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LA DEMOCRAZIA DEGENERATA

Publie le sabato 23 aprile 2005 par Open-Publishing
4 commenti

Dazibao Democrazia Governi Storia

di Viviana Vivarelli

“La democrazia e’ un metodo per prendere decisioni collettive”
(Norberto Bobbio)

Il nemico maggiore della democrazia e’ la sua stessa degenerazione.
Il 25 aprile si festeggia la liberazione dell’Italia dalla dittatura fascista. Sessanta anni fa veniva varata, con l’aiuto concorde del Centro e della Sinistra, quella Costituzione, che ha fatto dell’Italia un paese repubblicano e democratico, annoverandolo tra le nazioni piu’ civili del mondo.

Per sessanta anni, quella Dc, adesso tanto screditata, ha retto il paese, a volte bene a volte meno bene, ma rispettando sempre lo spirito e la norma della Costituzione e garantendo l’alternanza e l’opposizione, alla luce dei principi fondamentali di ogni democrazia e in nome di quella divisione tra i poteri che ora si tenta di assassinare.

Oggi la Destra rimontante, con l’aiuto di spezzoni di un Centro dimentico del passato e grazie a uno sciagurato sistema maggioritario, vorrebbe invertire il processo della storia e farci tornare a come eravamo piu’ di 60 anni fa, strumentalizzando le stesse vie democratiche con gli stessi modi che facilitarono la presa di potere a Mussolini.

Lo stesso tentativo, in forma piu’ attenuata, era stato fatto dal precedente D’Alema con la bicamerale, tentativo di riforma costituzionale mirato similmente a un premierato forte che subordinava gli altri poteri dello stato. Il tentativo era stato ancor piu’ inconsulto, considerando gli scarsi voti parlamentari del centrosinistra, i tempi ridotti e i ricatti forti di Berlusconi. Quel tentativo aborti,’ come noi speriamo avvenga anche per quello attuale.

In entrambi i casi i costituzionalisti furono azzittiti per premiare le mire espansionistiche di una persona sola o di un partito solo contro gli interessi di tutto il paese.

La nostra Costituzione non e’ da buttare e tantomeno da riformare per diminuirne gli equilibri, meno che mai e’ da stravolgere con una deriva fascista dello stato che minacci nuovi ventenni. La nostra e’ una delle migliori carte costituzionali del mondo e non possiamo assistere senza ribellarci alla sua distruzione, sia che essa venga da destra o da sinistra.

E’ stata gia’ votata al Senato la legge di riforma costituzionale che prevede la sostituzione distorsiva di ben 58 articoli costituzionali su 188. Manca solo l’approvazione della Camera, che deve essere apposta senza la minima correzione dell’orrendo testo preparato. Che la compilazione della nuova carta costituzionale sia stata perpetrata da 4 persone, una per partito della Cdl, nessuna delle quali con competenze costituzionali, senza tener conto dell’opposizione, in pochi giorni di colloqui, in una baita di montagna, ci riempie di indignazione e di orrore e segna tutta la rozzezza e la rapacita’ di questo governo e il suo spirito fortemente antidemocratico.

Eppure nei recenti litigi del governo non si e’ sentito nemmeno un accenno a questa indegna riforma, nata dal ’patto della polenta’, anche se essa intende spezzare l’Italia in venti staterelli con poteri autonomi, equiparando la ricca Lombardia (9 milioni di abitanti) al povero Molise (600.000 abitanti), senza prevedere meccanismi di integrazione o solidarieta’ e consegnando il Sud ancora di piu’ nelle mani della mafia e della camorra, con un enorme costo di cui non e’ mai stata indicato l’ammontare e la copertura, e con una moltiplicazione dell’apparato burocratico.

Questa riforma intende distruggere il delicato meccanismo dell’equilibrio dei poteri che i veri costituzionalisti decisero per cautelare lo stato da prevaricazioni antidemocratiche, mentre oggi si intende subordinare parlamento, governo, magistratura e capo dello stato al potere arbitrario di un solo soggetto istituzionale.
Per di piu’ siamo oggi in una situazione grottesca: 16 regioni contro 4 dicono ’no’ a questo governo, il 75% dei comuni e quasi tutte le province, ogni categoria di lavoratori, piccola e media industria, Confindustria, artigianato, commercio, agricoltura, scuola, sanita’, magistratura, persino esercito, polizia e pubblica amministrazione... tutti dicono di no a questo governo.

