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Gli occupanti di lettere e filosofia di Bologna : grazie a CofferStalin... cinque feriti

Publie le martedì 25 ottobre 2005 par Open-Publishing
4 commenti

Dazibao Polizia Scuola-Università Governi Repressione

Oggi gli studenti delle facoltà occupate di Bologna, come promesso a seguito del rifiuto da parte dell’assessore alla casa Amorosi a confrontarsi in un dibattito pubblico presso la facoltà di lettere e filosofia occupata, si sono recati pacificamente davanti all’amministrazione comunale con l’intenzione di partecipare al consiglio e portare avanti le loro richieste inerenti la pubblicazione delle case sfitte in attesa di assegnazione a Bologna e l’inserimento nelle graduatorie di lavoratori precari e studenti.

Nonostante le sedute del consiglio siano pubbliche e l’atteggiamento degli studenti fosse assolutamente pacifico, ad attenderli hanno trovato carabinieri e polizia che hanno impedito non soltanto l’ingresso nella sala ma persino nel cortile del palazzo e che hanno caricato tre volte studenti e studentesse inermi, causando cinque feriti, tra cui il segretario provinciale di Rifondazione comunista Tiziano Loreti, che era sceso in piazza ad esprimere il suo sdegno per ciò che stava accadendo. Il tutto è avvenuto sotto gli occhi delle telecamere di decine di emittenti e di organi di stampa.

Durante lo svolgersi degli eventi moltissime persone che si trovavano in Piazza Maggiore hanno spontaneamente solidarizzato con gli studenti, indignati per la reazione militare, e una catena di passaparola ha fatto sì che il corteo raddoppiasse spontaneamente di numero.

Questa è l’ennesima dimostrazione di una amministrazione incapace di confrontarsi con ciò che non capisce e non intende capire e che adotta come unico metodo di risoluzione delle controversie una violenza e una repressione che si ostina a chiamare legalità.

La giunta si assuma la responsabilità politica di quanto avvenuto.

Ci aspettiamo inoltre delle prese di posizione da parte del corpo docente e del rettore.

In risposta al comunicato delle forze dell’ordine che sostengono di aver avuto agenti contusi rispondiamo che ciò non è stato possibile: ribadiamo con forza di non aver usato alcun tipo di violenza nei confronti delle forze dell’ordine anche dopo le ripetute cariche immotivate e gratuite.

L’assemblea delle e degli occupanti di lettere e filosofia

Messaggi

  • Solidarietà ai compagni colpiti dalla repressione.
    Però certe svolte degli intellettuali nel movimento non si capiscono,
    come dimostra quest’articolo uscito su "Carta"di un po’ di tempo fa:

    Cosa sta succedendo a Bologna?
    di Franco "Bifo" Berardi [15.12.2003]

