una indennità giornaliera legata alla presenza effettiva di euro 32,32 lordi e sono privi delle piu’ elementari tutele garantite ai lavoratori dipendenti es. malattia, ferie, permessi, ecc..

    Nell’anno in corso sono stati avviati dalla precedente Giunta Storace circa 65 cantieri scuola nei diversi enti strumentali ed aziende regionali coinvolgendo circa 650 disoccupati tanto da formare una vera e propria categoria.

    Per quanto riguarda la situazione nell’Agenzia Lazio lavoro, siamo costretti a denunciare quanto segue.

    A sei mesi dall’avvio del progetto l’ordine di servizio n. 1 del 22 aprile 2005, che collocava i cantieristi nelle rispettive aree di competenza ed individuava i relativi referenti, responsabili della formazione come indicato nel bando di selezione rimane quasi totalmente disatteso, visto l’esplicito rifiuto della maggior parte dei referenti ad affiancare i cantieristi.

    Dal 18 aprile ad oggi, ci troviamo a vivere una situazione di emarginazione: completamente inutilizzati, “sistemati” in nove nella stessa stanza, senza postazioni lavorative, ed esclusi da qualsiasi coinvolgimento a differenza di quello che accade in altri enti regionali dove sono in corso le trattative o sono stati già stilati accordi interni per cercare di equiparare i cantieristi ai dipendenti.

    Negli ultimi giorni, dal momento che le voci relative ad un’ imminente interruzione del nostro cantiere scuola lavoro si sono fatte sempre più frequenti, abbiamo chiesto ed ottenuto un incontro con l’Assessore al lavoro di Rifondazione comunista, dr.ssa Alessandra Tibaldi.

    Dal colloquio intercorso, con nostro grande stupore, è emerso un orientamento contrario alla prosecuzione delle attività e di conseguenza il venir meno della finalità principale del cantiere, che a noi più preme: la stabilizzazione occupazionale.

    Alla luce di quanto detto, Le chiediamo di prendere a cuore la nostra situazione, consapevoli della sensibilità da Lei espressa nei confronti del mondo della disoccupazione e del precariato.

    Certi di una sua risposta , Le inviamo i nostri più cordiali saluti.

    I CANTIERISTI

    Arianna Avincola

    Roberta Buttera

    Alessandro Centani

    Carlo Di Marzio

    Anna Di Stefano

    Pierluigi Lori

    Giorgia Moretti

    Marco Santini

    Alessia Sebastiani