E questo governo intenderebbe, cosi’ ridotto, contro la volonta’ quasi totale del paese, proseguire l’indegno sfascio della Costituzione? Non sarebbe, questo, un gravissimo atto di prevaricazione e di arroganza? Non sarebbe, questo, un vero golpe democratico?

Tutti gli indicatori economici e politici confermano che i tempi per rimediare agli errori fatti sono ormai finiti, restano 60 giorni scarsi di sedute parlamentari e dovrebbero essere rivolte a salvare l’economia in piena crisi, a frenare la sofferenza di ogni classe economica e a sanare i conti con l’Europa, mentre ormai anche i politologi di destra danno per scontata una sonora sconfitta di questo governo alle politiche.

Ed e’ in queste condizioni che si vorrebbe proseguire la politica dissennata di distruzione della Costituzione e di rafforzamento del premier? E’ in questa situazione gravissima per il paese che Berlusconi pensa a ulteriori leggi premiative per se’ e non volute dal paese come l’abolizione della par condicio o un ulteriore stravolgimento del sistema elettorale?

Ma perche’ le regioni non si fanno promotrici del referendum che abolisce questi spezzoni di fascismo riemergente?

E perche’ non esiste uno strumento a iniziativa regionale, che consenta l’interruzione dell’iter legislativo in corso, prima che venga completato alla Camera da una falsa maggioranza, ormai non piu’ rappresentativa del paese?

E’ rimasto solo Ciampi a garantire che il governo corrisponda al consenso elettorale e che non si abbia un abuso di governo da parte di una minoranza? Non sta avvenendo una grave violazione dei principi democratici?

E’ chiaro che non saranno gli incomprensibili maneggi dell’Udc a salvare questa Costituzione e questa Repubblica. Del resto uno dei ’4 saggi della baita’ e’ proprio quel D’Onofrio dell’UDC che ha combinato questa indegna polpetta.

Dobbiamo fermare la distruzione della Costituzione voluta da un uomo solo, che intende solo salvare i propri interessi personali, e agisce in combutta con un partito minimo, che intende solo aumentare i propri poteri locali non per il bene dell’Italia ma addirittura per una secessione “dall” ’Italia. L’assurdo evidente e’ che questo governo e’ ormai una minoranza nel paese e che in esso prevale una Lega che raccoglie solo il 3% degli elettori e una FI che e’ il partito della coalizione che piu’ ha perso voti alle regionali, e questa "minoranza della minoranza" pretenderebbe, contro ogni regola democratica, di piegare l’intero paese ai propri interessi personalistici? Se cio’ fosse, sarebbe un’autentica violenza.

Ma, se anche questo sciagurato processo totalitario si bloccasse, noi vorremmo da qualsiasi nuovo ed eventuale governo l’assicurazione di un ripristino dei principi costituzionali democratici, il rispetto dei meccanismi di equilibrio tra i poteri (con l’abbandono di qualsiasi premierato forte e ritorno del sistema parlamentare) e una riconsiderazione del meccanismo elettorale, visti i danni enormi che il maggioritario ha recato al paese.

L’Italia ha bisogno di un allargamento della democrazia, non di un restringimento di essa in senso totalitario. Il mondo ha bisogno di democrazia partecipativa e di un aumento del sistema dei controlli dal basso, non di un aumento del sistema dei controlli dall’alto.

“La democrazia deve identificarsi con l’autogoverno”
(Antonio Gramsci)

“Bisogna solidarizzare con cio’ che sale dal basso ed entrare nella storia”
(Aldo Capitini)

“Occorre reinventare la democrazia. Essa non puo’ consistere nel riconoscimento al popolo di una sovranita’, facendogliela abdicare subito dopo l’atto elettorale”
(Jose’ Saramago)

Da ’Masada’
vivianavivarelli@fuoriradio.it

Messaggi

  • Magari l’ elogio della D.C. che avrebbe garantito l’ alternanza ( ? ) te lo potevi risparmiare.

    A parte che non c’e’ stata in 50 anni nessuna alternanza, vorrei ricordare cosette come le stragi dei sindacalisti in Sicilia nell’ immediato dopoguerra, i morti del luglio 60, Piazza Fontana, Brescia, Italicus, ancora Bologna, i tentativi di golpe, la feroce repressione contro i movimenti del 1975 e del 1977, i decenni che ci sono voluti per ottenere banali diritti come il divorzio, l’ obiezione di coscienza ecc. ecc.