    Certo i ricombinanti son gente cosmopolita, ma se qualcuno di loro volesse sapere qualcosa di quello che accade a Bologna, mi permetto di inviare un msg che ho appena posta nelle liste del social forum cittadino. Lo faccio perché la candidatura Cofferati in una città che ha spesso in qualche modo anticipato scenari, può forse interessare non dico tutti ma alcuni dei cosmopoliti in ascolto.
    Fino a questo momento il lancio del prodotto Cofferati non appare entusiasmante. Ha il sapore di una cosa d’altri tempi: il candidato amato dalle folle che va in giro ad ascoltare ovvietà dalla viva voce del popolo ed a baciare bambini con l’aria ogni giorno più impagliata, evitando di parlare di qualcosa che possa suscitare la minima complicazione, come se Bologna fosse un villaggio della Bielorussia ai tempi che furono... ohibò.
    Fino a questo momento non abbiamo sentito una sola parola tranciante a proposito di: traffico, scuola comunale, metropolitana, accoglienza stranieri, consultori, asili nido, tempo pieno, affitti case studenti, eccetera eccetera.
    Ma non è il caso di spazientirsi, il candidato per ora sta pensando, soppesando, vagliando. Non deve essere facile, dato che in questa città il partito degli affari è equamente suddiviso negli schieramenti politici contrapposti, e visto che il partito che ha spinto (costretto?) il candidato a candidarsi non ci penserà due volte a tirargli una coltellata alle spalle se il candidato proverà a mettere le mani negli affari che non si debbono disturbare.
    Ma noi, voglio dire gli antiliberisti e i libertari, gli sperimentatori e gli artisti, noi che ci battiamo contro il razzismo e contro la violenza della normalità quotidiana, insomma noi socialforisti e disobbedienti, ricombinanti e mediattivisti, noi insegnanti del tempo pieno e studenti fuori sede in cerca di una casa che non costi tutto lo stipendio di papà, noi che posizione abbiamo in questa storia? Noi non siamo affatto indifferenti a quel che accadrà in città. Non solo perché vogliamo archiviare la Junta dei Raisi e dei Torrepadula. Ma soprattutto perché vogliamo aprire la strada a un rinnovamento programmatico della sinistra che prima o poi dovrà proporsi l’archiviazione del regime berlusconiano.
    In un settore sempre più ampio dell’elettorato c’è un sentimento di stanchezza e ripugnanza nei confronti dell’alternanza finta tra un centro sinistra e un centro destra che hanno lo stesso programma, la stessa cultura, le stesse finalità. Su ogni punto che conti (le pensioni, la flessibilizzazione del lavoro, accogliere o espellere gli stranieri, creare strutture di integrazione o internare gli immigrati in campi di concentramento, lottizzare il sistema di comunicazione o favorire la moltiplicazione di centri democratici di emittenza, rispettare l’articolo 11 della costituzione o partecipare alla carneficina) su ciascuno di questi punti il centro sinistra ha preparato la strada al centrodestra.
    A Bologna nessuna delle porcate fatte dalla Giunta Guazzaloca è farina del sacco di Guazzaloca. L’idea di ridimensionare la scuola pubblica l’ha avuta l’amministrazione precedente, Guazzaloca si è limitato a continuare. L’idea di privatizzare tutto è nata con la giunta che impose la privatizzazione delle farmacie comunali, Guazzaloca ha solo continuato. Per quanto riguarda il traffico, la devastazione è cominciata da chi non ha mai applicato i risultati di un referendum cittadino che voleva chiudere il centro alla motorizzazione privata. Quanto alla politica razzista verso gli stranieri è a Bologna che si è iniziata la costruzione dei campi di concentramento previsti dalla legge Turco-Napolitano. E si potrebbe continuare.
    Io saluto l’arrivo di Cofferati a Bologna come la possibilità di rompere il ciclo infernale della finta alternanza. Ho una mia idea a proposito dell’intera faccenda. Credo che la candidatura bolognese dell’ex dirigente nazionale della CGIL sia l’effetto di un diktat dei vertici del partito a cui appartiene, una cosa perfettamente sovietica nella sceneggiatura, con grandi abbracci e sorrisi e baci sulla bocca per il compagno da ibernare nella Siberia bolognese.
    Ma tutto questo potrebbe essere un boomerang contro i sepolcri imbiancati che dirigono il PCUS, pardon DS. Il 23 marzo del 2002 in tremilioni abbiamo ascoltato le parole di Cofferati. In quelle parole c’era la volontà di rompere una storia di finta alternanza, di aprire un terreno di rinnovamento programmatico. La campagna elettorale bolognese è stata comminata come un esilio, ma può anche diventare l’occasione per dimostrare che è possibile: è possibile fare un governo di rovesciamento dei privilegi accumulati in venti anni di politiche privatiste, è possibile rilanciare la scuola pubblica, è possibile creare spazi per la comunicazione democratica, è possibile creare strutture di accoglienza e di integrazione per i cittadini stranieri, è possibile aprire una nuova fase di democrazia, di eguaglianza sociale e di civiltà.
    " possibile, ma solo se noi (quei noi che dicevo sopra) diamo una mano al cinese arrivato a Bologna. E’ vero, finora il candidato ha fatto il pesce in barile, ma è bene non spazientirsi per questo. Non si dimentichi che Cofferati è un lettore di Philip Dyck. Un lettore di Philip Dyck ha qualcosa che gli altri non hanno: sa vedere universi paralleli dove un politico normale vede soltanto affari e tranelli e congiure di palazzo. Diamogli fiducia, e soprattutto creiamo una nostra sceneggiatura che potrà confondere e sconfiggere quella costruita dal PCUS.

