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PACS e FOLKLORE Caro Romano ti scrivo

Publie le lunedì 16 gennaio 2006 par Open-Publishing
5 commenti

Dazibao Manifestazioni-azioni Movimenti Discriminazione Elezioni-Eletti

«È un inutile scimmiottamento dei matrimoni: non è certo con iniziative di dubbio carattere folcloristico che si affronta una questione così socialmente delicata», così il prode Prodi sulla manifestazione del 14/1/06 sui PACS.

di GIANNI ROSSI BARILLI

Egregio professor Prodi, perdoni la ruvida franchezza ma si lasci dire che un cattolico come lei dovrebbe fare un po’ più attenzione quando interviene nel dibattito civile parlando con tono sprezzante di «folklore» a proposito di usi e costumi altrui. Corre altrimenti il serissimo rischio di fare la figura del bue che dà del cornuto all’asino. O vogliamo metterci a discutere di miracoli, segreti di Fatima, madonnine lacrimanti e infallibilità papale a maggior gloria del programma dell’Unione?

Agli occhi dei non cattolici come me, tutte queste cose appaiono per l’appunto folklore, per usare l’espressione più leggera che mi viene in mente, al cui confronto il tanto vituperato gay pride potrebbe apparire un evento di estrema sobrietà. C’è però da considerare il fatto che svariati leader della sinistra laica, per il senso relativo che questa espressione può ancora possedere in Italia, ci hanno spiegato che bisogna rispettare la sensibilità di voi cattolici perché primo è buona educazione e secondo serve a mandare a casa Berlusconi. Ma se buona educazione dev’essere, non le pare che dovrebbe almeno essere reciproca?

Definire perciò «folklore» la manifestazione di oggi a favore dei Pacs non mi pare un gesto di grande fair play. Credo che dimostri, al contrario, che i cattolici, anche quando non sono berlusconiani o ratzingeriani di ferro, conservano gelosamente la vecchia abitudine di usare due pesi e due misure e di promuovere a misura di tutte le cose i loro inveterati pregiudizi.

L’amara conseguenza politica che se ne può trarre è che la disponibilità a mediare con i cattolici mostrata da gran parte della sinistra laica e del movimento glbt (gay, lesbico, bi e transessuale, nel caso non lo sapesse) è stata un «grave errore», per citare una recente sentenza di papa Benedetto. Il Pacs, infatti, non intacca il feticcio del matrimonio di serie A al quale voi cattolici tenete tanto, legittimando in pratica un’oggettiva discriminazione nei confronti dei cittadini e delle cittadine omosessuali che decidono di regolare la loro vita di coppia. Ma ecco che voi siete immediatamente riusciti a trasformare in un feticcio negativo anche questo moderato acronimo, con l’obiettivo di ridurre ulteriormente le concessioni che siete disposti a fare, in modo che la discriminazione risalti in maniera più evidente. Addavenì Zapatero, vien da dire.

Comunque, se con le sue folkloristiche opinioni sugli omosessuali pensa di assicurarsi una solida vittoria elettorale, mi permetto di darle un consiglio: si allei direttamente con Casini e Berlusconi. Approfitti delle magnifiche prospettive offerte dalla nuova legge elettorale e formi un enorme centro baciapile, lasciando che l’Italia proceda allegramente alla deriva, uscendo dall’Europa e navigando verso altri lidi. Il modello iraniano, per dirne una, è proprio a due passi. Se viceversa rimane affezionato all’idea di vincere le elezioni contro Berlusconi, dovrebbe tenere presente che molti tra quelli che si considerano laici e di sinistra non ne possono più di papa, vescovi e cardinali a colazione pranzo e cena, con tutte le loro indebite pretese di controllo sulle vite altrui (cioè nostre).

Senza contare che per recuperare almeno un po’ d’Italia dall’abisso di regressione culturale in cui sprofonda un giorno dopo l’altro non guasterebbe, oltre a un po’ di rispetto in più verso chi la pensa (e la vive) diversamente, anche qualche ricetta un minimo convincente per poter apprezzare le differenze tra centrodestra e centrosinistra. Altrimenti, convincersi ad andare a votare anche questa volta sarà molto dura. Ma forse lei di questo non si preoccupa più di tanto, visto che a quanto pare i nostri voti le fanno pure un po’ schifo. Saluti folkloristici.

Messaggi

  • certo che ogni volta che aprono bocca ’sti ulivoni riescono a dire qualche boiata! Già solo a sentire mastella e rutelli veniva il mal di pancia...

    Tanto per cambiare si finirà col votare il "meno peggio"... certo che abbiamo un’ottima prospettiva... e questi se la stanno menando con "partito democratico", "ulivo", "GAD" ecc... se questi sono i contenuti... Finiremo davvero per "morire democristiani" se non nel "nome"... nella "sostanza" :-(
    che nasusea!