    L’ ho gia’ detto, l’ ossessione di Berluskoni puo’ giocare veramente brutti scherzi.....

    Ken Parker

    • Caro Ken Parker
      a momenti ti voglio bene, mi dici giustamente: "Magari l’ elogio della D.C. che avrebbe garantito l’alternanza ( ? ) te lo potevi risparmiare" e ti devo dare ragione, concordo con te, mi rendevo conto della cazzata che scrivevo mentre la scrivevo, ma ero troppo urtata dalla sfrontatezza della Cdl per ragionare bene e in quel momento non intendevo dire che che la Dc aveva dato giustizia e democrazia all’Italia, ma solo che nemmeno il maledetto governo della DC aveva raggiunto certi limiti di sfrontatezza mantenendo almeno una linea formale (per quanto ipocita) di facciata. Montanelli avrebbe detto che c’e’ il male e’ c’e’ il peggio, ma certo le stragi e i delitti che la Dc ha coperto con una cortina fumogena in 50 anni appartengono al peggio della storia italiana e non solo al male. Moro tuttavia, costitui’ un approccio di una certa DC al connubio con la sinistra, e una politica spartitoria con la sinistra c’e’ sempre stata, e anche per la televisione pubblica, anche se la verita’ era censurata allora come adesso, ma non si arrivo’ almeno formalmente alla distruzione sfacciata delle regole democratiche sulla carta. Non volevo elogiare nessuno ma solo fare gerarchie del peggio. Ora non ho voglia qui di fare il processo alla DC perche’ non lo so fare e ne uscirei spennata. Sono stati tempi in cui io vivevo in una specie di incubo personale a causa di problemi di sopravvivenza che mi interessavano piu’ di qualunque fallimento democratico, e , salvo la lettura dell’Espresso (allora quotidiano) di politica non mi occupavo. Credo che la lettura di un giornale non crei di per se’ funzione politica nel cittadino, mentre il confronto, la scrittura, la partecipazione e soprattutto l’azione possono cominciare a creare il senso di una coscienza. Essendo una no global, e non una marxista, ed essendo stata girotondina ma non solo, non posso partecipare alla tua idea di lotta di classe ma posso fiancheggiarti in ogni lotta politica, economica e sociale contri i centri verticistci di potere, in politica com ein economia. Lo schema ideologico di partenza e i termini sono diversi, ma gli scopi sono comuni. Almeno spero. Solo che tu credi forse ancora nella statalizzazione dei mezzi di produzione e nella salvezza attraverso uno stato autoritario dove una nomenclatura dice di governare per conto dei cittadini, essendo ormai il proletariato arrivato al potere e distruggendo in cio’ la lotta di classe. Io credo invece solo in una democrazia allargata verso la base con maggiori poteri di controllo che partano dai cittadini. Ideologicamente parlando, il piano di pensiero no global e’ una piramide rovesciata rispetto a quello marxista e si incentra piu’ nei Nuovi Municipi che nella statalizzazione centralistica. Non abolisce la proprieta’ privata ma intende cambiare l’approccio del singolo verso l’economia portandola a una decrescita consapevole e ad un aumento dei limiti e dei controlli economici cosi’ da impedire le grandi concentrazioni di capitali, non crede che questo possa avvenire con lo strumento rivoluzionario armato ma con la modifica delle aspettative e dei piani di vita individuali..per la salvezza stessa del pianeta. Il discorso e’ lungo e le differenze sono parecchie.. ma non e’ qui il tempo e lo spazio..
      cari saluti
      viviana

    • No, cara Viviana, non credo affatto allo "stato socialista" nelle forme in cui si e’ tentato di realizzarlo finora, anzi provo francamente una estraneita’ totale nei confronti di quella che e’ stata definita la "tradizione comunista".

      Nella mia trentennale e variegata militanza politica e sindacale mi sono sempre rifatto a posizione "eretiche" rispetto a questa tradizione, passando da Lotta Continua all’ autonomia operaia
      ( quella rigorosamente scritta con le minuscole), dal sindacalismo "autonomo" e "di base" ad un antagonismo ormai piu’ vicino alla tradizione anarchica ( gli Iww americani di inizio 900, i situazionisti, i provos olandesi, i radical americani dei settanta, Marcos ) che a quella comunista.

      Questo non mi impedisce pero’ di considerare la contraddizione socio/economica ( una volta si diceva "di classe" ) centrale rispetto ad ogni altra.