    • Va be’, il linguaggio di Bifo e dei "rekombinati" e’ spesso incomprensibile e comunque del tutto lontano dalla "gente in carne ed ossa", su questo non c’e dubbio.

      Pero’ prendere a pretesto un vecchio articolo di Bifo, decisamente precedente da un punto di vista temporale le "performances" peroniste di Cofferati, per non affrontare nel merito il segno politico reale di tali "performances", mi sembra del tutto scorretto e in ogni caso fuorviante.

      La verita’ e’, secondo me, che il "cinese" e’ portatore di un progetto politico piu’ ampio che, illuso anche dal grande successo dell’ Unione alle regionali, pensa di potere fare a meno di Rifondazione e piu’ in generale del rapporto coi movimenti.

      E, tutto sommato, questo progetto politico finisce per essere antitetico anche a quello di Prodi.

      E in ogni caso rischia di creare gravi danni, non solo d’immagine, all’ Unione.

      Keoma

    • Io quel vecchio articolo di Bifo non lo conoscevo e mi sembra importante conoscere i percorsi della gente.
      Anche perché siccome la battaglia contro le posizioni di Cofferati sarà difficile è bene cercare di capire su chi puoi fare affidamento.

      Alfio P.

    • caro Alfio
      oggi da Lilliput mi arriva questa (come evdi la cosa si complica)

      Cesare Ottolini (IAI- International Alliance of Inhabitants) scrive a
      Cofferati

      Cesare.ottolini Per: Rete del Nuovo municipio libero.it>
      <nuovomunicipio@domeus.it 20/10/05
      LETTERA APERTA A SERGIO GAETANO COFFERATI - SINDACO DI BOLOGNA
      ADRIANA SCARAMUZZINO - VICE SINDACO
      GIANNI SOFRI - PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE
      DESI BRUNO - GARANTE DEI DIRITTI DELLA LIBERTA’ PERSONALE
      RESIDENTE COMMISSIONE SANITA’, POLITICHE SOCIALI, POLITICHE ABITATIVE
      CAPOGRUPPO CONSILIARE VERDI
      CAPOGRUPPO CONSILIARE RIFONDAZIONE COMUNISTA
      CAPOGRUPPO CONSILIARE DEMOCRATICI DI SINISTRA
      CAPOGRUPPO CONSILIARE RIFORMISTI PER BOLOGNA-LA MARGHERITA
      GRUPPO CONSILIARE VERDI - CONSIGLIERE
      GRUPPO CONSILIARE RIFONDAZIONE COMUNISTA - CONSIGLIERE INDIPENDENTE
      CAPOGRUPPO CONSILIARE IL CANTIERE PER IL BENE COMUNE
      COORDINAMENTO MIGRANTI BOLOGNA
      BOLOGNA SOCIAL FORUM – LISTA
      GIURISTI DEMOCRATICI AVVOCATI GIANANDREA RONCHI E MARINA PROSPERI
      RDB-CUB
      ASGI ASSOCIAZIONE PER GLI STUDI GIURIDICI SULL’IMMIGRAZIONE
      UN PONTE PER...COORDINAMENTO BOLOGNA
      CENTRO DI ASCOLTO CARITAS
      ROBERTO COSTA OPERA NOMADI ROVIGO - referente per Bologna
      UNIONE INQUILINI

      per conoscenza:
      Alle associazioni di volontariato
      Agli Organi di stampa e radiotelevisivi

      per conoscenza:
      YVES CABANNES
      CONVENER UNITED NATIONS ADVISORY GROUP ON FORCED EVICTIONS AGFE)
      NAIROBI - KENYA

      Oggetto: Ristabilire la legalità violata dagli sgomberi dei baraccati del
      Lungoreno di Bologna