    • Mi rendo conto benissimo che, pur cambiando gli argomenti di discussione, rischio di essere molto ripetitivo.

      Ma non posso non osservare, anche in questo caso, che la colpa principale e’ del gruppo dirigente dei DS e anche di quell’ Occhetto che adesso li critica cosi’ severamente.

      Chi e’ stato ad inventarsi la necessita’ del bipolarismo e del maggioritario ? Chi e’ corso dietro le follie "amerikane" di Mario Segni e di Marco Pannella ? Chi ha fornito le "gambe di massa" a certi progetti politici ?

      Di questo non possiamo certo dare la colpa a Berluskoni, che allora era ancora sotto le sottane, anche se gia’ assai malandate, di Bettino Craxi.

      Senza la logica bipolarista/maggioritaria probabilmente non avremmo nemmeno mai avuto il fenomeno politico Berluskoni !

      Ed anche con la recente riforma "ad usum delfini" di Berluskoni la logica bipolare rimane intatta se non è addirittura rafforzata.

      E con essa il concetto che per vincere le elezioni bisogna "sfondare al centro" da cui poi la necessita’ dei Prodi, dei Rutelli, dei Mastella, pur con le notevoli differenze tra di loro.

      Che poi -come dimostra la vicenda pugliese di Vendola e speriamo quella siciliana di Rita Borsellino - questo non sia nemmeno del tutto vero non cambia la sostanza del discorso.

      Ne’ cambia le normali conseguenze politiche che sono quelle di cui stiamo parlando.

      Keoma

    • Sempre d’accordo con te, Keoma
      quando usci’ la grancassa sul maggioritario, mi parve evidente che, come in USA, avrebbe solo segnato la vittoria di qualche grande magnate, comportando una campagna elettorale quasi costante, di costo infinito. Ce l’aveva il centrosinistra questo magnate da contrapporre a un Berlusconi? Al momento, no. E mi parve altrettanto ovvio che, sempre guardando gli USA, il maggioritario avrebbe significato l’appiattimento di tutti i partiti a quelle due famose bottiglie con diversa etichetta e stesso contenuto, massificando le varie ideologie a una melma bassa e indifferenziata. La cosa poteva anche essere praticabile in USA, ma gli individualistici e rissosi partiti italiani avrebbero accettato tale appiattimento e tale indifferenziazione? ma neanche per idea! Il bipolarismo era di fatto la capacita’ di unirsi in grandi gruppi accettando il leaderismo incondizionato di un capo solo. Avevano i partiti in tutta la storia repubblicana mai manifestato una tale possibilita’? Inutile anche rispondere. Era lapalissiano. E c’era poi questa grande personalita’ forte e splendente, capace di aggregare sotto uno splendido messaggio i suoi infidi collaboratori e tutto il popolo italiano? ma checcacchio dico?
      Eppure io come tanti altri ho votato per il maggioritario. Che faccio? Mi tiro i pugni in testa?
      E ora ci vediamo propinare questo proporzionale antidemocratico con premio a chi perde e liste blindate’!
      Ma cos’e’ che porta i partiti italiani a perorare cosi’ assiduamente queste scelte sciagurate? Il maggioritario! Il premierato forte!" Il sistema elettorale con 28 premi di minoranza diversi? I vari riformismi o le varie bicamerali! Sempre la stessa perversa tentazione di qualche capo, che si crede chissa’ chi, di avere piu’ potere, di realizzare piu’ ambizione, offendendo non solo la sostanza della democrazia ma financo il nome
      viviana

    • mi sebra, inoltre, ci sia un (altro) vizio di fondo nella logica DS (e CGIL): l’idea di voler dimostrare che, sostituendosi agli storici governanti nelle stanze dei bottoni, sono in grado di "manovrare le leve del potere meglio di loro"... Sarà un caso che leader del sindacato, di cooperative e partiti di sinistra... una volta ottenuti ruoli di "gestione del potere" si comportano in maniera più "destra dei destri"... o più "autoritaria degli autoritari"... Si veda il caso Cofferati, tanto per fare un esempio. Dirò una cosa forse oggi un po’ fuori moda... e che farà storcere il naso a molti... ma in buona sostanza manca una visione di classe delle questioni... siamo in pieno pensiero unidimensionale... il valore del PIL, le direttive comunitarie, i "consigli" della Banca Mondiale... tutto ciò viene dato come assoluto che non può essere messo in discussione... dunque si tratta solo di mostrarsi "produttivi" nel far "funzionare tali macchine"... costi quel che costi... la differenza è che si arriva a tale posizione di guida grazie al sostengo cercato a sinistra anziché a destra... grazie a qualche cosa di sinistra detta a chi vuole sentirsela dire, grazie ad una tradizione che porta a votare il meno peggio ecc... Ci si è barcamentati per anni in nomi, simboli e forme elettorali... MA PER FARE COSA? Questo è il fatto rimosso! Per fare cosa e per chi? Si insiste sulle malefatte di questo governo... (come se fosse il caso di spiegarlo a chi non se ne rende conto)... MA PER FARE COSA DI DIVERSO?! Correggere un po’ di cose che "non funzionano" o particolarmente ingiuste... ma nella sostanza più profonda cosa si vuol cambiare?
      Manca, insomma, totalmente un’idea di CAMBIAMENTO epocale, manca un’opzione davvero alternativa... E francamente, mi rendo conto che molti dissentiranno da questa mia visione delle cose, credo che tale spinta ad un cambiamento REALE non fosse poi così presente nemmeno quando i "mulini erano rossi"... cioè quando la questine morale era un po’ più di uno sloagan... quando chi dissentiva era un "provocatore al soldo della reazione"... quando i "sacrifici erano necessari"... quando insomma le cose di sinistra si dicevano anche (insieme a tante altre non proprio di sinistra...)... ma che poi sono state ripetutamente disattese nei fatti.
      Berlusconi è un problmea, il berlusconismo pure... ma anche l’appiattimento al buonsenso monodimensionale di una "sinistra" attuale dovrebbe preoccupare. Concludento, che sinistra è mai quella che ha come maestri di pensiero gli Enzo Biagi, i (tardo)Montanelli, gli Scalfari ed i debenedetti ?!?!
      Un saltuto a tutti/e
      sempre più amareggiato
      marione