      E di considerare quindi Berlusconi per quello che e’, la risposta tardo-reaganiana e un tantinello patetica, nella sua oggettiva inadeguatezza, di una certa parte del capitalismo italiano alla crisi di potere intervenuta dopo Tangentopoli.

      Nulla di piu’. Mussolini era francamente qualcosa di piu’ tragico e di serio.

      E il giudizio pesantissimo che do di Berlusconi e della sua cerchia di cialtroni non mi impedisce di vedere nemmeno il fatto che, sui problemi socio/economici di cui parlavo prima, l’ attuale centro sinistra non ha idee chiaramente alternative a quelle del centrodestra.

      Questo non vuole certo dire che mi sento equidistante, sono sempre regolarmente - pur con qualche mal di pancia - andato a votare, quasi sempre per il Prc al proporzionale e per chiunque altro mi proponesse il centrosinistra nel maggioritario.

      Ma con la chiara coscienza che la caduta di Berlusconi, che ovviamente auspico avvenga prima possibile, non e’ affatto la panacea di tutti i mali.

      Mentre invece vedo molto "democristianita’" in settori dell’ Ulivo - compresa la maggioranza dei D.S. - e una gran voglia di mettersi comunque in buona luce rispetto ai cosiddetti "poteri forti" delusi da Berlusconi.

      Compreso il "grande alleato" di oltreoceano.

      Sono quindi convinto che ci sara’ molto da lottare anche dopo la caduta del Cavaliere.

      Mi preoccupa invece il fatto che tutti quelli che hanno "demonizzato" Berlusconi senza rendersi conto che e’ solo uno "strumento" di certi interessi, dopo - appagati dalla caduta del "tiranno" - finiranno poi per ingoiare qualsiasi rospo venisse proposto dai successori del Cavaliere.

      Purtroppo e’ un film gia’ visto e c’e’ ancora oggi chi rinfaccia al povero Bertinotti - che peraltro non e’ propriamente in cima alle mie simpatie - un atto sacrosanto come quello che fece in occasione della caduta del governo Prodi.

      Insomma, VIA BERLUSCONI PRIMA POSSIBILE, ma senza per questo firmare cambiali in bianco a nessun altro.

      E senza alcuna nostalgia di democrazie cristiane e affini.

      Ken Parker

    • Ciao Ken Parker,
      in linea generale concordo con te in un certo "iter" culturale di formazione politica personale e quindi mi ritrovo abbastanza d’accordo con le tue considerazioni.
      Tuttavia, credo che ora come ora siano "utili" e "propedeudiche" per chi legge in questo forum, eventuali ed ulteriori parole spese nel spiegare correttamente strategie ed alternative al Cavaliere e alla sua banda di cialtroni.
      Perchè non proviamo qui, anche tu Viviana, a fare delle serie alternative, proposte di legge concrete, dire perchè non bisogna fare così o colì ed invece fare nel modo che perseguiamo....
      Cioè voglio dire, mi stanno bene le discussioni, le sfumature, le prese di posizioni, tutto quello che volete,....e poi? crticare, opporsi, alternarsi allo status quo odierno è sacrosanto, ma la critica, l’opposizione anche feroce senza dire nulla alla soluzione di come la si dovrebbe vedere e gestire, non porta a nulla, a nessuno....nè tantomeno ai movimenti alternativi in atto.
      Cosa c’è di vero alternativo, solo la discussione, le parole?
      Io penso che mai come qui, in questo forum, bisogna dare delle direzioni, non possiamo più gestire il confronto politico solo con le parole.
      È ora di darsi una mossa, concreta.
      L’intellighenzia di sinistra deve dare risposte, basta con questa critica a tutto spiano, anche perchè in questo modo, chiunque può farla.
      Ripeto, mi piacciono le considerazioni che fate perchè le trovo di alto profilo, ma tra le tante frasi giuste che leggo, non ho mai notato una sola persona che concretamente dia una risposta al disagio che ci racconta.
      A me personalmente piacerebbe che tutto ciò che si legge si tramutasse in azione "governabile", che fosse oggetto di un progetto politico programmatico. Non importa se poi al Governo c’è Prodi, Berlusconi, o chiunque altro...la cosa che importa è che potremmo sempre dire a voce alta che una seria alternativa ce l’abbiamo e per l’occasione (prima possibile) la potremmo mettere in campo.

      Van Dick