      Signor Sindaco,
      le scrivo a nome dell’International Alliance of Inhabitants (IAI), rete
      mondiale delle associazioni di abitanti per il diritto alla casa, che
      rappresento all’interno dell’UN-Advisory Group on Forced Eviction
      (UN-AGFE), essendone punto focale per l’Europa e il Nord America.
      Ho appreso dalle organizzazioni di volontariato, sociali, sindacali,
      istituzionali e politiche del Comune da lei amministrato che lei ha emesso
      un’ordinanza che ha causato nella giornata di ieri, 19/10/05, la demolizione
      di numerose baracche sul Lungoreno di Bologna (zona tra Via
      Triumvirato e Via Agucchi) e lo sgombero di molte persone, tra cui donne e
      bambini. Queste persone sono ora senza nessun riparo, subendo le intemperie
      di una stagione inclemente, con grave rischio per la loro salute.
      Al di là delle valutazioni di carattere umanitario,sociale e politico,
      considerando la sua sensibilità alle argomentazioni giuridiche, le vorrei
      ricordate che il Sindaco, ai sensi della Legge n. 833/78 è il responsabile
      primario della tutela della salute delle persone che
      abitano nel territorio che amministra, indipendentemente dal loro status.
      Perciò, l’assenza di qualsiasi intervento di tutela di questo fondamentale
      diritto si configurerebbe come violazione dell’obbligo di soccorso.
      Le ricordo inoltre l’art. 10 della Costituzione italiana, laddove stabilisce
      che l’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto
      internazionale generalmente riconosciute.
      Poiché L’Italia ha ratificato il Patto Internazionale sui diritti economici,
      sociali e culturali con la Legge n. 881 de 25/10/77, questo è diventato una
      legge dello stato. In particolare, è norma di legge l’articolo 11 del Patto
      laddove “gli Stati riconoscono il diritto di ogni individuo ad un livello di
      vita adeguato per se’ e per la sua famiglia, che includa alimentazione,
      vestiario, ed alloggio adeguati, nonché al miglioramento continuo delle
      proprie condizioni di vita. Gli Stati parte prenderanno misure idonee ad
      assicurare l’attuazione di questo diritto….”.
      Più precisamente, i Commenti Generali n. 4 del 13/12/91 e n. 7 del 20/5/97
      del CESCR sull’art. 11 impongono interventi pubblici per impedire gli
      sgomberi, anche di insediamenti illegali, senza che vi sia un’adeguata
      compensazione e rilocazione concordata con gli interessati.

      Inoltre, con Legge n. 176 del 27/5/91 e con gli art. 1 e 5 della Legge n.
      104 de 5/2/92, l’Italia ha ratificato la Convenzione Internazionale sui
      Diritti dell’Infanzia che, con l’art. 27, stabilisce “Gli Stati parti
      adottano adeguati provvedimenti, in considerazione delle condizioni
      nazionali e compatibilmente con i loro mezzi, per aiutare i genitori e altre
      persone aventi la custodia del fanciullo ad attuare questo diritto e
      offrono, se del caso, un’assistenza materiale e programmi di sostegno, in
      particolare per quanto riguarda l’alimentazione, il vestiario e l’alloggio.”

      Per queste ragioni la sua ordinanza ha violato la normativa vigente.

      Questi diritti sono perciò giudiziabili a vari livelli.

      Le ricordo infine che lo scorso novembre 2004 la 33a Sessione del Comitato
      ONU sui Diritti Economici, Sociali e Culturali, sulla base del Rapporto
      presentato dall’Unione Inquilini e dell’International Alliance of
      Inhabitants, ha severamente richiamato l’Italia a cambiare politiche per
      rispettare il citato art. 11, particolarmente per quanto riguarda le
      discriminazioni dei migranti e, in particolare, al rispetto del Commento
      Generale n. 7 sugli sgomberi.

      Per questi motivi la invito fermamente al rispetto delle normative
      internazionali e nazionali, intervenendo per porre immediatamente fine agli
      sgomberi e alle espulsioni e provvedendo invece alla immediata
      rilocazione,concordata ed adeguata, delle persone sgomberate.

      A tale scopo, la informo di avere già allertato il coordinatore di UN-AGFE
      per chiedergli l’invio di una missione di monitoraggio della situazione, e
      invitandola nel contempo ad aprire un tavolo di confronto con tutte le parti
      interessate, al fine di stabilire un piano d’azione
      per il superamento delle baraccopoli e l’inserimento sociale, cominciando
      dalla stabilizzazione abitativa di tutte le persone.

      Confermo il nostro impegno e la nostra completa disponibilità a seguire il
      percorso indicato.

      Nell’attesa di un sollecito riscontro, saluti.

      Cesare Ottolini
      Coordinatore IAI

      viviana