    • ARTICOLO DI BERNOCCHI SU "LIBERAZIONE".Il programma per la scuola del centrosinistra, come per guerra,lavoro,precarietà,migranti non rompe con la politica liberista di Berlusconi. E in più recupera l’orrida scuola di Berlinguer. PETIZIONE POPOLARE IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA

      Come era prevedibile, il documento sulla scuola dell’Unione non preannuncia alcuna rottura sostanziale con la politica morattiana e con quella del precedente governo di centrosinistra, ma ricalca invece fedelmente le linee-guida dell’impostazione berlingueriana.
      Non solo non vi si parla di abrogazione della controriforma Moratti e delle varie ignominie tipo tutor, portfolio, scheda di valutazione; non solo si ripropone la separazione tra scuola e avviamento al mestiere (seppure spostata a 16 anni) e la distruttiva regionalizzazione dell’istruzione; ma neanche una parola viene dedicata alla legge di parità scolastica che ha messo sullo stesso piano le scuole di tutti/e con le scuole divise per censo e per fede, e nemmeno si preannuncia la cancellazione dei finanziamenti alle scuole private e della piena liberalizzazione del “mercato-scuola” che in questi giorni persino la Cgil, che pure appoggiò la legge di parità, ha denunciato come una “rivoluzione negativa” ancor più distruttiva della controriforma. Niente infine si dice sulla rinnovata arroganza del Vaticano, impegnato ad imporre una “scuola-parrocchia” ove la religione sia materia obbligatoria e i docenti di tale materia gli unici con il posto garantito. Secondo l’Unione, la salvezza ci verrebbe dalla sedicente “autonomia scolastica”, quel catastrofico meccanismo berlingueriano che ha avviato le scuole-aziende, la gerarchizzazione e frammentazione di docenti ed Ata, la trasformazione dell’istruzione in merce, lo strapotere dei presidi.
      Se questo resterà il programma dell’Unione, in caso di vittoria del centrosinistra sarà necessaria una mobilitazione almeno pari a quella messa in campo contro la politica morattiana, se vorremo davvero difendere e migliorare la scuola pubblica. Intanto, però, come Cobas (ma proponiamo a tutto il popolo della scuola pubblica e alle strutture organizzate di gestirla con noi) lanciamo una Petizione popolare indirizzata al parlamento e al governo che si costituiranno dopo le prossime elezioni affinché essi diano attuazione alla pressante richiesta di docenti, Ata, studenti, genitori e cittadini/e,di abrogazione e cancellazione di leggi e provvedimenti altamente nocivi per il carattere pubblico, laico ed inclusivo della scuola. Intendiamo raccogliere una valanga di firme per: a) l’abrogazione totale delle leggi Moratti per la scuola e l’Università, utilizzando in particolare per la scuola il disegno di legge preparato dal Comitato fiorentino “Fermiamo la Moratti”; b) la cancellazione di ogni forma, diretta e indiretta, di finanziamenti pubblici alle scuole private, permessi e incentivati dalla legge sulla parità scolastica; c) l’annullamento di ogni obbligatorietà dell’insegnamento della religione nelle scuole, in difesa della laicità e del pluralismo culturale; d) l’annullamento del dpr 22/12/2004 che assume stabilmente gli insegnanti di religione anche quando smettano di insegnare tale materia e crea una insopportabile discriminazione tra insegnanti precari “normali” e quelli/e protetti dalle gerarchie ecclesiastiche.

      Piero Bernocchi
      portavoce nazionale Cobas scuola

      http://www.cobas-scuola.org/index.html